Rassegna stampa, 22 marzo 2004
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Pavel Korobov, Gli ortodossi si butteranno sotto i bulldozer, "Kommersant", 22 marzo, p. 7
Domenica 21 marzo c'è stata in piazza Pushkin una manifestazione ortodossa contro la costruzione del tempio krishnaita a Mosca, nella zona di Chodynka, minacciando di buttarsi sotto i bulldozer se i lavori verranno comunque iniziati. Le proteste continuano già da mesi, ma le autorità moscovite all'inizio dell'anno avevano approvato il progetto. Gli organizzatori sono "Radonezh", l'"Unione dei cittadini ortodossi" capeggiata da Lebedev e il Consiglio delle organizzazioni giovanili ortodosse.
Il Patriarca Bartolomeo ha indetto un congresso con la partecipazione di cristiani, ebrei e musulmani, "portal-credo.ru", 19 marzo
Al recente Forum moscovita, Costantinopoli risponde con un congresso programmato per il prossimo autunno a Istanbul, annunciato dal patriarca Bartolomeo nel corso della sua visita negli USA. L'iniziativa si inscrive nel programma di convegni interreligiosi iniziati nel 1994 a Istanbul e proseguiti poi, poco dopo l'11 settembre, a Bruxelles.
La Chiesa greco-cattolica in Romania sta crescendo, "agnuz.ru", 19 marzo
L'ha dichiarato il vescovo Florentin Krichalmenu, in visita al centro di "Kirche in Not".
Il vescovo ha sottolineato la precaria situazione e le difficoltà ad ottenere la restituzione delle proprietà ecclesiastiche a suo tempo confiscate, ma anche la presenza di ben 291 studenti alla facoltà teologia greco-cattolica di Cluj e di 90 al seminario greco-cattolico.
Sui 23 milioni della popolazione rumena, i greco-cattolici sono circa 800.000, ha infine concluso la sua relazione il vescovo, ringraziando "Kirche in Not" per l'aiuto (nel 2002 era stato stanziato più di 1 milione di euro a sostegno dei progetti pastorali - latini e bizantini - in Romania).
Dmitrij Oreshkin, Etica ed estetica dell'epoca contemporanea, "Moskovskie Novosti", 20 marzo
Articolo critico sui risultati elettorali (probabilmente truccati di un 10-15% in più, insieme ai sondaggi preelettorali), ma che ben rispecchiano la situazione della "democrazia" russa attuale. Interessante notare che in Cecenia e nelle altre regioni con un "elettorato manovrabile" Putin ha preso dal 92 al 95%, e quindi laddove c'era libertà di scelta (soprattutto nelle città), la sua popolarità è scesa rispetto al 2000. Per il periodo futuro l'autore vede alcuni pericoli reali nel "desiderio di essere grandi e forti, e nell'incapacità organica di essere liberi, nella paura di fronte alla responsabilità personale".
Sempre sul tema "Putin" era uscito su "Russkij kur'er" del 28 gennaio 2004 un'interessante intervista di Zoja Krachmal'nikova al politologo Stanislav Belkovskij intitolata Putin ha bisogno di una nuova ideologia di Stato. L'esercito e la Chiesa sono le sue cinghie di comando.
L'intervistato sostiene che, in lotta contro la "direzione all'estero" imperante all'epoca di El'cin, e che ha il suo centro strategico negli USA (e forse la battaglia contro Chodarkovskij ha appunto questo scopo di indebolire questo centro), Putin deve formulare una nuova ideologia di Stato, la cui fonte può essere solo il Cremlino, anche a fronte della minaccia costituita al suo impero dalla Cina.
Un primo strumento ideologico può essere proprio l'esercito, attualmente in situazione catastrofica, che può risorgere solo attraverso una rinascita del culto del militare e la proposta di nuovi scopi militari, uno dei quali potrebbe essere il contenimento della Cina. Questo sarebbe uno scopo interessante anche per gli USA, oltre che per la Russia, e di qui potrebbe nascere un consenso tra i due paesi.
Quanto alla Chiesa, oggi la sua gerarchia si trova in una situazione grave, e il rinnovamento dell'élite ecclesiastica è il compito dei compiti. Putin dovrebbe stipulare un'alleanza strategica con la Chiesa e usarla come strumento sociale. In qualche modo, la nuova ideologia dovrebbe proporsi come una sorta di nuova edizione di "ortodossia, monarchia, popolo", perché la Russia non può vivere senza impero, verrebbe meno a se stessa.
Nuovi materiali sul problema delle relazioni tra Mosca, gli ortodossi e i greco cattolici
Il 21-22 marzo sono usciti due nuovi materiali sul problema:
Petro Didula, Il Vaticano, Mosca e il patriarcato greco-cattolico, "L'vivskaja gazeta", 3 marzo (in ucraino, uscito in trad. russa sul sito "portal-credo.ru" il 21 marzo)
L'autore, direttore della rivista "Patriarcato", prende le mosse dal comunicato-stampa vaticano seguito alla visita di Kasper a Mosca, in cui si dice che Giovanni Paolo II non riconoscerà il patriarcato greco-cattolico, e sottolinea che questa è la conclusione logica del processo iniziato con il memorandum inviato da Kasper alla Chiesa ortodossa russa sull'argomento.
La posizione di Mosca
La posizione leader assunta da Mosca come organizzatrice delle risposte negative di tutti i patriarcati ne mette in evidenza il ruolo, soprattutto mentre ci si sta attivamente preparando all'Assemblea panortodossa dei vescovi delle diverse giurisdizioni.
I membri delle 4 assemblee preliminari avevano deciso all'unanimità che l'assemblea dei vescovi dei paesi in cui c'è la diaspora ortodossa, riconoscerà il primato del patriarca di Costantinopoli. In una dichiarazione del 28 gennaio il metropolita Kirill aveva invece rifiutato questa proposta, dichiarando che sarebbe stata Mosca ad assumersi la posizione di garante dello svolgimento dell'assemblea panortodossa. A questa proposta di Mosca hanno già consentito i metropoliti di Antiochia e Alessandria.
La decisione del Vaticano sul patriarcato greco-cattolico non fa che rafforzare le posizioni di Mosca.
Sergej Byckov, Eterno contenzioso degli slavi. Mosca e Roma si sono dimenticate di Kiev, "Moskovskij Komsomolec", 22 marzo
L'articolo fa valere i diritti dei greco-cattolici, citando ampiamente il recente messaggio dei vescovi greco-cattolici ai loro fedeli (cfr. Rassegna 3 marzo).