Uomini come animali? Toscani provoca
- Autore:
- Curatore:
- Fonte:
E bravo Oliviero Toscani, anche questa volta ha fatto centro.
In fondo è pagato per far parlare del prodotto che si commercializza, si tratti di cibo per animali o di jeans, lui colpisce prima l’occhio con qualcosa che attrae, poi lo stomaco con qualcosa che lo mette in subbuglio e poi l’anima, con qualcosa fuori dalle righe che ti obbliga a voltare la faccia o a prendere una posizione.
Pubblicizzare cibo per cani e gatti puntando sul micione peloso, sul cane scattante, sul cucciolo tenero lo sanno fare tutti.
Inflazionato.
Ci voleva qualcosa di più, qualcosa che facesse scalpore, alla Toscani appunto.
In tempi di crisi devono aver pensato che c’era il rischio che si tornasse ad alimentare i nostri animali con i buoni e vecchi avanzi di cibo, quelli che fanno venire il colesterolo o il diabete a noi e anche a loro, perché no, in fondo si è sempre fatto così, se lo mangio io dev’essere buono anche per lui, che è un animale. Quello era vero riciclaggio.
E’ solo da quando Fido e Fuffy stanno in casa sul divano e sono il centro della conversazione dei proprietari che passeggiano attorno ai giardinetti pubblici la sera, sfidando la pioggia e il freddo in attesa che l’animale faccia i suoi bisogni, che tutto ciò che riguarda cani e gatti è diventato umano.
Così umano che a volte è grottesco.
Dalla ciotola bella al posto della pentolaccia vecchia, il cappotto per l’inverno, la cuccia in tinta con l’arredamento, la visita di controllo dal veterinario, l’alimentazione controllata, la pulizia del corpo, si è passati alla palestra per i sovrappeso e lo psicologo per gli animali stressati dalla vita in appartamento, sino al regalo di Natale e al dolcetto di buon compleanno, perché si sa i giorni non sono tutti uguali.
Altro che vita da bestie. Qui non si fanno più distinzioni e le bestie, rischiamo di diventare noi
Ad agosto si possono parcheggiare i nonni ma guai ad abbandonare Fido.
Toscani lo sa, e così ha messo la maschera da cane e gatto ai corpi nudi di uomini e donne, per pubblicizzare un alimento che vuole essere un modo per dire alla nostra bestia tutto il nostro amore.
Non mi scandalizzano dei bei corpi nudi, ci sono culi e tette più ammiccanti sui cartelloni pubblicitari dei modelli che hanno posato per questa pubblicità.
Mi irrita questo voler sempre più spesso portare gli animali a parità con gli esseri umani.
E’ certo, il furbo Oliviero che c’è chi già lo fa di trattare l’animale di casa come un membro umano della famiglia, ma c’è chi potrebbe farlo, e questi rappresentano le nuove fasce di mercato.
Di certo è più facile amare un animale e prendersi cura di lui, è più gratificante rimandare le vacanze perché fido non sopporta l’auto che confrontarci con un altro essere umano, con il nonno sclerotico o il vicino pedante.
Se ti dici contraria all’aborto sei bigotta, ma se ti dai da fare a sistemare una cucciolata di gatti tra parenti e amici sei “sensibile e generosa” .
Dev’essere per questo che finiamo per accontentarci di un amore animale, perché temiamo il confronto con gli altri esseri umani, temiamo di non essere all’altezza, di scontentarli o di esserne delusi.
Troppo impegno, troppa fatica, troppo coinvolgimento.
Invece Fuffy ti fa le fusa anche se sei distratto, non discute con te, non si aspetta nulla, ti prende per come sei e tu con le tue frustrazioni e le tue solitudini ricambi alimentandolo alla grande.
Ti accontenti immaginando che in realtà potrebbe essere un amore perfetto, perché si sa - agli animali a volte, manca solo la parola.
Ma se l’avessero le cose si farebbero più difficili anche con loro.
Meglio che continuino a miagolare ed abbaiare e a guardarci dalla loro bella cuccia mentre ci affanniamo a vivere senza cogliere il cuore dei nostri giorni.
In fondo, quelli soli, smarriti, i veri trovatelli siamo noi.