Italia-Francia, un’occasione persa.
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Italia-Francia, match valevole per la qualificazione agli Europei del prossimo anno.
Da noi il calcio è una fede.
C’è gente disposta a rinnegare Dio, ma non la squadra del cuore.
A litigare con la moglie pur di non perdersi la partita, gente che prima di scegliere il nome da dare al figlio che sta per arrivare, gli ha già comperato la maglietta della squadra di calcio.
Vada, sono anche queste caratteristiche. Ma c’è una cosa che ci rende odiosi, prima di tutto a noi stessi, una cosa che non è giustificabile, né dall’antagonismo con i cugini francesi, né con le ruggini calcistiche.
I fischi all’Inno.
Questo non ci fa onore, né come sportivi, né come popolo, né come adulti capaci di lamentarci per la scarsa educazione dei giovani, capaci di implorare stadi sicuri dove le famiglie possano avvicinarsi allo sport, al tifo sano, quello per la bella e sana competizione.
Ecco, allora, la partita di ieri, Italia-Francia, è stata un’ennesima occasione persa.
Perché non si insegna ad amare l’agonismo, la competizione, lo sport che educa il fisico e la mente se un intero stadio fischia l’inno della squadra avversaria.
E per favore non dite che loro hanno fatto lo stesso con il nostro, non siamo a scuola.
Era sul campo e solo sul campo che si doveva dimostrare la superiorità, ed invece sul campo c’è stato un pareggio e sugli spalti un –5.