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Rassegna stampa, 19 maggio 2005

Autore:
Scalfi, P. Romano
Fonte:
CulturaCattolica.it

A Istanbul è stata presa la decisione di convocare il Concilio panortodosso sulla questione di Gerusalemme, «Interfax, 17 maggio»
L’Assemblea è convocata per il 23 maggio a Istanbul, dove sono attesi i capi di tutte le Chiese ortodosse, che possono essere accompagnati ciascuno da due vescovi.
Intanto la commissione formata da tre metropoliti che si occupa del patriarcato di Gerusalemme, ha chiesto di sospendere la commemorazione del patriarca Ireneo durante le celebrazioni eucaristiche, in quanto, in seguito alla decisione presa il 6 maggio dalla maggioranza dei membri del Sinodo, questi non risulta più essere il Patriarca. Non è stata invece ancora resa pubblica la decisione del re di Giordania che conferma la destituzione (Ireneo è infatti suddito della Giordania).
Ireneo ha rifiutato di recarsi a Istanbul, ma ha inviato come suo rappresentante il metropolita Kiriak, che avrebbe chiesto a Bartolomeo di dare a Ireneo «un’ultima chance».
Dello scandalo e dell’attuale situazione parla diffusamente, inoltre, un articolo uscito su «NG religii» il 18 maggio, a firma di A. Petrov.
L’ultimo Concilio panortodosso dei vescovi era stato convocato a Sofia nel 1998 in seguito a uno scisma presente nella Chiesa ortodossa bulgara.

Il 17 maggio si è svolta la 5° sessione del gruppo di lavoro per la collaborazione tra la Chiesa ortodossa russa e il Ministero degli Esteri (lo comunica il sito ufficiale del Patriarcato, 17 maggio), alla presenza del metropolita Kirill e del viceministro Loscinin. Si è parlato della situazione di alcuni paesi esteri, e del problema della salvaguardia dei diritti dei cittadini russi in una serie di Stati esteri più vicini. Sono state inoltre tracciate alcune linee di bilancio dei festeggiamenti del 60° anniversario della Vittoria.

Sulla stampa russa appaiono segnali positivi riguardanti il nuovo Pontefice
In un’intervista rilasciata a «Interfax» il 26 aprile, il metropolita Kirill esprimeva giudizi di alta stima sulla persona del papa Ratzinger; inoltre, sostenendo di non aver parlato della possibilità di una visita del papa in Russia e di non aver avuto tempo di addentrarsi in particolari, sottolineava che «il Papa ha apprezzato grandemente l’attività pastorale e missionaria svolta dalla Chiesa russa, ha riservato particolare attenzione al ruolo della teologia ortodossa, al significato della spiritualità e della vita liturgica ortodossa per tutto il mondo cristiano. Inoltre, si è parlato del lavoro comune di ortodossi e cattolici per affermare i valori cristiani nell’Europa unita. Devo constatare che le posizioni del Pontefice coincidono con quelle della Chiesa ortodossa russa sul problema dei valori cristiani nel mondo contemporaneo. Dall’andamento del colloquio ho capito che il Papa è ben disposto a collaborare con la Chiesa ortodossa russa e a far sì che i problemi esistenti trovino rapida soluzione e che non ne sorgano altri». Oggi, ha aggiunto, «esistono tutti i presupposti per superare le difficoltà insorte negli ultimi anni».

Il 3 maggio su «religare.ru» è apparso un articolo di A. Shapovalov che ripropone varie congetture sugli schieramenti elettorali del conclave, fa notare il mutamento di posizione di Ratzinger nel dopo-papa, in cui sembra smussare punte e rigorismi, aprirsi al dialogo con le altre confessioni. Tuttavia, conclude, difficilmente qualcosa potrà cambiare nei rapporti tra Vaticano e Chiesa ortodossa russa, in cui da secoli si sono accumulate difficoltà e divergenze. Un conservatore come Benedetto XVI, difensore dei dogmi cattolici, continuerà a mantenere le posizioni degli uniati e del proselitismo cattolico. E la Chiesa ortodossa è ben consapevole di tutta la complessità delle relazioni presenti e future con il mondo cattolico.

Su «NG religii», 18 maggio, un articolo di Giovanni Bensi definisce il nuovo stile del Papa come «più severo e cerimonioso». L’articolo è giocato sulle differenze tra la disinvoltura linguistica e gestuale di Giovanni Paolo II (vasta anima slava, esperienza di attore in teatro), e il maggior «impaccio» del suo successore, che pure tenta in ogni modo di sottolineare la continuità (aprendo subito, in via eccezionale, il processo di beatificazione di Karol Wojtyla). Si commenta l’elezione dell’arcivescovo Levada a nuovo prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, sottolineando che con lui, sostenitore di Ratzinger, non vi sarà posto per deviazioni dall’«ortodossia».

Il mensile illustrato «Bol’shoj business» di maggio dedica la copertina a Benedetto XVI; all’interno, appare un servizio di Svetlana Solodovnik (pp. 56-63), intitolato Corporazione divina, in cui si presenta il Vaticano come una potente organizzazione, che ha «a sua disposizione un enorme e disciplinato esercito di clero: nei suoi ranghi vi sono oltre 400.000 sacerdoti e più di 1 milione di religiosi». Ripercorrendo brevemente la struttura e la storia del potere temporale dei papi, l’autrice nota che la Chiesa è riuscita comunque a conservare la fede cristiana, e il Papa attuale è tanto più deciso a lottare contro la sua «mondanizzazione», manifestando «la certezza che solo il cristianesimo potrà salvare la civiltà europea».

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