Chiesa e stato in Russia
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D. Recentemente il metropolita Kirill di Smolensk e Kaliningrad ha detto che "sarebbe necessario rafforzare giuridicamente il ruolo particolare delle quattro confessioni religiose tradizionali (ortodossia, islam, ebrei, buddisti). Boris Zinov'evich che influenza può avere sulla vita della Chiesa questo ulteriore ravvicinamento della Chiesa allo stato.
R. Intendo parlare della Chiesa non come corpo di Cristo, ma come istituzione sociale in cui esistono partiti l'un l'altro contrapposti. Sull'avvicinamento attuale della Chiesa ortodossa russa (COR) allo stato, su una certa politicizzazione, all'interno della Chiesa stessa ci sono sia i sostenitori che gli oppositori. Mi sembra che la posizione più forte è quella che caldeggia un maggior avvicinamento allo stato e una più grande protezione da parte dello stato. Costoro credono di ottenere un maggior rafforzamento del ruolo della Chiesa. Prima della rivoluzione la COR si trovava in un rapporto stretto con l'autocrazia. Il modello sinodale che proviene da Pietro il Grande è indubbiamente la matrice di questo rapporto. Dopo che la Chiesa con la perestroika si è liberata dal giogo babilonico, dal controllo comunista, essa protende verso questa matrice. All'interno della Chiesa la tendenza liberale è ancora debole. I rappresentanti di questa tendenza vorrebbero far capire che l'avvicinamento allo stato può danneggiare la Chiesa, limitarne la sua libertà, porre la Chiesa nella posizione di dipendenza troppo forte da parte dello stato. Ma loro sono troppo pochi: alcuni sacerdoti, alcune parrocchie che non hanno molta forza.
Possiamo ribadire che all'interno della Chiesa trionfa la tendenza che vuol ritornare alla tradizione prerivoluzionaria, alla matrice del secolo XIX, quando la Chiesa era alleata fedele dello stato, del potere, sperando di por ottenere determinati vantaggi.
D. Corrisponde al vero l'idea che nella previsione dell'unione della COR con la Chiesa ortodossa russa all'estero (CORE), l'influsso dei tradizionalisti si sta rafforzando significativamente?
R. Sono a conoscenza di questa opinione. C'è il suo pro ed il suo contro. Non c'è dubbio che la CORE è più conservatrice. Quando io insegnavo negli USA dove la CORE è sufficientemente forte, ne ho potuto seguire l'attività. Al di fuori della diaspora russa essa è ben poco conosciuta. E' una Chiesa certamente molto conservatrice. E' contro l'ecumenismo, in favore della restaurazione monarchica, estremista in molte questioni. Ma giacché è un'organizzazione piccola, anche unendosi alla COR e diventando parte organica di essa, difficilmente può influenzare la COR. Nel sinodo potrà entrare soltanto uno dei loro vescovi e la sua voce non potrà decidere nulla. D'altra parte la CORE è del tutto contraria al cosi detto sergianesimo, all'accordo che il metropolita Sergij, luogotenente del soglio patriarcale (in seguito patriarca Sergij Stargorodskij) aveva concluso con il regime sovietico. Allora il metropolita Sergij aveva promesso che non avrebbe mai lottato contro il regime, di più, che l'avrebbe sostenuto come organizzazione patriottica. Esistono vari giudizi sulla posizione tenuta da Sergij. Alcuni sostengono che con questo compromesso era riuscito a salvare la Chiesa dalla distruzione completa, altri invece fanno notare che la Chiesa, dopo l'accordo perse ogni indipendenza. Ma la CORE fu sempre accanitamente contraria al sergianesimo considerandolo un'eresia. Per questo motivo si trovava in aperta opposizione alla COR Una delle condizioi che impose alla COR fu la condanna del sergianesimo. In qualche modo raggiunsero quello che desideravano. Vi furono alcuni interventi in cui la COR si espresse negativamente nei confronti del suo passato.
Per quanto possa sembrare paradossale, in questo contesto la CORE svolse un ruolo purificatorio. I capi attuali della COR sono 'uccellini del nido' sergiano. Tutti provengono da lui. E' quindi difficile immaginarsi che 'il lievito' della CORE possa cambiare qualche cosa nell'attuale politica della COR. Prima di tutto, come abbiamo detto, è numericamente limitata, e poi perché la stessa politica della COR è sufficientemente conservatrice. Ad esempio all'interno della COR sono molti ad essere 'prudenti' nei confronti dell'ecumenismo. Anche se l'unione con la CORE può influenzare a favore del conservatorismo, lo sarà sempre in modo insignificante.
D. Secondo le analisi di tutti gli istituti sociologici soltanto il presidente e la Chiesa sono in accordo fra loro. Quanto forte può essere l'influsso della Chiesa sulla coscienza sociale?
R. Il rapporto della Chiesa nei confronti della società è abbastanza complesso. Da una parte, secondo le varie analisi sociologiche, il 60 – 70% degli interrogati si considerano ortodossi. Ma quando i sociologi fanno domande più specifiche, risulta che il numero delle persone che frequentano la Chiesa è assai limitato. Non più del 4 – 5 %. Ma chi sono allora quelli che si dicono ortodossi? Gente che aderisce alla Chiesa per motivi culturali ed etnici. Quelli che si dicono credenti, ma poi non vanno in chiesa, non sono certamente influenzati dai problemi posti dalla Chiesa. Se non vanno in chiesa non possono avere a cuore la politica della Chiesa. D'altro canto sembra che la stessa Chiesa non si preoccupi molto di influenzare le menti dei credenti o di suggerire qualche cosa al proprio gregge e alla società. La dottrina sociale della Chiesa non è molto robusta in confronto alla posizione molto più forte della Chiesa cattolica, rispetto, per esempio, all'aborto o all'uso dei contraccettivi. La COR si comporta più passivamente. La Chiesa non ha preso iniziative per introdurre nella scuola l'insegnamento dei "Principi fondamentali dell'Ortodossia". Scontratasi con l'opposizione di una determinata parte della società, essa si è alquanto smarrita.
Si deve dire che la posizione della Chiesa diventa sempre più conservatrice; a mio avviso essa non è sufficiente attiva nel diffondere i suoi valori nella società.
D. Sentiamo parlare sempre più frequentemente del radicalismo dell'islam. Quanto è serio il pericolo che la crescita degli umori fondamentalisti dell'islam porti a far crescere anche il radicalismo dell'Ortodossia?
R. E' un problema molto importante e complesso. Noi oggi notiamo il consolidarsi delle tendenze tradizionaliste e fondamentaliste in tante religioni.. Ma forse vale la pena distinguere i concetti di tradizionalismo e di fondamentalismo. Il tradizionalismo è tipico delle religioni. La posizione tradizionalista è dettata dal desiderio di difendere i propri principi fondamentali, senza dei quali la religione non può sussistere. Il fondamentalismo invece presuppone uno stretto legame con la società per la difesa di valori tipici del conservatorismo estremista. In questo senso la Chiesa ortodossa è più che altro tradizionalista. Vi sono in essa anche delle tendenze fondamentaliste,, ma non sono rilevanti, anzi, si può dire che cono marginali.
Diciamo che nell'islam che il fondamentalismo, nel significato da me proposto, si esprime con mola più forza. I radicali islamici dichiarano guerra alla civilizzazione occidentale. In realtà l'estremismo di una fede rafforza l'estremismo dell'altra. Questo effetto non è soltanto della fisica, ma anche della vita sociale.