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Dopo Elezioni 1

Vi ricordate il mantra del gruppo unico?

Ce lo ha ripetuto ogni santo giorno. Era la pietra miliare della sua asserita novità. Mai era esistito un gruppo unico di coalizione, basta divisioni, basta vertici, basta litigi, basta decisioni concordate, ma una, ed una sola, voce in parlamento.
Tempo tre giorni e già Di Pietro si smarca e annuncia che se ne frega altamente della parola data e farà gruppo a sé.

Proprio lui che si vantava di portare nuovi valori nella politica, di aver accolto con gioia la costituzione del gruppone perché avrebbe comportato notevoli risparmi di soldi pubblici.
Evidentemente i valori a cui aspira sono altri: una decina di milioni di valori correnti, approssimando per difetto.

D’altronde come non comprenderlo?
Si parla di circa un milione di euro all’anno in più al partito, diritto di tribuna in ogni commissione parlamentare, con annessi aumenti degli stipendi parlamentari, per non parlare poi dello staff di portaborse e segretari che, nel più perfetto spirito clientelare che finge di aborrire tanto, non si possono mica lasciare senza stipendio pagato coi nostri soldi.
I nomi ci sono già: tutto lo staff di leccapiedi che si era assunto al ministero delle attività produttive passerà armi e bagagli al nuovo gruppo IdV.
Che bell’esempio di coerenza, lealtà, moralità, senso delle istituzioni e, soprattutto, lotta ai costi della casta, di cui si proclama unico paladino.

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