Rassegna stampa, 11 maggio 2004
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Sull'attentato in Cecenia
Sulla stampa si trovano per ora i particolari dell'esplosione, dei funerali, dei fermati nel corso delle indagini. Meno facile trovare dei giudizi di prospettiva.
Andrej Krasnov, Chi e come potrà governare adesso la Cecenia, "Kommersant", 11 maggio
In base alla legislazione del paese, le elezioni del nuovo presidente dovrebbero svolgersi entro il 5 settembre. Il Cremlino contribuirà attivamente, con ogni probabilità, a questo processo, affinché l'attentato non annulli i risultati del processo di normalizzazione politica della repubblica, che ha visto i suoi frutti nel referendum sulla Costituzione e nell'elezione del presidente della repubblica l'autunno scorso. È quanto risulta dalla dichiarazione fatta da Putin il 9 maggio a Sergej Abramov, primo ministro che assumerà provvisoriamente le funzioni presidenziali fino alle elezioni.
La lotta per la presidenza sarà probabilmente dura rispetto alla scorsa campagna elettorale, in cui l'appoggio della Russia a Kadyrov non aveva praticamente lasciato alcuna chance ai suoi concorrenti. Un possibile candidato potrebbe essere il figlio, Ramsan Kadyrov, che attualmente era a capo dei servizi di sicurezza, e che ha ottenuto ieri il posto di vice primo ministro dal facente funzione di presidente Abramov.
Dichiarazione di mons. Kondrusiewicz alla cerimonia di assunzione del mandato da parte di Putin, "portal-credo.ru", 10 maggio
"Il rafforzamento delle libertà personali dei cittadini è un accento molto importante per tutti i credenti, echeggiato nel discorso inaugurale del presidente Putin", ha rilevato uno dei partecipanti alla cerimonia, il metropolita Kondrusiewicz, interpretandolo come un segno di speranza per la composizione delle relazioni all'interno della società e lo sviluppo della libertà di confessione religiosa.
"Credo che l'aspirazione del presidente durante il suo secondo mandato a rafforzare la società civile in modo che ognuno possa esprimere i propri talenti e capacità, sia l'esito dei suoi incontri con il Papa Giovanni Paolo II e altri leader religiosi del pianeta", ha aggiunto, sottolineando che tali aspirazioni "sono pienamente consonanti alla dottrina sociale cristiana, sviluppata dalle Chiese cattolica e ortodossa".
Il giorno prima Kondrusiewicz aveva inviato un messaggio augurale personale a Putin.
Il Ministero della giustizia della Russia ha registrato la Chiesa ortodossa apostolica, "portal-credo.ru", 7 maggio
La registrazione di quest'organizzazione religiosa, che si definisce "alternativa" al patriarcato di Mosca, è avvenuta il 6 maggio.
Il suo fondatore è padre Gleb Jakunin insieme a un gruppo di sacerdoti ortodossi, che nel 2001 l'aveva registrata come "associazione di comunità ortodosse di tradizione apostolica", il che in base alla legge del 1997 le dà il diritto di svolgere attività liturgica, educativa ed editoriale. Adesso la ventina circa di comunità che ne fanno parte è stata inserita nei registri del Ministero della giustizia, con personalità giuridica.
Episodi di protesta in Ucraina
Filaret Denisenko evacuato da Odessa sotto scorta della polizia, "servizio stampa del patriarcato di Mosca", 9 maggio
Il primate della Chiesa ortodossa ucraina è stato bersagliato di uova marce e praticamente costretto a lasciare la città il 6 maggio (cfr. Rassegna 6 maggio), a causa della manifestazione di oltre 1000 ortodossi "canonici". Da parte sua, prima di partire Filaret ha convocato una conferenza-stampa in cui ha dichiarato che "il patriarcato di Kiev è intenzionato ad affermare la Chiesa ucraina, mentre il patriarcato di Mosca in Ucraina non deve esistere".
Il clero ortodosso di L'vov farà una dimostrazione a Kiev sulle violazioni dei diritti dei credenti, "servizio stampa del patriarcato di Mosca", 9 maggio
L'11 maggio ci sarà una nuova manifestazione ortodossa del clero diocesano di L'vov contro le violazioni dei diritti degli ortodossi verificatesi negli ultimi 12 anni. Sebbene il clero e i credenti si siano rivolti più di 30 volte al Presidente dell'Ucraina, al parlamento e alle autorità di L'vov, non hanno ancora ricevuto il terreno per la costruzione della cattedrale, della curia, di un monastero e di quattro comunità. Nel contempo, le autorità locali hanno concesso terreni ed edifici ad altre confessioni; anche le autorità centrali hanno ignorato le discriminazioni esistenti, concedendo ai greco-cattolici terreni due chiese storicamente appartenenti alla Chiesa ortodossa, e un terreno per costruire la cattedrale, che gli uniti già chiamano "patriarcale".
Andrej Zajcev, Panoramica sui problemi legati all'islam, "religija i SMI", 7 maggio
L'eterogeneità e contraddittorietà di valutazioni sul problema in Russia mostra che per molti l'islam resta un tema "sfuggente" su cui non si è in grado di dare un giudizio. Una conferma è l'intervista rilasciata dal comunista direttore del giornale "Zavtra" Aleksandr Prochanov, e pubblicata su "islam.ru", in cui "la rivoluzione, l'alternativa islamica è ciò che oggi si pone ampiamente in alternativa all'egemonismo americano, alla concezione neoliberale nel suo complesso". L'islam insomma è visto come religione della protesta e della rivoluzione sociale.
Prochanov parla del grande impulso che ha oggi l'islam, cui si convertono nuovi seguaci in tutto il mondo, aggiungendo: "Voglia Iddio che questo impulso continui il più possibile, che non si interrompa in seguito alla politica della congiura internazionale personificata da Washington".
A livello di Russia non si può parlare di impulso islamico: in un'inchiesta svolta il 19 giugno 2003 dalla Fondazione "Opinione pubblica", alla domanda se l'islam ha un ruolo positivo o negativo nel mondo, il 49% ha risposto "negativo", il 14% "positivo", e il 37% non ha saputo rispondere.
Le trattative con la Chiesa ortodossa all'estero
Boris Knorre, Che cosa bisognerà sacrificare al ravvicinamento con la Chiesa ortodossa all'estero?, "portal-credo.ru", 6 maggio
Siamo alla vigilia della visita del metropolita Lavr in Russia, che dovrebbe giungere a Mosca il 14 maggio. Che cosa significa il fatto che la sua visita è già stata rimandata due volte? È evidente che la chiesa ortodossa russa prende le decisioni solo quando capisce che le cose vanno comunque in questa direzione (si pensi alla canonizzazione di Nicola II, approvata letteralmente all'ultimo minuto, dopo molte opposizioni della stessa gerarchia).
La stessa cosa sembra verificarsi nel processo di riavvicinamento con la Chiesa ortodossa all'estero, perché questo comporterebbe un giudizio sulle tre questioni capitali che restano a tutt'oggi conflittuali: la posizione della "Chiesa sergiana", i martiri del XX secolo, l'ecumenismo. A questo si aggiunge l'attuale pesante "statalismo" ("agiopolitica statale", come la definisce il pubblicista; "stile totalitario di percezione del mondo", secondo la definizione di padre Georgij Mitrofanov) del patriarcato di Mosca, difficilmente accettabile per la Chiesa all'estero. "Conservatorismo nella dottrina e nella vita interna della chiesa, e nel contempo tolleranza politica in rebus saeculorum, probabilmente è questa la dialettica che esige dal patriarcato di Mosca il riavvicinamento alla Chiesa ortodossa russa all'estero", commenta ancora il pubblicista.
Martiri russi proclamati santi da Costantinopoli, intervista di Andrej Byckov a padre Sergej Hackel, "Moskovskij komsomolec", 7 maggio
Il 2 maggio a Parigi sono stati solennemente canonizzati i sacerdoti Aleksej Medvedkov (1867-1934) e Dimitrij Klepinin (1904-1944), la monaca Marija Skobcova (1891-1945), suo figlio Jurij Skobcov (1921-1944), e Il'ja Fondaminskij (1880-1942). Sono ortodossi russi morti nell'emigrazione, alcuni nei lager nazisti. Sorprendente che il patriarcato di Mosca non abbia detto verbo, anzi abbia declinato perfino di partecipare alle celebrazioni.
Padre Hackel, sacerdote della diocesi di Surozh (patriarcato di Mosca, in Inghilterra, autore di una biografia di madre Marija, che ha dato appunto l'avvio al processo di canonizzazione), riferisce che il processo iniziato da Costantinopoli (sotto la cui giurisdizione si trova la Chiesa ortodossa a Parigi) era stato sostenuto dal metropolita Antonij di Surozh, che si era rivolto nel 2000 anche al metropolita Juvenalij, presidente della commissione per le canonizzazioni a Mosca, senza però ricevere alcuna risposta.
"Stranamente - continua Hackel - l'anno scorso il metropolita Kirill si era rivolto al patriarca dicendo di voler fare tutto il possibile per unire le diocesi ortodosse all'estero, e ha scritto una prefazione elogiativa al libro su madre Marija uscito quest'anno a Pietroburgo. Però il suo rappresentante a Parigi, l'arcivescovo Innokentij di Korsun, ha rifiutato categoricamente di partecipare alle celebrazioni dei nuovi santi".
Nel corso dell'intervista si ipotizza che il motivo sia l'antisemitismo esistente all'interno di alcuni ambienti ortodossi russi: infatti, uno dei nuovi santi, Fondaminskij, era un ebreo battezzatosi solo in lager, e madre Marija si adoperò moltissimo a favore degli ebrei.