Rassegna stampa, 10 maggio 2004
- Autore:
- Curatore:
Sulla commissione mista cattolico-ortodossa
Elja Vermisheva, I cattolici hanno riconosciuto che la Russia non è la Nuova Guinea, "gazeta.ru", 7 maggio
Le relazioni tra le Chiese ortodossa russa e cattolica cominciano gradualmente a normalizzarsi. Subito dopo le prime trattative per superare i punti di disaccordo, i cattolici hanno parlato di "alcuni errori" da essi commessi in Russia. Si sta parlando del proselitismo.
Mercoledì a Mosca si è svolta la prima seduta della commissione di lavoro mista per l'esame dei problemi esistenti nelle relazioni cattolico-ortodosse. Alla fine il segretario generale della Conferenza episcopale russa Igor' Kovalevskij ha riconosciuto che effettivamente la Chiesa cattolica in Russia ha commesso degli errori, anche se non si è trattato di una prassi deliberata.
Secondo Kovalevskij, il Vaticano non guarda alla Russia come a un paese di missione e capisce che "la Russia non è la Nuova Guinea o un paese africano, in cui bisogni annunciare il cristianesimo. È un paese con una cultura cristiana millenaria", per cui nessuno ha intenzione di cattolicizzare la Russia.
L'autore ripercorre poi la storia del peggioramento delle relazioni in seguito alla creazione delle diocesi nel 2002, delle visite "indesiderate" del papa in territorio ex sovietico e dell'allontanamento di alcuni sacerdoti cattolici (la Chiesa ortodossa dice di non centrare niente in quest'ultimo problema, ma non è un segreto che sono stati cacciati i missionari più attivi).
L'anno scorso - continua il pubblicista - il patriarcato ha scritto addirittura una lettera all'arcivescovo Kondrusiewicz, elencando i casi di proselitismo cattolico in Russia, a cui è stato risposto che tutte le azioni dei sacerdoti cattolici nella Federazione Russa sono volte a soddisfare le esigenze religiose dei credenti, e che le nuove parrocchie cattoliche nascono solo su richiesta o con il consenso delle autorità locali.
La Chiesa cattolica non riconosce il principio del "territorio canonico" ma quello della libertà di confessione di ciascuno. L'arrivo di Kasper nel febbraio del 2004 (nel 2002 la sua visita era stata dichiarata "non gradita"), ha segnato l'avvio del lavoro di questa commissione mista, cosa che, insieme alle dichiarazioni di Kovalevskij, fa sperare in una maggior cordialità delle relazioni.
Secondo una dichiarazione del segretario-stampa della Conferenza episcopale Viktor Chrul', Kovalevskij ha parlato di "errori che si possono valutare come proselitismo. Il problema è che nessuno cerca di definire che cos'è il proselitismo. Se è un attirarsi credenti di un'altra comunità cristiana con metodi indegni, si può considerare proselitismo il lavoro in case d'accoglienza, l'assistenza ai bambini, tanto più se nessuno tenta di convertirli alla propria fede?.. Non si capisce dove si arriverà, usando un metodo che esamina continuamente dei casi concreti conflittuali senza elaborare una definizione complessiva del concetto di proselitismo".
Padre Chaplin ha così commentato la situazione: "ci rallegra che il Vaticano dica che non vuole convertire gli ortodossi al cattolicesimo. Però una serie di fatti dice che i sacerdoti cattolici svolgono tale attività". Secondo Chaplin, la commissione mista ha appunto il compito di esaminare casi concreti di conflitto e di chiarire se si tratta o no di proselitismo. Ad esempio, a Lobno la comunità cattolica che gestisce la casa d'accoglienza Rodnicjok si occupa anche dell'educazione religiosa dei bambini. Una situazione analoga si è creata in un orfanotrofio di Novosibirsk, dove i sacerdoti cattolici hanno esteso la propria attività missionaria anche agli adulti.
Queste cose sono inammissibili, - dice Chaplin - mentre diverso è il caso in cui in queste comunità lavorino sacerdoti ortodossi (come in una comunità di recupero di drogati, in provincia di Jaroslavl').
Per i laici i problemi stanno un po' diversamente. Ha dichiarato Nikolaj Mitrochin, direttore dell'Istituto di studio della religione nei paesi della CSI e del Baltico: "Queste ammissioni dei cattolici significano soltanto che disperano di ottenere giustizia dal nostro Stato, che proclama la parità di tutte le confessioni ma in realtà non la garantisce. Si crea quindi una situazione in cui i sacerdoti cattolici vengono periodicamente estromessi dal paese, e la loro attività intralciata. Adesso sono costretti a compiere dei passi diplomatici, ammettendo cose che non hanno fatto. Semplicemente, si sono trovati in una situazione che li costringe a far atto di pentimento. Da anni la Chiesa ortodossa russa sta sfruttando miti sul proselitismo o sull'espansione greco-cattolica in Ucraina, sebbene vi siano moltissimi esempi del fatto che là cattolici e ortodossi convivono e collaborano fruttuosamente. Per questo è difficile aspettarsi miglioramenti nelle relazioni tra Chiese, perché esse in realtà dipendono da complessi processi che si svolgono all'interno della stessa Chiesa ortodossa, e non da come si comportano i cattolici in Russia".
Nelle relazioni tra Patriarcato di Mosca e Vaticano il gelo non si è ancora sciolto, dichiara padre Chaplin, "portal-credo.ru", 7 maggio
La Chiesa ortodossa russa per ora non vede un progresso sostanziale nelle relazioni con il Vaticano, "continuano a esserci delle gelate" - ha dichiarato alla conferenza stampa (secondo l'agenzia Novosti).
Segue una breve storia del formarsi della commissione, di cui Chaplin è co-presidente insieme a padre Igor' Kovalevskij. "È iniziato un difficile processo di esame di concrete situazioni conflittuali in diverse regioni della Russia, e anche in Kazachstan e Uzbekistan", ha dichiarato poi, aggiungendo: "Abbiamo raccolto dati dai nostri vescovi, dal clero, dai mass media anche cattolici, su fatti che noi riteniamo un'attività missionaria scorretta da parte dei cattolici nei confronti di persone battezzate nell'ortodossia e cresciute nella cultura ortodossa".
Come esempi ha citato casi di educazione cattolica di bambini trasferiti da orfanotrofi statali o da famiglie sfortunate in case di accoglienza cattoliche, oppure colazioni benefiche che vengono accompagnate dalla catechesi, secondo una geografia che comprende Mosca e provincia, Novosibirsk, Murmansk, Angarsk, Irkutsk, Vladivostok.
"Si potrà parlare di miglioramento delle relazioni solo dopo la soluzione di queste situazioni concrete, quando cesseranno di giungerci appelli indignati e addolorati di fedeli ortodossi", ha aggiunto Chaplin, portando ad esempio positivo il caso di una fondazione cattolica che in provincia di Jaroslavl' collabora con gli ortodossi per l'educazione dei bambini ad essa affidati.
L'esponente della parte cattolica, padre Kovalevskij, dal canto suo, ha ammesso che "esistono singoli casi interpretabili come fatti di proselitismo (missionarietà), sebbene la Chiesa cattolica non abbia perseguito tali scopi". "I cattolici sono sempre stati e restano una minoranza in Russia. Il nostro scopo è la cura pastorale dei cattolici che vivono nella Federazione Russa. Se c'è ancora qualche gelata nelle relazioni tra le nostre Chiese, l'inverno tuttavia è passato", ha concluso infine.
"Le relazioni tra le Chiese non debbono fondarsi sui principi della concorrenza di mercato". Risposte della commissione alla conferenza stampa, "servizio stampa del patriarcato di Mosca", 7 maggio
Dopo aver ricordato brevemente la genesi e il motivo per cui si è riunita la commissione, nel corso della conferenza stampa padre Chaplin ha fornito esempi concreti dell'attività di parrocchie e ordini religiosi cattolici che suscitano apprensione nella Chiesa ortodossa.
"Svolgiamo il nostro lavoro sulla base dei principi etici delle relazioni interecclesiali - ha sottolineato poi - Quando le Chiese cercano di parlare l'una all'altra della suddivisione delle sfere in cui ciascuna ha la propria responsabilità missionaria, questo non ha niente a che fare con le leggi laiche, che permettono di propagandare qualunque idea tra qualunque gruppo di popolazioe. Le nostre Chiese oggi cercano di non comportarsi tra di loro come ditte concorrenti sul mercato, ma di fondare le proprie relazioni su un'etica interecclesiale che si è formata fin dai primi secoli cristiani… Se ci consideriamo cristiani, se vogliamo basarci sull'amore fraterno, dobbiamo svolgere delle consultazioni su dove predicare il Vangelo, e non predicarlo là, dove è già predicato, come dice san Paolo (Rm 15,20). Se ci atterremo a questi principi, riusciremo a trovare una soluzione alle situazioni di crisi che sorgono in diverse regioni della Russia e dei paesi della CSI".
Dopo aver osservato che la discussione non era stata semplice, padre Chaplin ha detto: "Si vorrebbe credere che attraverso un processo di consultazioni e una dettagliata e imparziale disamina delle situazioni conflittuali in loco, si riesca ad elaborare delle raccomandazioni alla gerarchia delle due Chiese, che possano portare alla reale soluzione dei problemi esistenti e siano accette ai fedeli dell'una e dell'altra Chiesa".
A sua volta, padre Igor' Kovalevskij ha attestato che la Chiesa cattolica nel proprio operato in Russia parte dal fatto che il paese non è terra di missione: "La Russia non è la Nuova Guinea o un paese africano, in cui bisogni annunciare il Vangelo. La Russia è un paese cristiano, dotato di antiche e profonde tradizioni ortodosse. Al tempo stesso, vivono qui persone di diverse nazionalità e confessioni religiose, tra cui anche i cattolici, che in Russia sono stati, sono e saranno sempre una minoranza della popolazione".
Kovalevskij ha ribadito che scopo del gruppo di lavoro è raccogliere ed esaminare informazioni sulle situazioni conflittuali, e anche proporre metodi di soluzione di tali problemi.
Chaplin ha sottolineato: "Io penso che si potrà parlare di progresso nelle nostre relazioni solo quando le situazioni conflittuali saranno realmente superate, quando cesseremo di ricevere segnali da fedeli ortodossi circa l'attività di sacerdoti e ordini religiosi cattolici, strategicamente volti a convertire al cattolicesimo persone battezzate nell'ortodossia o appartenenti alla tradizione ortodossa per cultura e radici familiari".
Prima sessione della commissione mista cattolico-ortodossa, "religija i SMI", 7 maggio
Resoconto e breve storia della commissione, dedicata all'esame delle situazioni conflittuali tra le due Chiese nei territori dell'ex Unione Sovietica.
A quanto hanno asserito i membri della commissione, non si tratta di stabilire le rispettive sfere di responsabilità missionaria, ma di costruire una collaborazione sui principi etici delle relazioni interecclesiastiche; tutti hanno concordato sul fatto che bisogna cominciare a consultarsi a vicenda su questioni di pastorale e missionarietà, seguendo le parole di san Paolo: "Io non ho predicato laddove era già stato predicato il nome di Cristo".
La delegazione cattolica ha ribadito di non considerare la Russia un paese di missione, e di attenersi nel lavoro in Russia al documento "Principi generali e raccomandazioni pratiche per il coordinamento dell'attività di evangelizzazione e i doveri ecumenici della Chiesa cattolica in Russia e negli altri paesi della CSI", approvato in Vaticano il 1° giugno 1992. Padre Kovalevskij ha però constatato che da parte cattolica "ci si è prestati a equivoci che possono essere interpretati come proselitismo".
Padre Chaplin ha commentato l'incontro dicendo che è "solo l'inizio di un processo tutt'altro che facile di esame di situazioni conflittuali". Ha aggiunto che si è parlato di casi concreti verificatisi a Mosca e provincia, a Novosibirsk, Muramnsk, provincia di Irkutsk, Vladivostok, Jaroslavl'. "Il successo della commissione - ha concluso - dipenderà se si riuscirà o no a sanare queste situazioni di conflitto".
"Ci aspettiamo che venga elaborato un codice di comportamento tra le due confessioni - ha osservato padre Kovalevskij - i cattolici della Russia vedono che ci sono già dei passi positivi, se non altro gli esponenti della Chiesa ortodossa capiscono che né il Vaticano, né i vescovi cattolici della Russia hanno direttive o intenzione di convertire la Russia alla fede cattolica". Ha poi aggiunto che "l'atmosfera all'interno della commissione è stata molto positiva, ci sono state discussioni, talvolta accese, ma il dialogo si è svolto in un'atmosfera di mutua comprensione".
Comunicato di padre Igor' Kovalevskij, "portal-credo.ru", 7 maggio
"Nonostante le notevoli difficoltà, nelle relazioni tra le Chiese si osservano dei segnali positivi. Durante la visita in Polonia il capo dell'OVCS metropolita Kirill ha dichiarato che non esistono né da parte del Vaticano né da parte dei vescovi locali istruzioni per un'attività di proselitismo in Russia, e di singoli fatti si occuperà la commissione mista.
La Chiesa cattolica in Russia è sempre stata, è e resterà una minoranza religiosa, sempre pronta a una collaborazione costruttiva con la Chiesa ortodossa russa per il bene della società russa. Esistono tuttavia singoli casi che a causa di equivoci o di mancanza di informazione suscitano preoccupazione in esponenti della Chiesa ortodossa russa e in alcuni strati della società. Tali casi vengono a volte interpretati come fatti di proselitismo.
Alla riunione della commissione mista la parte ortodossa ha sottoposto a quella cattolica alcuni di questi casi, verificatisi nel territorio della Federazione Russa. Non si può considerare tutto ciò come un tribunale contro la Chiesa cattolica allo scopo di accusarla o di controllarne l'attività in Russia. Le parti sono giunte alla conclusione che l'analisi delle cause dell'inquietudine e della mancanza di comprensione reciproca in alcuni casi aiuterà ad elaborare un codice di comportamento tra le due Chiese. La parte ortodossa ha presentato anche esempi positivi di collaborazione tra le due Chiese, che possono costituire una chiara testimonianza cristiana per il mondo d'oggi. Questi esempi sono stati completati dalla parte cattolica.
Le parti sono giunte alla conclusione che è necessaria una più ampia informazione reciproca, e una maggior collaborazione costruttiva, in particolare per quanto riguarda progetti sociali. Particolare preoccupazione è stata dimostrata nei confronti dei mass media che spesso interpretano in modo inesatto fatti e dichiarazioni di esponenti delle singole Chiese, cosa che non contribuisce alla normalizzazione delle loro relazioni.
Durante i lavori l'atmosfera all'interno della commissione è stata amichevole, e si spera che il gruppo possa lavorare efficacemente per regolare problemi che sorgano tra le nostre Chiese.
La parte cattolica ha preso atto inoltre della preoccupazione della parte ortodossa a proposito di relazioni interecclesiali al di fuori dei confini della Russia, che tuttavia non rientrano nelle competenze del suddetto gruppo di lavoro". Padre Igor' Kovalevskij, segretario generale della Conferenza episcopale cattolica russa.
Nelle relazioni tra le Chiesa cattolica e ortodossa si osservano segnali positivi, "blagovest-info", 7 maggio
Il comunicato riprende nei termini generali il fatto della commissione e le dichiarazioni di padre Kovalevskij alla conferenza stampa, riportando la sua ammissione che "abbiamo compiuto degli errori, che tuttavia non sono una pratica intenzionale".
I fatti di proselitismo accusati dagli ortodossi sono la casa di accoglienza per bambini Rodnicjok (provincia di Mosca), e un'altra dedicata a San Nicola a Novosibirsk, la televisione Cana, alcune azioni di beneficenza organizzate dalle parrocchie cattoliche a Murmansk e ad Angarsk (provincia di Irkutsk). Sono stati tuttavia riportati anche esempi positivi di collaborazione cattolico-ortodossa, a Jaroslavl' e a Mosca.
La prossima sessione è programmata per l'autunno, in data ancora da stabilirsi.
Stato e Chiesa
I capi delle confessioni religiose della Russia presenti all'assunzione del mandato presidenziale, "portal-credo.ru", 7 maggio
Il 7 maggio hanno partecipato alla solenne cerimonia dell'accettazione del mandato presidenziale nella sala di Sant'Andrea nel Cremlino: il patriarca Aleksij, il metropolita dei vecchi credenti Andrian, il rabbino capo Berl Lazar, i capi dei musulmani mufti Talgat Tadzhuddin e Ravil Gajnutdin, e il capo dei buddisti Damba Ajusheev. Erano presenti anche i metropoliti Juvenalij, Kirill e Kliment.
Dopo la parata militare ricevuta da Putin sulla piazza delle cattedrali, al suono delle campane del Cremlino il presidente è entrato in una delle cattedrali.
Il Papa riceverà i deputati dell'Assemblea legislativa di Pietroburgo, "Portal-credo.ru", 7 maggio
Il riceverà infatti in udienza il 27 maggio (anniversario della città di Pietroburgo), come ha dichiarato il rappresentante dell'organismo per i rapporti con le organizzazioni religiose Igor' Rimmer, che prima dell'udienza ha detto di voler ricevere la benedizione della Chiesa ortodossa russa. Scopo dell'incontro, ha aggiunto Rimmer, è esaminare il ruolo dello Stato nella collaborazione con la Chiesa "per ottenere il consenso sociale".
Notizie sull'Ucraina
La Chiesa greco cattolica ucraina: agnello da immolare alle trattative tra Mosca e Roma?, "servizio di informazione religiosa in Ucraina"
Anziché "ponte di civiltà tra Roma e Mosca", come la intendono i suoi presuli, la Chiesa greco cattolica è una vittima sulla strada della riconciliazione tra il Vaticano e il patriarcato di Mosca.
Si riprende la questione del patriarcato, chiesto già da Slipyj, poi ripreso da Husar, della corrispondenza tra il cardinal Kasper e il patriarcato di Mosca e delle reazioni del mondo ortodosso da questi organizzate, e infine delle trattative di Mosca del febbraio scorso, da cui i greco-cattolici hanno appreso in parte le loro future sorti: infatti Kasper ha dichiarato che la questione del patriarcato sarà risolta in modo "da non danneggiare le nostre relazioni con la Chiesa ortodossa russa", e che i greco-cattolici nella Federazione Russa saranno subordinati ai vescovi latini.
Dal canto suo, la Chiesa greco-cattolica ucraina attraverso il sinodo svoltosi il 25-26 febbraio e le dichiarazioni del cardinal Husar sul ritorno a Kiev, ha dichiarato di voler proseguire sulla strada del riconoscimento del patriarcato, perché le manca solo il titolo formale, ma è già, di fatto, una Chiesa patriarcale. In particolare, Husar ha detto: "Nella nostra tradizione orientale il patriarcato è una meta normale nel processo di crescita di una Chiesa. Quando nella sua evoluzione storica una Chiesa orientale raggiunge la maturità nei vari aspetti della sua vita… il riconoscimento del patriarcato non rappresenta un momento di stasi, ma semplicemente la presa di coscienza di uno sviluppo già verificatosi. L'anno scorso abbiamo ottenuto il pieno consenso dei vescovi greco-cattolici sul fatto che la nostra Chiesa è già un patriarcato… Non è il papa che crea i patriarcati. Il patriarcato è la Chiesa del popolo, che già esiste, che ha una propria spiritualità, gerarchia, teologia, e che va semplicemente riconosciuta… La nostra Chiesa è una Chiesa sorella per Roma… Siamo una Chiesa sui iuris, cioè che si esprime e cresce in forme e tradizioni che hanno una natura umana e non divina. Ma siamo Chiesa nel pieno senso della parola, una Chiesa pari a quella latina. In questo caso noi formiamo un'unità di Chiese sorelle che a livello spirituale hanno simile dignità e valore".
Un gruppo di deputati del parlamento ucraino, capeggiato dal deputato A. Gudyma, ha intenzione di recarsi a Roma, con la benedizione del cardinal Husar, per richiedere al Papa la concessione del patriarcato ancor prima che a Kiev venga consacrata la cattedrale greco-cattolica. Un appello al Pontefice è stato firmato da oltre 150 deputati. Si può dire che tutta l'élite ucraina sostenga la gerarchia greco-cattolica. Che cosa dirà la Santa Sede?
Inquietudine della Chiesa ortodossa sulla questione ucraina, "newsru.com", 7 maggio
Nel corso della conferenza stampa del 6 maggio, padre Chaplin ha dichiarato: "La situazione in Ucraina ci preoccupa molto", aggiungendo che da anni è sospesa la questione della costruzione della cattedrale ortodossa a L'vov. "Ci preoccupa anche la chiara intenzione del vescovo greco-cattolico Husar di spostare la sede a Kiev, dandole quindi uno status nazionale". Chaplin ha espresso inoltre la propria meraviglia per il fatto che la Chiesa in Ucraina abbia rapporti con gli scismatici del patriarcato di Kiev, e allarme per il fatto che vengano trasferiti nella capitale sacerdoti dalla Transcarpazia e da altre parti dell'Ucraina, quasi "per impiantare artificiosamente il cattolicesimo dove non è mai esistito".
Il Papa invita a garantire all'Ucraina libertà religiosa, "trud.ru", 8 maggio
Il Papa ha rivolto questo appello alla leadership ucraina, appoggiando la sua politica di rispetto della libertà religiosa per le varie confessioni e chiedendo inoltre di restituire alla Chiesa cattolica gli immobili confiscati in epoca sovietica, il 7 maggio, ricevendo le credenziali del nuovo ambasciatore ucraino.
Giovanni Paolo II ha sottolineato in particolare l'importanza dell'educazione religiosa e del riconoscimento da parte dello Stato della teologia come disciplina universitaria. Ha inoltre dichiarato di appoggiare l'intenzione dell'Ucraina di "sentirsi parte dell'Europa, di instaurare stretti contatti con i paesi del continente", perché l'Ucraina in questo senso "può diventare un importante laboratorio di dialogo, sviluppo e collaborazione con tutti".
L'Unione delle fraternità ortodosse in Ucraina promuove una processione contro l'ingresso nella NATO, "blagovest-info", 7 maggio
La manifestazione si svolgerà a Kiev, partendo dalla Lavra delle Grotte fino agli edifici ministeriali, e sarà accompagnata da un comizio di protesta.