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Rassegna stampa, 22 ottobre 2004

Autore:
P.Romano Scalfi
Fonte:
CulturaCattolica.it

Dichiarazione di Lukashenko sulla Chiesa cattolica, "newsru.com", 21 ottobre
All'incontro con i membri della Conferenza episcopale bielorussa, Lukashenko ha detto che la Chiesa cattolica latina sarà coinvolta in tutti i processi che si svolgono nella società. Egli si è recato alla cattedrale cattolica di Minsk per fare gli auguri per i 90 anni al metropolita Swjatek, e ha dichiarato: "Occupando una posizione costruttiva e aperta nel dialogo interconfessionale, la Chiesa cattolica contribuisce all'instaurarsi della pace e della stabilità nella società", sottolineando che "diverse forze cercano di disgregare la società, provocare conflitti etnici e interconfessionali che non possiamo ammettere nel paese". Ha aggiunto che oggi la società si trova a dover risolvere problemi irrisolvibili senza l'appoggio dei valori cristiani. "Siamo particolarmente interessati agli istituti che educano nella gente valori umanistici, il senso di responsabilità e un'elevata moralità". A sua volta, il cardinal Swjatek ha detto che fra Stato e Chiesa cattolica cresce la comprensione.
Circa il 14% dei credenti bielorussi è cattolico. Negli ultimi 12 anni il numero delle parrocchie nella repubblica si è quadruplicato.

Educazione alla tolleranza religiosa a Mosca, "izvestija", 22 ottobre, p. 13
L'articolo di Julija Ignat'eva segnala che il vicesindaco Michail Men' ha espresso la propria posizione sul problema dell'insegnamento religioso nelle scuole. È in programma un insegnamento facoltativo in cui gli insegnanti, appartenenti a una delle confessioni approvate dalle autorità faranno conoscere agli scolari ortodossia, islam, buddismo ed ebraismo. Questo per far sì che gli scolari non considerino più i rappresentanti delle religioni diverse dalla loro come dei nemici, e magari possano anche sceglierne una da praticare.
Quindi, a parte la difficoltà di provare l'autenticità della fede degli insegnanti, non si parla di un corso di storia delle religioni in senso lato, ma di un vero e proprio insegnamento religioso.
All'Accademia delle Scienze (ed esattamente all'Istituto diretto da Cjubarjan), è già stato commissionato un manuale che sarà pronto tra sei mesi.

Intervista al Nunzio Apostolico di Mosca, "NG religii", 20 ottobre, pp. 1-2
Testo integrale in italiano:
1. Eccellenza, ha avuto modo di seguire i lavori del Concilio dei vescovi della Chiesa ortodossa russa del Patriarcato di Mosca appena conclusosi? Che valutazione ne dà?

Certo, ho seguito con grande attenzione quanto avveniva al Concilio dei vescovi, e non solo per dovere professionale, in quanto rappresentante ufficiale della Santa Sede a Mosca, ma anche personalmente e come cristiano mi sono sentito partecipe del rilevante lavoro costruttivo dell'episcopato della Chiesa ortodossa russa che è stato svolto nel corso del Concilio.
Colpisce la mole di problemi che vi sono stati discussi. Sono state prese molte decisioni importanti per la Chiesa russa e resta solo da augurarsi che la loro attuazione non si faccia attendere. Sono stato lieto di vedere come l'esperienza della Chiesa cattolica in alcune sfere del servizio cristiano possa tornare utile ai nostri fratelli ortodossi, figli della Santa Chiesa ortodossa russa.


2. Ritiene che le decisioni del Concilio dei vescovi possano influire positivamente sulle relazioni tra la Chiesa ortodossa russa del Patriarcato di Mosca e il Vaticano?

Molti osservatori hanno notato un maggior "calore" nell'atteggiamento nei confronti della Chiesa cattolica nei testi delle relazioni fondamentali pronunciate al Concilio. Secondo me è indubbio che la gerarchia della Chiesa russa, sia il Santissimo Patriarca che i membri del Santo Sinodo, fossero rattristati alla pari di Sua Santità il Papa e dei fedeli della Chiesa cattolica, di fronte al peggioramento delle relazioni tra le nostre Chiese che purtroppo si è visto nell'ultimo decennio. Inoltre, sia al concilio che in precedenza, si è affermata più volte la necessità di proseguire il lavoro per migliorare le relazioni tra le due Chiese, sviluppare il dialogo e ampliare la collaborazione. Il Concilio ha ratificato autorevolmente le tendenze già delineatesi alla comprensione reciproca e io spero che questo porti i suoi frutti.
Da parte mia, come Nunzio apostolico nella Federazione Russa, sono pronto a compiere ogni sforzo per attuare il dialogo e la collaborazione.

3. La posizione della Chiesa ortodossa russa, secondo Lei, è vicina a quella della Chiesa cattolica sui problemi delle misure per arginare estremismo e terrorismo?

Indubbiamente. I tragici avvenimenti degli ultimi mesi, in particolare le vicende di Beslan, non possono lasciare indifferente nessuno. Come cristiani dobbiamo fare tutto il possibile per impedire che l'odio dilaghi ulteriormente nel mondo. Naturalmente, di fronte a una sciagura che colpisce l'umanità intera, noi cristiani dobbiamo dare l'esempio di una feconda solidarietà. Ai lettori di "NG religii" è certamente nota la posizione della Chiesa cattolica circa l'inammissibilità di ogni forma di violenza e discriminazione, ma soprattutto di terrorismo. In tutti i casi di crimini commessi, senza eccezioni, il Santo Padre ha espresso una posizione molto vicina a quella affermata a questo proposito al Concilio. Mi sembra che questa sia un'ulteriore possibilità di lavorare in vista di una collaborazione, la cui efficacia sarà evidentemente proporzionale all'incremento della reciproca fiducia.

4. Si può parlare di un miglioramento della relazioni tra le due Chiese, dopo che è stata restituita alla Russia l'icona della Madre di Dio di Kazan'?

Ho già avuto il piacere di osservare alcuni segni di miglioramento nella posizione ufficiale della gerarchia della Chiesa ortodossa russa nei confronti della Chiesa cattolica. Una delle numerose cause di questa tendenza, di cui sono lietissimo, è il ritorno a Mosca di questa bellissima icona della Santissima Vergine. La consegna di questa preziosa immagine sacra rispecchia l'atteggiamento di Sua Santità papa Giovanni Paolo II nei confronti del popolo russo e della sua Chiesa. Qui non si tratta solo di un'opera di giustizia, secondo l'interpretazione di alcuni osservatori, ma di sincero e profondo affetto. Affetto di moltissimi cattolici, che negli anni '60 avevano raccolto con grande sacrificio una somma enorme per riscattare quest'icona, affinché non cadesse nelle mani di qualche collezionista, ma potesse tornare, quando fosse piaciuto a Dio, da dove era stata esiliata in anni bui insieme a milioni di russi, costretti a vivere per anni in terra straniera. È anche un segno dell'affetto del Papa, che come lei sa amava molto quest'icona, l'ha custodita per anni nella sua cappella privata e pregava ogni giorno davanti ad essa. E noti anche, che Sua Santità ci teneva moltissimo a che l'icona fosse riconsegnata durante il suo pontificato.

5. Negli ultimi anni le relazioni tra la Chiesa ortodossa russa e quella cattolica sono state abbastanza travagliate, e talvolta sono arrivate sull'orlo della rottura. Che cosa fa la Santa Sede per normalizzarle?

Sono profondamente convinto che solo un costante, paziente, responsabile e aperto scambio di pareri possa condurre al miglioramento di relazioni che sono effettivamente tutt'altro che semplici. Si richiede molta pazienza e buona volontà per attuare il dialogo in una situazione così complessa, dove i fattori che influiscono sono molteplici. Perfino la verbalizzazione delle nostre reciproche aspettative, dei nostri accordi richiede molto lavoro e pazienza. Ogni parola può essere usata in accezioni molto diverse, e badi bene, anche senza cattiva volontà di una delle parti. Esistono differenze culturali, politiche, storiche (mi riferisco alla memoria storica dei popoli), da cui scaturiscono differenze di mentalità... Difficile anche solo elencare tutti i fattori. Eppure bisogna superare tutto questo con la carità, in un lavoro comune che si munisce di pazienza. Siamo pronti a rimetterci al lavoro. E siamo lieti che anche da parte della Chiesa ortodossa russa si manifesti lo stesso desiderio di raggiungere una reciproca comprensione. Il fatto è che questo lavoro può essere fatto solo insieme, e solo sperando in Dio.

6. Recentemente il patriarca Aleksij ha detto che "molto dipende dalla parte cattolica, dalla sua decisione a migliorare non a parole ma nei fatti le relazioni con la nostra chiesa". Il Patriarca ha detto inoltre che l'ostacolo principale a un dialogo normale tra le Chiese è stata l'istituzione di nuove strutture cattoliche nei territori della Russia, del Kazachstan e dell'Ucraina, avvenuta senza metterne al corrente la Chiesa ortodossa russa. Come commenta questa dichiarazione?

Sono perfettamente d'accordo con Sua Santità il patriarca Aleksij che noi dobbiamo, non solo a parole ma nei fatti, dimostrare la nostra decisione a raggiungere una miglior comprensione reciproca e collaborazione. È giusto, inoltre, rilevare che nei casi di peggioramento delle relazioni raramente è colpevole solo una delle due parti. Si assiste sempre o a una sconfitta o a un vittoria comune per entrambe.
Come rappresentante ufficiale della Santa Sede non posso mettere in dubbio le decisioni della Sua Autorità, e mi chiedo se una migliore informazione reciproca non avrebbe potuto rendere molto più facile il processo di attuazione pratica dell'Istituzione della Metropolia. D'altro canto, devo anche dire, che in tutto ciò possiamo vedere non solo la causa del peggioramento delle relazioni, ma anche la conseguenza di un dialogo non sufficientemente esaustivo e caratterizzato da uno spirito di fiducia e di comprensione reciproca. Non possiamo fare più niente per il passato, ma dobbiamo fare in modo di non ripetere gli errori commessi in precedenza. La realtà odierna è che in Russia esiste una Metropolia della Chiesa cattolica (non affronterò le situazioni del Kazachstan e dell'Ucraina, perché non rientrano nella sfera dell'ufficio affidatomi), e che le relazioni tra le due Chiese non sono molto semplici. Esiste anche la tendenza, che abbiamo già messo in luce, a un miglioramento delle relazioni, e siamo chiamati a contribuire insieme a una sua positiva evoluzione.

7-8. Che cosa può dire circa la recente affermazione del presidente del Dipartimento delle relazioni esterne del Patriarcato di Mosca metropolita Kirill sul fatto che, nelle relazioni tra la Chiesa ortodossa russa e quella cattolica si sia notato un progresso proprio perché il Vaticano ha riconosciuto fatti di "proselitismo cattolico" nel territorio canonico della Chiesa ortodossa russa? Contribuirà al miglioramento delle relazioni tra le due Chiese l'istituzione della commissione bilaterale che ha già cominciato ad esaminare casi concreti di proselitismo nei suddetti territori?

L'istituzione di una commissione mista di lavoro, a cui partecipano sia rappresentanti delle Chiese locali ortodossa e cattolica, sia un osservatore della Sede Apostolica, è un risultato sensibile del lavoro comune per il miglioramento delle relazioni tra le due Chiese.
La commissione ha cominciato a operare abbastanza recentemente e per ora è prematuro valutarne i risultati, ma il cammino percorso in questa direzione ci consente di guardare al futuro con speranza. Non possiamo farci illusioni, il cammino che ci aspetta è arduo, ma se da entrambe le parti ci sarà buona volontà, sarà certamente praticabile. Lo stesso metropolita Kirill ha percepito la complessità della questione parlando, nella sua relazione al Concilio, di "fatti che potrebbero essere interpretati dalla Chiesa ortodossa russa come proselitismo": in altri termini, come dicevo prima, va compiuto un paziente lavoro di reciproco chiarimento, per superare le differenze di mentalità che ci conducono sovente a equivoci e incomprensioni.
Alle difficoltà obiettive esistenti, si aggiungono purtroppo le interpretazioni date dai mass media (naturalmente, non mi riferisco qui alla sua testata), che non sempre dimostrano sufficiente professionalità nell'esaminare le questioni legate alle relazioni interconfessionali, e in questo modo non contribuiscono all'instaurarsi di fiducia e reciproca simpatia. Da ultimo, mi consenta di esprimere ai lettori di "NG religii" i miei migliori auguri.

Sullo stesso numero di "NG religii", 1, appare un articolo di Aleksandr Petrov sul Concilio ortodosso, dove si sottolinea il carattere pratico delle decisioni e delle disposizioni emanate, e di consolidamento della collaborazione Stato-Chiesa. Particolare attenzione è dedicata al processo di avvicinamento con la Chiesa ortodossa russa all'Estero, al miglioramento delle relazioni con il Vaticano, ai problemi del tribunale ecclesiastico. L'articolo nel complesso è pacato, e non aggiunge nulla a quanto detto sulla stampa nei giorni precedenti.

Dibattito radiofonico cattolico-ortodosso, h. 18, radio " Echo Moskvy", 19 ottobre
Nel corso della trasmissione, un sondaggio tra gli ascoltatori (3239 telefonate), ha appurato che il 62% ritiene che per la Russia la libera attività della Chiesa cattolica nei suoi territori non rappresenti alcun pericolo, mentre è del parere opposto il 38%.
Al dibattito hanno partecipato padre Chaplin e padre Kovalevskij, presidenti delle due commissioni.
Chaplin ha sottolineato ancora una volta (ripreso poi da "religio.ru", che la Chiesa cattolica fa proselitismo tra i russi ortodossi, "e finché questo durerà, le relazioni tra le nostre Chiese non possono migliorare". Il Vaticano ha dunque una posizione ambigua, perché da un lato dichiara di non voler convertire gli ortodossi, "dall'altro compaiono missionari cattolici dall'Europa Centrale e Orientale, che in maniera semiclandestina cominciano ad occuparsi dei bambini di orfanotrofi e a dire loro che la Chiesa cattolica è meglio di quella ortodossa". Quest'attività "viene svolta in modo disonesto", "suscitando dolore nei nostri fedeli".
Tutti questi problemi irrisolti sono dunque l'ostacolo all'incontro fra il patriarca e il papa. La commissione è attualmente al lavoro per appianarli, in modo da aprire prospettive per un dialogo più costruttivo tra le Chiese e i loro primati. "Abbiamo preso in esame, ad esempio, alcune situazioni di orfanotrofi, in cui sono ospitati bambini battezzati ortodossi, provenienti da famiglie ortodosse, che invece vengono educati in uno spirito cattolico. Noi riteniamo che non sia corretto, che da questi bambini ortodossi dovrebbe andare un prete ortodosso. Ci sono anche altri casi, ad esempio di sacerdoti cattolici che parlano alla radio dicendo che fanno catechesi per tutti, senza dire che sta predicando una versione particolare di cristianesimo, e cioè quella cattolica. Ci sono cartelloni che invitano la gente alla catechesi nella cattedrale cattolica, senza ricordare che è cattolica".
Padre Kovalevksij ha ripreso la problematica più in generale, rifacendosi al "Pro Russia" e dicendo che lo scopo ultimo della commissione sarebbe l'elaborazione di un comportamento comune.

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