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La rinascita "neopagana"



Anche a Mosca, come in tante altre città della Russia, riferisce la giornalista Jana Amelina, sono apparsi gruppi di neopagani. Che cosa rappresenti questa rinascita del paganesimo che si considerava morto, non è facile dirlo. Una corrente religiosa? Un movimento sociopolitico? Semplice ritorno di un folclore antico? Club a sfondo economico? Nostalgia di "verdi"? Raggruppamenti di sbandati? Oggi fra i neopagani è possibile incontrare di tutto e il contrario di tutto.
Anton Prokof'ev, lo studioso autore del libro "Il paganesimo slavo", considera che le radici del neopaganesimo si debbano cercare nell'indebolimento dell'ideologia sovietica degli anni '70 e nella debole posizione della Chiesa ortodossa in quel tempo. Altre fonti potrebbero essere la reazione al soffocamento della persona nella società tecnologica, la condanna della civilizzazione moderna ed il desiderio di un ritorno ad una vita più a contatto con la natura.
L'ala politica del neopaganesimo si è distinta fin dagli inizi per il suo radicalismo. Nel dicembre del 1989 si è tenuta a Mosca la prima assemblea della comunità degli "sbattezzati" che nell'occasione sostituirono il loro nome di battesimo con nomi dettati dalla tradizione precristiana. Per esempio Tatjana diventò Lada, Aleksej Zveropolk. Fra i nuovi "ribattezzati" secondo il rito pagano si trovava anche il noto dissidente il mago Dobroslav (al secolo A. Dobrovol'skij).
Negli ultimi anni il neopaganesimo è presente in tutte le città di provincia. La consistenza numerica dei gruppi però è assai modesta, non supera qualche decina di adepti.
Secondo gli ideologi della nuova "credenza" il neopaganesimo non è una fede, ma piuttosto una non-fede che ha i propri dei, ma rappresentano più che altro le forze della natura. Così le feste sono in sintonia con i cicli delle stagioni. Non esistono divieti e regole precise e neppure riti obbliganti. Ognuno, secondo i propri gusti, è libero di inventare le espressioni della sua non-fede. La maggior parte dei neopagani non sono a conoscenza del Panteon degli dei precristiani, ma questo non sembra creare dei problemi, ogni comunità crea i propri dei a fantasia. Teoricamente i neopagani si professano ecumenici; in pratica poi non sono contrari a bruciare le Bibbie in pubblico.
Fra i neopagani si incontrano intellettuali assieme a gente semplice che indossa la camicia della tradizione locale e passa il fine settimana nei boschi, cantando, ballando e, naturalmente, bevendo allegramente e abbondantemente.
I libri sul neopaganesimo stanno ottenendo un successo inaspettato, in particolare il testo di Marija Semenova "Volkodar" (Cane lupo), un best seller che decanta entusiasticamente le mistiche rappresentazioni della "religione senza fede". I romanzi di Nik Perumov, seguace del "paganesimo tecnico", vanno a ruba nelle librerie.
E' difficile prevedere il futuro del neopaganesimo russo. Negli ultimi anni molte religioni a sfondo nazionale sono fiorite inaspettatamente, hanno goduto di breve fortuna e inaspettatamente sono scomparse, contribuendo comunque ad allargare il fronte del secolarismo. Tutto farebbe pensare che la stessa sorte debba toccare anche al neopaganesimo, se si esclude il neopaganesimo politico di alcune repubbliche autonome all'interno della Russia dove la religione degli antenati può servire per consolidare la propria specificità nazionale in contrapposizione alla civiltà cristiana russa importata dagli "invasori" di un tempo.
In ogni caso il fenomeno del neopaganesimo è a suo modo una riprova del bisogno inalienabile dell'uomo a trovare nella vita un senso religioso o pseudoreligioso ed è nel medesimo tempo una constatazione che la proposta cristiana non è stata in grado di venir incontro a questo bisogno in modo adeguato. Non si tratta di incolpare qualcuno (scuse e attenuanti se ne possono trovare a volontà), ma semplicemente di riconoscere che oggi in Russia il problema della evangelizzazione è il problema fondamentale per tutti i cristiani, per i cristiani interessati all'annuncio ecumenico di Cristo.

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