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Lo spettro del secolarismo militante

Fonte:
CulturaCattolica.it
Intervento di Ilarion (Alfeev) vescovo ortodosso del Patriarcato di Mosca a Vienna

Lo spettro del secolarismo militante

Lo spettro del secolarismo militante vaga per l'Europa. Opponendosi in modo attivo contro gi manifestazione di religiosità, il secolarismo militante riesce ad ottenere vittorie sempre più strepitose sul campo sociale europeo. Non si sono ancora spenti i fuochi delle battaglie sulle radici cristiane dell'Europa nelle Costituzioni europee, che già una nuova ondata di dispute ha scosso il Vecchio mondo, in questo caso a proposito della legge approvata dal governo francese sulla proibizione di portare simboli religiosi in luoghi pubblici. E ancora una volta il secolarismo sociale si è mostrato come l'unico legittimo sistema di concezione del mondo, sul fondamento del quale deve essere costruito il nuovo ordine mondiale, sia in Europa che oltre i suoi confini.
La tendenza ad escludere la religione dalla sfera sociale, riservando ad essa un posto nel cortile dietro casa dell'esistenza umana, ridurla esclusivamente nella sfera della vita privata dei singoli individui, questo è il programma alla cui realizzazione lavorano i rappresentanti dell'umanesimo liberale moderno che si ispirano alle idee del Rinascimento e alle sue specifiche teorie sulla libertà e la tolleranza.
La volontà categorico di un numero considerevole degli operatori politici di non includere la memoria del cristianesimo nella Costituzione europea e la decisa contrarietà della maggioranza degli operatori sociali francesi ad ogni aperta manifestazione della fede ed altri simili fenomeni che hanno luogo i molte parti dell'Europa, non sono che una parte che emerge sopra le acque di un iceberg. Oltre questi problemi esiste un attacco sistematico, consapevole del secolarismo militante contro ciò che è rimasto della civilizzazione cristiana europea e insieme il desiderio di farla finita con essa una volta per sempre.

Il secolarismo militante come pseudo religione

Quando nel 1917 i bolscevichi occuparono il potere, uno dei punti principali del loro programma ideologico fu la lotta contro la religione in tutti i suoi aspetti. Questa lotta negli anni 1920-1930 si trasformò in un genocidio: il Moloc del secolarismo militante non risparmiò nessuno: né vescovi, né sacerdoti, né monaci, né monache, ne semplici fedeli. La triste sorte dei sacerdoti e diaconi repressi fu condivisa dalle loro mogli e dai loro fogli: questi ultimi venivano marchiati come "figli dei nemici del popolo" e venivano raccolti in speciali "internati" dove venivano educati nello spirito antireligioso. Nella persecuzione soffrirono in diverso grado i rappresentanti di tute le religioni, gli ortodossi, i cattolici, i protestanti, i musulmani, gli ebrei, i buddisti. E tutto questo avveniva all'insegna della libertà, dell'eguaglianza e della fraternità, parole ereditate dalla rivoluzione francese.
La comprensione della libertà, fra il resto, aveva un significato restrittivo nei confronti della religione. Secondo la costituzione del 1929 si concedeva la libertà di svolgere riti religiosi e propaganda ateistica. In altre parole propagandare, cioè confessare apertamente, era permesso soltanto all'ateismo: propagandare la religione era ufficialmente proibito. In pratica, lo stesso fatto che una persona apparteneva ad una religione, anche se non propagandava la sua fede era considerato come una sfida a tutta la società sovietica e quasi di norma portava ad essere licenziati dal lavoro e a perdere la propria posizione sociale. In molti casi, particolarmente negli anni di sangue 1920-1930, essere credente significava mettere a rischio la propria vita e la vita dei propri cari.
La causa dell'odio che i comunisti russi provavano nei confronti della religione, secondo Berdjaev, era determinata dal fatto che il comunismo veniva considerato come una religione che doveva sostituirsi al cristianesimo. La spietata lotta del comunismo contro la fede in Dio si spiega con la loro pretesa di poter avere il monopolio della concezione del mondo. Per il fatto che, secondo Berdjaev, l'uomo è "animale religioso", quando lui "rinnega l'unico e vero Dio, egli si costruisce false dei, idoli e si prostra di fronte a loro"- In questo senso il comunismo russo divenne anti-religioso, pseudo-religioso, surrogato della religione per milioni di persone, che di forza furono strappati dalla fede dei loro padri.

Il comunismo non fondò soltanto una ideologia, ma anche tutto un culto che racchiudeva in se stesso l'adorazione degli idoli come componente inscindibile, solo che al posto dei santi, oggetto della venerazione erano i duci del proletariato internazionale, i cui ritratti erano appesi in ogni stanza di ogni edificio sociale. Era stato elaborato un sistema di simboli il cui scopo consisteva nel cancellare dalla memoria della gente i simboli religiosi: al posto della croce e delle icone si metteva la stella rossa e falce e martello. Nel medesimo tempo i simboli religiosi venivano brutalmente perseguitati, anch'essi infatti venivano considerati come una sfida alla società sovietica senza Dio.
Il secolarismo militante nell'attuale Europa è esso pure una pseudo religione che possiede il suo solido credo e le sue norme morali, il suo culto, la sua simbolica. Come il comunismo russo del XX secolo esso pretende di avere il monopolio della concezione del mondo e non ammette concorrenti. Proprio per questo i leader del secolarismo reagiscono morbosamente ai simboli religiosi e sussultano al solo ricordo del nome di Dio. "Se Do non esiste, occorre inventarlo" diceva l'ateo illuminista Volter, sottolineando l'importanza della fede religiosa per la salute morale dell'uomo e della società. " Se Dio esiste, non si deve parlare di lui" insistono gli umanisti liberali dei nostri giorni.
L'attuale secolarismo militante, come il bolscevismo russo, si considera una concezione del mondo venuta a sostituire il cristianesimo. Proprio per questo esso non è né neutrale, né indifferente nei confronti del cristianesimo: esso gli è apertamente nemico. Dagli ideologici del secolarismo europeo a volte si possono sentire valutazioni positive nei confronti dell'Islam, ma essi non diranno mai una parola di bene sul cristianesimo…
Oggi la Chiesa cattolica è quella che maggiormente si oppone al secolarismo e al liberalismo dell'Europa: Ma nel continente europeo vive un numero considerevole di protestanti senza contare non meno do 200 milioni di ortodossi. La risposta dei protestanti europei alla sfida del secolarismo, purtroppo si riduce ad un continuo allontanamento dalle norme fondamentali della teologia e della morale cristiane, ad un indebolimento dei principi dottrinali e morali e ad un adattamento alla concezione secolaristica. Quale sarà la risposta della Chiesa ortodossa a questa sfida? E chi sono i nostri principali alleati nella lotta per il diritto della propria vita sul fondamento della priorità dei valori tradizionali piuttosto che sui valori umani comuni?
Io sono profondamente convinto che in Europa il nostro principale alleato è la Chiesa cattolica. I problemi che oggi esistono nelle reciproche relazioni fra cattolici e ortodossi in Ucraina e in Russia, naturalmente devono essere risolti, ma questi problemi devono essere localizzati affidandone la soluzione a commissioni paritetiche. Ma in ciò che riguarda il campo sociale europeo ortodossi e cattolici devono trovare una strada comune per testimoniare di fronte al mondo che ha perso il senso della Chiesa. L'attuale conflitto fra le chiese cattolica e ortodossa non è attuale (ma possono forse esistere conflitti attuali?), infatti si è scatenato in un momento in cui la testimonianza comune delle due Chiese tradizionali, unite dalla stessa fede e dalla stessa preoccupazione per l'attacco del secolarismo militante, sarebbe particolarmente necessaria.

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