Rassegna stampa, 23 gennaio 2004
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Primo Piano
La Chiesa ortodossa russa si propone ancora una volta come leader dell'ortodossia mondiale.
Oleg Nedumov, Alessio II vuol radunare gli ortodossi di tutto il mondo, "Nezavisimaja gazeta", 22 gennaio, p. 2
Nuova iniziativa del patriarca: riunire un Concilio di tutte le Chiese ortodosse del mondo allo scopo di "rafforzare l'unità dell'ortodossia. È una pressante richiesta dei temi", come ha dichiarato nel corso dell'incontro con Pietro VII, patriarca di Alessandria e dell'Africa. In realtà è un'idea già sollevata fin dagli anni '60, e che il patriarca ha detto di aver già presentato a Ignatij di Antiochia l'anno scorso. Questi, sempre secondo Aleksij, gli avrebbe detto che "alcuni Primati di Chiese ortodosse si preoccupano eccessivamente di seguire le regole canoniche del passato remoto, e per questo non sempre siamo in grado di rispondere ai problemi e interrogativi che sorgono all'interno della società". Sempre secondo Aleksij, il principale avversario della convocazione del Concilio sarebbe Bartolomeo di Costantinopoli.
O. Nedumov, D. Šcipkov, Il presidente si è incontrato con i patriarchi, "Nezavisimaja gazeta", 23 gennaio, p. 2
L'incontro è stato con Alessio II e il patriarca di Alessandria e dell'Africa Pietro VII. Non è escluso che sia stata discussa anche la recente proposta di Alessio di convocare un Concilio panortodosso a livello mondiale.
Intanto Bartolomeo, patriarca di Costantinopoli, che per tradizione è considerato "primus inter pares" tra i patriarchi ortodossi, è in visita a Cuba, per consacrare la prima chiesa ortodossa sull'isola costruita con i soldi dello Stato. A Cuba vivono circa 1000 ortodossi, molti dei quali provenienti dall'URSS, e a Mosca c'è un certo risentimento per il fatto che Bartolomeo li prende sotto la propria giurisdizione.
Sulle divergenze principali, che ostacolano la convocazione del Concilio panortodosso si è così espresso padre Vsevolod ?aplin, vicepresidente dell'OVCS: "La mancanza di un parere concorde su due questioni: chi può concedere all'una o all'altra Chiesa l'autocefalia o l'autonomia, e a quale giurisdizione debbano sottostare le diaspore ortodosse. In questo campo esistono posizioni divergenti: da un lato, il patriarcato di Costantinopoli, dall'altro, una serie di Chiese locali.
Di prassi - prosegue ?aplin - a organizzare il processo preconciliare dev'essere il patriarca di Costantinopoli".
I Primati delle Chiese russa e alessandrina ritengono che l'unione dei popoli ortodossi possa contribuire alla soluzione del problema del terrorismo, "sedmitsa.ru", 22 gennaio
Il 21 gennaio nella chiesa di Cristo Salvatore, Alessio II e Pietro VII sono stati entrambi insigniti del premio "Per il consolidamento dell'unità tra i popoli ortodossi". Rispondendo ai giornalisti, il patriarca russo ha detto che "In Russia assistiamo a una rinascita spirituale, che naturalmente porterà al rafforzamento dei tradizionali legami tra il nostro paese e le Chiese ortodosse locali. La rinascita religiosa della nostra patria è impossibile senza l'unità dei popoli ortodossi". Dopo aver commentato anche l'importanza dell'unità a fronte dei pericoli del totalitarismo, Aleksij ha lanciato il Congresso Mondiale Popolare Russo, che "si svolgerà il 3-4 febbraio alla Lavra di San Sergio e al monastero Danilovskij, a cui parteciperanno esponenti del clero, politici, esponenti della scienza e della cultura, personalità di rilievo sociale. Come i precedenti, anche questo Congresso ha lo scopo di contribuire all'unione di quanti amano la Russia e desiderano la sua rinascita spirituale. Il tema sarà "La Russia e il mondo ortodosso", la solidarietà inter-ortodossa internazionale, le sfide e le esigenze dei tempi".
Il 20 gennaio - comunica sempre "sedmitsa.ru" - il patriarca si è incontrato con i giornalisti inglesi, e ha parlato anche dei rapporti con le diverse confessioni.
Ha ribadito la posizione di sempre circa la visita del Papa a Mosca, possibile solo quando cesserà il proselitismo e si garantiranno i diritti degli ortodossi in Ucraina, messi in pericolo dagli uniati.
Aleksandr Korolev, Intervista al metropolita Kirill, "Trud", 19 gennaio
Tra le altre domande dedicate ai più svariati argomenti, non è mancata quella sull'icona di Kazan' e sulla visita del Papa. Circa l'icona, Kirill ha escluso che si possa collegare la sua restituzione alla visita del papa in Russia, "tanto più che trattative a questo proposito non sono mai state condotte tra il Vaticano e la Chiesa ortodossa russa. Circa la prospettiva della visita, gli impedimenti sono il proselitismo e l'uniatismo. Dichiara infine: "La recente creazione di nuove diocesi in Kazachstan e dell'esarcato cattolico in Ucraina meridionale, testimonia che la politica del Vaticano è volta unicamente ad approfondire le difficoltà esistenti".
Chiesa-Stato-società
Lužkov ha dato direttive per introdurre nelle scuole i fondamenti di ortodossia, "portal-credo.ru", 22 gennaio
Nelle scuole medie di Mosca si introdurrà gradualmente la materia, riporta il quotidiano "Novye Izvestija"; l'ha comunicato Michail Men' nel corso di una discussione pubblica svoltasi nell'ambito della mostra "Pravoslavnaja Rus'", dichiarando che "nessuno vuol insegnare ai bambini il catechismo", ma che "se un giovane vuol essere colto, deve conoscere i fondamenti della cultura ortodossa". In questo senso, ha aggiunto Men', ho già ricevuto disposizioni dal sindaco.
Strumentalizzazione dell'ortodossia in Russia, "Regnum", 20 gennaio
In Russia convivono esponenti di 168 nazioni, e sono registrate 22.500 comunità religiose, appartenenti a 60 diverse confessioni. Di esse, 11.500 sono ortodosse, 5.000 protestanti, 3.000 musulmane, 450 dei Testimoni di Geova, 300 cattoliche, 250 ebree ecc. Questi i dati presentati dall'avvocato Anatolij P?elincev introducendo la relazione "Il Presidente della Russia allo specchio dei miti creati dai gruppi nazionalisti radicali", presentata dall'Ufficio per i diritti umani di Mosca. Nella conferenza stampa organizzata per l'occasione, si è dichiarato che è in corso un processo di strumentalizzazione ideologica della società e dell'ortodossia in generale, e che con il pretesto di combattere il fenomeno delle sette si rinfocolano sentimenti di ostilità religiosa.
S. Mozgovoj, In che cosa crede l'esercito "devoto a Cristo", "Nezavisimoe voennoe obozrenie", 16 gennaio
Nel 2003 sono state svolte indagini sociologiche sulla situazione religiosa all'interno delle forze armate russe. Sono stati interpellati circa 900 militari di diverse categorie e reparti. La ricerca ha dimostrato che il livello di religiosità tra i militari non è cambiato sostanzialmente negli ultimi 5 anni, però nell'ultimo anno si osservano tendenze all'incremento dei soldati che si ritengono credenti (43,4%).
Quasi metà degli interpellati ha risposto che credono innanzitutto in se stessi (46%), il 32% nel destino, oltre il 17% ammette l'esistenza di Dio ma non ne è sicuro al cento per cento. I rimanenti si dichiarano non credenti; tra essi il 7,7% dice di non credere in Dio, e il 4,6% si definisce ateo. Tra una buona parte dei militari esistono credenze e superstizioni (21,4%), credenze nell'astrologia (8,6%), nella stregoneria e nella magia (3,7%).
Tra le cause che inducono a volgersi alla religione, il 16,3% indica la tradizione nazionale, il 13,7% la frequenza alla chiesa o all'edificio di culto, il 10,6% la ricerca del senso della vita, il 6,2% una disgrazia personale, il 4,7% la morte di un familiare, il 3,9% la malattia, la lettura di testi religiosi il 3,6%.
Un'analisi comparata delle inchieste sui sentimenti religiosi tra le truppe nei vari anni indica che dal 1992 al 1997 (quando il 48% si era dichiarato credente) è avvenuto un incremento, e poi è iniziato un declino. La maggioranza, comunque, resta tuttora non credente (60-65%).
In ogni caso, anche tra i credenti, la religiosità è scarsa: solo il 2,5% prega più volte al giorno, il 4% una volta al giorno e solo il 2,4% alla presenza del sacerdote. Il 34,5% ha osservato che prega solo nei momenti duri. Inoltre, solo il 3,8% crede nella vita dell'aldilà, e il3,3% nei profeti e nei santi. Meno del 3% sente il bisogno di fare la comunione, il 4% di avere un padre spirituale, il 3% di leggere la Sacra Scrittura.
Un elemento interessante della situazione attuale è che alcuni militari si vergognano di dichiarasi atei (5%) o di riconoscere che non credono (8%), perché oggi può sembrare segno di cattiva educazione suscitare lo scontento dei superiori, che equiparano questo fatto alla mancanza di patriottismo.
Pavel Bogomolov, In difesa di Pitirim contro il "Time", "Pravda", 15 gennaio
L'autore si scaglia contro la pubblicazione sul "Time" del necrologio con il sottotitolo Il prelato ortodosso che invitava i suoi fedeli ad obbedire al regime sovietico ed era lui stesso un agente del KGB con il nome in codice Abbat.
Attività dei protestanti
Conferenza protestante "per la Chiesa è tempo di rafforzarsi e di agire", blagovest-info, 20 gennaio
Il convegno si è svolto a Mosca all'albergo Izmajlovo il 14-16 gennaio. Nel corso di una riunione tra i leader delle diverse Chiese, si è discussa la possibilità di chiedere un incontro con Putin, per offrire la propria collaborazione nel campo dei servizi sociali.
Gesti missionari dei battisti in 18 città della Russia europea settentrionale, blagovest-info, 19 gennaio
La missione battista "Il Vangelo ai popoli della Russia", partita il 21 dicembre da Mosca con 4 auto, è arrivata l'11 gennaio a Salechard, centro amministrativo del distretto autonomo Jamalo-Neneckij.
Durante questi 20 giorni i 18 componenti della missione hanno organizzato concerti, gesti di preghiera e raduni in 18 città tra cui Tver', Novgorod, San Pietroburgo, Petrozavodsk, Murmansk, Archangel'sk ecc.
Uno degli scopi della spedizione è stato aiutare le comunità locali a preparare missionari tra gli abitanti delle regioni visitate. La spedizione durerà 221 giorni, interesserà 180 città della Russia, con un totale di 227 riunioni di preghiera. Ciò che colpisce la gente nei missionari e nei battisti in generale è la loro integrità di vita.
Anche il "Centro mariano" benedice Putin, blagovest-info, 19 gennaio
Il 15 gennaio, in una conferenza stampa all'albergo Rossija di Mosca, il leader della setta (che si ispira alla "Madre di Dio imperatrice", un'icona apparsa secondo la tradizione subito dopo il crollo della monarchia russa) Veniamin Bereslavskij, che si fa chiamare arcivescovo Ioann, ha benedetto la candidatura di Putin, e ha distribuito ai 300 astanti copie dell'ultimo numero della rivista dove appare una foto di Putin circondata dalla scritta "La Presidenza di Vladimir Putin è benedetta dall'alto". Su un altro numero della rivista si vanta l'incontro di alcuni esponenti della setta con il Papa, il 23 giugno 2003, nella città bosniaca di Banja-Luka.