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Rassegna stampa, 2 ottobre 2003

Autore:
Scalfi, Romano



A. Chubajs, La missione della Russia nel XXI secolo, "Nezavisimaja gazeta", 1 ottobre, pp. 1, 5

Lunga intervista, che tratta sia i temi del passato storico (facendo un bilancio delle vittime e dei costi della guerra civile, dei lager di Lenin e Stalin, della guerra, e segnando i passi che hanno portato alla "sconfitta del socialismo e alla caduta del più grande impero di tutti i tempi e di tutti i popoli"), sia il susseguirsi degli eventi degli anni '90 (con particolare attenzione agli aspetti economici e di mentalità conseguenti), sia le prospettive odierne della Russia, da lui ravvisate nella "costruzione di un impero liberale", basato sulla coesistenza fra più culture, lo sviluppo economico e libertà e democrazia. L'articolo è molto interessante, perché contiene molti elementi utili per capire meglio la situazione. E' stato ripreso da "Izvestija", 2 ottobre, p. 2, nella "Colonna dell'osservatore" da Maksim Sokolov, che sottolinea che "agitatori e propagandisti ortodossi hanno fatto scendere un silenzio di tomba" sulle dichiarazioni della necessità di questo "impero liberale". Si tratta in realtà di un "tentativo non certo perfetto e indiscutibile, ma tuttavia di uscire dal ghetto e di parlare nel linguaggio in cui ormai da tempo parla il nostro paese".
Pastore protestante condannato per non aver chiesto il permesso alle autorità ortodossi di organizzare azioni contro la droga, portal-credo.ru, 1 ottobre
Il pastore pentecostale Andrei Bashmakov è stato processato e multato dal tribunale di Lisky, in provincia di Voronezh, per "organizzazione di una manifestazione pubblica senza il consenso delle autorità". Un episodio analogo era già occorso all'inizio di settembre ad altre 9 persone: tutti si sono rivolti alla corte d'appello.

A. Soldatov, Lavr for president, "Moskovskie novosti", 30 settembre

Si mette l'accento sul ruolo che nella recente visita di Putin a New York al metropolita Lavr, capo della Chiesa ortodossa all'estero (cfr. anche rassegna del 29 settembre), ha svolto il suo "cosiddetto" padre spirituale, l'archimandrita Tichon Shevgunov, convinto monarchico, venuto alla ribalta durante la campagna elettorale per le presidenziali del 2000: era l'unico rappresentante del clero nella delegazione, assente Kirill che accompagnava Aleksij in Estonia.
L'ipotesi azzardata nell'articolo è che il presidente solleciti l'unione tra le due Chiese ortodosse (potrebbe avvenire anche nel 2004), e cerchi un successore ad Aleksij proprio nella figura del metropolita Lavr.

O. Nedumov, Il patriarcato di Mosca ha "perdonato" al Papa l'Ucraina, p. 1, NG Religii, 1 ottobre

La settimana scorsa Aleksij II ha invitato il Papa a condannare il proselitismo cattolico in territorio russo: "Non diciamo di condannare l'unione, sebbene di fatto essa abbia depredato le nostre diocesi in tre province dell'Ucraina occidentale. Ma almeno il proselitismo dovrebbe essere condannato". A proposito della visita di Giovanni Paolo II in Russia, il patriarca ha detto che "senza qualche risultato reale l'incontro con il Papa non ha nessun senso. Io non voglio che ci sia un incontro davanti alle telecamere, che non apporti nessun risultato. Bisogna parlare di cose concrete, in primo luogo del proselitismo".
Anche Putin aveva toccato questo tema in un incontro con i giornalisti americani, ribadendo la solita cosa, e cioè che è disposto a invitare il Papa, ma che una sua visita è impensabile senza il consenso della gerarchia ortodossa, e sottolineando la necessità di trovare vie di normalizzazione tra le due Chiese.
Molti osservatori hanno già commentato positivamente la dichiarazione di Aleksij, rispetto al passato, quando proprio a motivo della mancata condanna del proselitismo e dell'uniatismo da parte del Vaticano era saltato l'incontro già programmato nel 1997.
La recente dichiarazione toglierebbe uno dei due punti, e testimonia che la posizione della Chiesa ortodossa sta diventando più realistica: infatti la condanna dell'uniatismo era inaccettabile per il Vaticano, dal momento che i greco-cattolici ucraini sono parte integrante della Chiesa cattolica. D'altra parte, il problema del proselitismo, inteso in modo diverso dai vertici cattolici e ortodossi, è un punto tutt'altro che facile da ricomporre.

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