Educazione patriottica
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Accanto all'esaltazione incondizionata del patriottismo, alcuni hanno coraggiosamente e nobilmente criticato un patriottismo che rischia di anteporsi alla fede o servirsi di essa per avallare interessi ultimamente mondani. Il convegno ha dimostrato di essere luogo di libertà e di sanità umana e religiosa.
Cfr. Blagovest - Info 5 ottobre 2005.
L'arcivescovo Dimitrij (Kapalin) di Toblsk espose tutta una serie di attività pratiche svolte nella sua diocesi per formare nella gioventù lo spirito patriottico. L'arcivescovo Vikentij (Morar') consigliò di presentare come modello formativo patriottico i martiri della famiglia imperiale di Nicola II, fulgido esempio di fede ortodossa. Altri sulla stessa linea sottolinearono l'urgenza dell'educazione patriottica , richiesta anche dalla crisi di identità che infesta la nuova generazione.
Violenti proteste suscitò invece la lezione del professore Andrej Zubov, docente all'università di Mosca. Secondo lui, a base del patriottismo deve essere posta la 'penitenza cristiana'. Che cosa serve maggiormente al cristiano 'cullarsi con canzoni sulla grandezza del passato glorioso' oppure guardare in faccia coraggiosamente alla 'dura verità', tentando in questo modo di spiegare la catastrofe del XX secolo? Se vogliamo considerare la storia nella sua verità, dobbiamo vedere la rivoluzione del 1917, e tutto il periodo del potere sovietico, come 'la prigionia babilonese, condanna massima che il Signore può emettere per i nostri peccati passati, cioè tutte le desolanti peculiarità della storia della Russia : il periodo dei Romanov, la servitù della gleba, l'assolutismo, la mancanza di libertà politiche, la sottomissione della Chiesa allo stato e di conseguenza la perdita della sua autorità tra il popolo che dall'inizio del secolo xx 'abbandonò la fede e si concesse alla seduzione delle prostitute'. Né il richiamo ai 'nemici esterni' e neppure il trionfalismo possono fondare la speranza nel risanamento e nel rinascimento della Russia, ma la penitenza per i peccati del passato, lo sguardo onesto sulle mancanze e le debolezze del nostro paese. Questo il pensiero del professore Zubov.
Contro di lui intervennero la scrittrice Elena Chudikova e Il'ja Brazknikov, cooperatore dell'Istituto per le ricerche religiose e politiche. Quest'ultimo sostenne che 'il popolo ha bisogno di miti' ed accusò 'il liberalista' Zubov di distruggere 'gli ideali della coscienza russa'. Anche Elena Chudinova è convinta che 'occorre esaltare il popolo…anche perché rinascono le nazioni che poggiano sul positivo". Lei riconosce di aver 'piegato i fatti' nella sua opera letteraria, ma se questo può suscitare nel lettore l'orgoglio per il proprio paese, 'io li piego e questo diventa verità'.
Ribadisce Zubov: "Non è lecito creare dei miti, non è lecito testimoniare la falsità, occorre far penitenza"
L'igumeno padre Petr Meshcherinov nella sua lezione si dichiara d'accordo con Zubov. Visitando il tema del patriottismo nel mass – media religiosi egli mette in rilevo che molti articoli diventano fonte 'per la creazione di miti' perché considerano il patriottismo 'elemento assoluto e fine a se stesso'. Queste pubblicazioni inducono il lettore a considerare la fede 'un mezzo servile' per l'educazione al patriottismo, a pensare che l'amore alla patria sia strettamente legato al benessere materiale, che di tutte le disgrazie della storia siano colpevoli 'i capri espiatori' e che per vincerli non ci sia altro mezzo che la guerra. Sulla base di questo patriottismo trionfalistico nasce inesorabilmente il nazionalismo aggressivo, la ksenofobia nelle sue forme più varie. E così, un po' alla volta si dimentica che 'la patria del cristiano è nei cieli'. Padre Pietro riporta alcuni esempi di mistificazione dei mass – media : 'il popolo puro corrotto dai perfidi nemici occidentali'; 'l'ideale imperiale'; l'esaltazione di Stalin; il nemico numero uno sono gli Stati Uniti e gli occidentali ecc.. L'esagerato patriottismo della stampa ecclesiastica esclude la centralità di Cristo nella storia e allontana la gioventù dalla Chiesa.
Sergej Chapnin, redattore del 'Messaggero ecclesiastico' è intervenuto per dire che è opportuno rinunciare a progetti sociali e politici utopistici che nascono dagli ambienti monarchici, imperialistici, euroasiatici.
Ultima la lezione di padre Georgij Mitrofanov docente di Storia all'Accademia teologica di Sant Peterburg, membro del comitato per la canonizzazione dei santi. Egli criticò aspramente coloro che si occupano di storia mitologica come coloro che hanno innescato una campagna per la canonizzazione di Ivan il Terribile, di Gregorij Rasputin e perfino del generale Zhukov, di Stain edi Chapaev.