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Lettera ad Alessio II

Fonte:
CulturaCattolica.it

23 agosto 2005

Lettera del Consiglio dei cittadini ortodossi ad Alessio II, Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’, sulle azioni ostili del Vaticano nei confronti dei credenti ortodossi

La missiva certamente non riflette la mentalità di tutti gli ortodossi della Russia. Soprattutto fra gli intellettuali, ma anche fra il clero ortodosso si nota una crescente comprensione e simpatia verso la Chiesa cattolica. ‘Il Consiglio dei cittadino ortodossi’ rappresenta una voce minoritaria che però si fa sentire spesso e più forte di tante altre numericamente e culturalmente più solide. Il Coniglio dei cittadini ortodossi raccoglie i rappresentati del nazionalismo esasperato fra i quali si contano non pochi ex comunisti che vedono nella Chiesa ortodossa la possibilità di salvaguardare le ‘gloriose gesta’ del tramontato, poco gloriosamente, regime. Anche per questo non ci è facile trovare nel testo qualche cosa che, pur vagamente richiami allo spirito evangelico. Viene piuttosto di pensare che in questi zelanti fedeli per l’ortodossia sopravviva la mentalità tipica del comunismo: il nemico se non c’è, va inventato e infamato.

Santità,
Nello scorcio del dialogo ortodosso – cattolico, i rapporti della nostra Chiesa con la chiesa cattolica romana hanno raggiunto, da parte di quest’ultima, aspetti aggressivi. Inoltre va tenuto in considerazione anche l’aspetto dottrinale e missionario: l’esistenza di una sola Chiesa, una, santa, sobornica ed apostolica; la predicazione del Vangelo a tutte le creature e l’unificazione di tutti i popoli al Corpo di Cristo. Gli avvenimenti egli ultimi anni hanno dimostrato che il Vaticano, quando chiama la Chiesa ortodossa, Chiesa sorella, non fa che pronunciare una falsità gesuitica a vantaggio della ‘Santa Sede’ che brama disarmare ‘gli scismatici orientali’.
Se tralasciamo la menzogna e la falsità dei diplomatici cattolici romani, il proselitismo ed il così detto espansionismo verso l’Oriente, attività tipiche della chiesa cattolica romana, sono del tutto giustificabili dal punto di vista dei testi evangelici, se essa si considera l’unica vera chiesa di Cristo. Nel catechismo ufficiale cattolico leggiamo: “L’unica Chiesa di Cristo, è quela che il Salvatore ha affidato a Pietro e dopo la sua risurrezione comandò a lui e agli altri apostoli di espanderla e dirigerla. Questa Chiesa fondata e strutturata nel mondo come società, esiste (subsistit in) nella Chiesa cattolica diretta dal successore di Pietro e dai vescovi che si trovano in comunione con lui” (CCC Mosca 1998 n. 816)
Oggi, per milioni di credenti ortodossi è del tutto chiaro che qualsiasi partecipazione della Chiesa ortodossa al movimento così detto ecumenico è un grave errore che può portare alla rovina delle anime della gente. Il movimento ecumenico non è altro che un metodo per riunire tutte le confessioni alla sede di Roma.
“In quanto il movimento ecumenico è pensato dal Concilio Vaticano II come via per introdurre tutte le altre Chiese e comunità cristiane nel seno della Chiesa cattolica, per questo il Concilio invita tutti i fedeli cattolici a prender parte alle attività ecumeniche”. Il Concilio quindi per movimento ecumenico intende tutte le attività dirette all’unione dei cristiani, cioè all’unione di tutti con la chiesa cattolica. Questo processo può compiersi nel seguente modo: “…superando gradualmente le difficoltà che impediscono la perfetta unione ecclesiastica, tutti i cristiani saranno riuniti da un’unica celebrazione eucari­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­stica nell’unità dell’unica vera Chiesa, in quella unità donata fin dall’inizio alla sua Chiesa che noi crediamo permanere indivisa nella Chiesa cattolica.” (Conferenza teologica annuale PSTBI Materiali. Mosca 1998 p. 65).
Senza impedire ai suoi membri di pregare con gli scismatici, la chiesa cattolica romana considera condizione principale per giungere all’unità non il superamento delle differenze dogmatiche, ma il riconoscimento del primato del papa. Uno degli esempi più chiari di questa politica del Vaticano è l’uniatismo ed il permesso di usare il credo della fede ortodossa in caso di necessità.
Tenendo conto della differenza essenziale che intercorre tra lo status del papa di Roma e lo status del Patriarca ortodosso, status del papa che include la prerogativa di un potere supremo mondano di capo di stato, l’attività della chiesa cattolica romana acquista non soltanto un carattere religioso, ma anche puramente politico.
Nonostante tutti i gesti di buona volontà da parte della Chiesa ortodossa russa, nonostante tutti gli accordi bilaterali che esistono fra la Chiesa ortodossa russa e il Vaticano, la chiesa cattolica romana intraprende azioni concrete per diffondere la sua influenza su paesi da tempo ortodossi e, con l’aiuto di speculazioni pseudoreligiose attira i suoi adepti nell’orbita dei propri interessi politici, permettendosi di ignorare i richiami dei gerarchi ortodossi, come se non avessero nessuna importanza. Non a caso in molti articoli sui giornali e per televisione dedicati alla memoria di papa Karol Woitila, il defunto capo del Vaticano, pontefice di Roma, era elogiato non tanto come personaggio religioso quanto come politico di talento, come una delle personalità più influenti della guerra fredda. Prima di morire Karol Woitila diede il suo ultimo tocco di penna di lotta politica contro l’Oriente ortodosso confermando la decisione di trasferire il centro degli uniati da Leopoli a Kiev e conferendo a Ljubomir Husar il titolo di arcivescovo di Kiev e della Galizia. Tutta la storia dell’unia documenta che essa ha sempre servito gli interessi politici di stati stranieri ostilmente animati contro la nostra Patria, si tratti dell’Austria – Ungheria, della Germania di Hitler come degli stati del blocco militare Nato.
Tenendo presente quanto esposto sopra, noi umilmente preghiamo Vostra Santità di intraprendere una serie di iniziative per rafforzare la Santa Ortodossia nei territori canonici della Chiesa ortodossa russa e di fare dei passi decisivi per sviluppare in Occidente l’attività missionaria fino ad oggi impedita dagli accordi diplomatici con il Vaticano.
Noi consideriamo essere di prima importanza intraprendere le seguenti misure:
Interrompere tutti i rapporti con la chiesa cattolica romana e lo stato vaticano; interrompere qualsiasi attività in comune.
Tenendo presente che l’uomo occidentale, da tempo deluso dalla freddezza del cattolicismo, è attratto verso la Verità, la Fede e la spiritualità, è necessario fondare una metropolia romana ortodossa e delle parrocchie dove si celebri la liturgia in rito latino tradizionale. E doveroso accettare nel seno della Chiesa ortodossa tutte le comunità dei vecchio cattolici che lo desiderino; creare un ordinamento scolastico della Chiesa ortodossa russa per la preparazione di sacerdoti di rito latino in funzione di svolgere la loro missione nei paesi d’America e dell’Europa e per lo sviluppo delle loro attività missionarie.
Stimolare il nascere e lo sviluppo delle organizzazioni sociali ortodosse e il consolidamento della elite ortodossa dei giornalisti e dei politici.
A nostro avviso ogni accordo con la chiesa cattolica persegue unicamente gli interessi del Vaticano ed ostacolano la Chiesa di Cristo nello svolgere il suo servizio indicato dal Signore. Per vincere il truffatore non c’è che un metodo: non sedersi insieme al tavolo da gioco.

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