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Rassegna stampa, 13 aprile 2004

Autore:
Scalfi, Romano



Resoconto delle celebrazioni pasquali
"Kommersant", 12 aprile, p. 7. L'intera pagina è dedicata allo svolgimento delle funzioni ortodosse (nella foto Putin e gli altri politici assistono alla liturgia del patriarca), e dei cattolici, con resoconto piuttosto "esotico" delle celebrazioni all'Immacolata Concezione. Parlando della veglia del patriarca, l'autore (Andrej Kolesnikov), usa toni sarcastici dall'inizio alla fine sia per l'organizzazione della funzione sia per i personaggi intervenuti; dice tra l'altro: "Spiccava inoltre con il suo zucchetto rosso l'ambasciatore vaticano arcivescovo Antonio Mennini, che tra lo stupore di molti non è andato alla solenne liturgia che si svolgeva nella sua chiesa, ma è apparso nella chiesa di Cristo Salvatore. Ha fatto evidenti tentativi di salire sul coro laterale, ma non si è disperato quando gli è stato recisamente negato. Tuttavia, qualche ora dopo il patriarca l'ha ricompensato con un uovo pasquale di porcellana". Inoltre, sono riportati due appelli di saluto, rispettivamente del patriarca e di mons. Kondrusiewicz.

Lo stesso tema è ripreso da "Rossijskaja gazeta", 12 aprile, p. 2, in toni decisamente più pacati e religiosi, pubblicando affiancate due foto del patriarca e del papa nel corso delle liturgie della settimana santa. Si sottolinea che il patriarca si è rivolto anche ai fedeli ortodossi della Chiesa all'estero, e a cattolici e protestanti che quest'anno celebravano la Pasqua nello stesso giorno. Ha inoltre fatto le congratulazioni a Putin per la sua rielezione.
Inoltre si cita brevemente il discorso rivolto dal papa in Piazza San Pietro ai fedeli di tutto il mondo, e il suo augurio di pace e di unità.

"Izvestija", 12 aprile, p. 2 pubblica un'intera pagina dedicata alla liturgia patriarcale, con parecchie foto dei politici che scambiano il bacio pasquale con Aleksij II e il resoconto di come si sono comportanti in chiesa.

"Nezavisimaja gazeta", 12 aprile, p. 2, pubblica invece un intervento piuttosto provocatorio di Oleg Nedumov, intitolato "Il potere di Dio e di Cesare. Il popolo russo continua a credere nello zar buono e nella santa Chiesa".
Putin in genere ha trascorso le grandi feste religiose lontano da Mosca, stavolta invece è andato alla liturgia patriarcale, insieme con altri politici e uomini governativi di primo piano.
"Oggi - continua - si parla molto del fatto che, nonostante tutti i cambiamenti liberali, la Chiesa e il potere in Russia restano indissolubilmente legati, come prima della rivoluzione e, di fatto, sotto il regime sovietico. Questo legame tuttavia esce dagli schemi consueti, secondo cui la Chiesa si trasforma in uno dei meccanismi della macchina statale, oppure, al contrario, il potere si sottomette alla Chiesa. Per il popolo russo sono sempre esistiti due tipi, per così dire, autentici o legittimi di potere: lo zar e la Chiesa, che discendono direttamente da Dio... Passano i secoli, ma questo stereotipo (o archetipo) non subisce mutamenti sostanziali. Per convincersene, basta guardare i risultati di un'inchiesta sociologica svolta in marzo dal Centro analitico di Jurij Levada. Tra i russi godono della maggior fiducia il presidente (62% degli interpellati) e il patriarca (41%)". Tutte le altre istituzioni - parlamento, governo, partiti, mass media - rimangono vistosamente indietro.
"Con questo amore per l'ortodossia da parte della popolazione, non c'è da stupirsi che a celebrare la Pasqua quest'anno (secondo la stessa indagine) si apprestava l'80% dei russi. L'interessante è che questa festa - che sembrerebbe puramente cristiana - la celebra anche il 57% degli atei e il 31% dei musulmani. Un'altra particolarità ancora: la percentuale di quelli che celebrano la Pasqua è superiore tra quelli che hanno votato per "Rodina" e per i comunisti, e alle presidenziali hanno votato per Chakamada, Glaz'ev, Charitonov o "contro tutti". Nonostante l'atteggiamento di lealtà della chiesa ortodossa verso l'autorità vigente, buona parte dei fedeli ortodossi appartengono al cosiddetto elettorato di protesta, cosa di cui approfittano alcuni politici". Eloquente esempio è la posizione nazional-ortodossa di Zjugonov.
"Per quanto riguarda le relazioni tra Chiesa e Stato - prosegue Nedumov - non c'è alcun dubbio che dopo le elezioni parlamentari e presidenziali per la Chiesa ortodossa la situazione è divenuta più che favorevole. La tendenza complessiva dello Stato a sostenere le forze nazionali e patriottiche è utile in primo luogo alla Chiesa". Come ha detto Putin a Natale: "L'ortodossia è parte della cultura russa. Non val la pena tracciare una linea di demarcazione tra cultura e Chiesa. Certo, nel nostro paese la Chiesa è separata dallo Stato, ma nell'anima della gente è insieme". Un atteggiamento che la Chiesa ortodossa sposa in pieno, tanto da far dire al patriarca (Intervista a France Press), che i rapporti "sono pressoché ottimali", e da fargli rendere un significativo servigio a Putin spronando i fedeli ad andare a votare per le presidenziali.
Finora lo Stato non ha concesso particolari privilegi alla Chiesa, sebbene "le autorità impieghino attivamente l'ortodossia come importante componente nelle proprie costruzioni ideologiche". Un segno di ringraziamento per l'appoggio alle presidenziali potrebbe essere l'appoggio di Putin, al recente Forum dei popoli del Caucaso, al progetto di una legge di sostegno alle religioni tradizionali.

Putin alla vigilia di Pasqua aveva inviato questo augurio alla nazione ("Novosti", 10 aprile): "Faccio cordiali auguri di Pasqua ai fedeli ortodossi, a tutti i cittadini del nostro paese che festeggiano la Luminosa Resurrezione di Cristo.
La Pasqua occupa un posto particolare nella vita spirituale di milioni di russi. Oggi i cristiani della Russia apportano un rilevante contributo alla salvaguardia e all'incremento delle tradizioni della beneficenza, della solidarietà e del mutuo aiuto, allo sviluppo del dialogo interconfessionale. Ed è simbolico che quest'anno i seguaci di tutte le Chiese cristiane celebrino la Pasqua insieme.

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