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Brescia ritirati i manifesti della campagna anti-papà

Dopo le proteste e la raccolta di firme, sui muri di Brescia e provincia sono spariti i manifesti affissi a cura delle istituzioni locali (Comitati per le pari opportunità, Comunità della valle Trompia, comuni vari, Cgil, Cisl, Uil), soldi davvero SPESI MALE.
La campagna pubblicitaria doveva essere “Campagna contro la violenza maschile contro le donne”, ma a dire il vero si è trattato di un clamoroso autogol.
Nel primo manifesto si vedeva una ragazzina pre-adolescente con una benda su un occhio e la scritta: “Gli occhi neri sono del padre”.
Nel secondo un ragazzino che aggredisce una coetanea, e la scritta dice: “Lo fa anche papà”.
Dice Claudio Risè, promotore della raccolta firme che ha portato all’attenzione questa campagna pubblicitaria: “Questi padri dei manifesti, che fanno gli occhi neri a figlie che nella realtà sono giustamente protette da tutta una rete di difensori, dai carabinieri agli assistenti sociali ai tribunali dei minori, sono illustrazioni di quella “leggenda nera” sul padre che oggi è la vera promotrice di violenza, contro le donne e anche contro gli uomini. Come provano i dati del Bureau of Census americano, il 60 per cento degli stupratori e il 72 per cento degli adolescenti omicidi sono cresciuti in case senza padre. E su 12 studenti violenti, 11 sono cresciuti senza il padre. L’odio contro il padre e le campagne che lo diffondono promuovono violenza. Come fa, nella sua rozzezza semantica, anche il manifesto in cui il ragazzo aggredisce la ragazzina dicendo: “Lo fa anche papà”. Vuole essere una deplorazione, ma all’adolescente che guarda può anche sembrare un’apologia del machismo. Il messaggio, come sempre nelle operazioni non autentiche e confuse, è ambiguo e produce malessere. Il padre (la cui assenza e il cui discredito sociale generano disagio e violenza), è presentato come un ossesso che aggredisce ragazze inermi. Però è anche il modello, seppure negativo, del giovane maschio. La confusione regna nelle Commissioni pari opportunità. Ma sono i giovani a farne le spese.” http://claudiorise.blogsome.com

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