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Volontariato retribuito

Fonte:
CulturaCattolica.it

In vista, per i volontari per ora secondo l’annuncio del ministro Ferrero c’è il permesso retribuito dal lavoro. Proprio come già avviene per i lavoratori studenti che possono contare sulle cosiddette “150 ore”. «Bisognerà studiare una qualche forma di margine per il volontario che lavora sul modello delle 150 ore. Già qualcosa esiste, ad esempio, nel soccorso alpino. Bisogna estendere questo principio».

Il Ministro per La Solidarietà Sociale - Paolo Ferrero - intervenendo a Napoli all’assemblea delle associazioni di volontariato ha proposto 150 ore di permessi a tutti i dipendenti impegnati in attività sociali.
Applausi.
Permessi retribuiti naturalmente.
Applausi.
Retribuiti da chi?
Dalle aziende, logico.

Quindi il fare volontariato sarà “obbligatoriamente” premiato dall’azienda.
Comodo è comodo, ma che volontario sei se ti pagano?
Allora non chiamiamolo volontariato, se percepisci uno stipendio, non stai facendo carità, anzi, fai un lavoro che hai scelto di fare e ti fai pagare da qualcuno che ti aveva assunto per fare altro.

Poi non stupiamoci se nel fare i colloqui di lavoro, il datore comincerà a preoccuparsi se tra le varie attività svolte dall’aspirante dipendente, vedrà scritto “impegnato in opere di volontariato”, perché vuol dire che quel dipendente gli costerà, se bastano, duemila euro in più all’anno e che si tratta di una persona che ama fare del bene col portafogli altrui.

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