Rassegna stampa, 26 ottobre 2004
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Il 28 ottobre incontro del Consiglio federale con i membri del Consiglio interreligioso della Russia, servizio stampa del patriarcato, 25 ottobre
A tema un dibattito su problemi legislativi, sulla politica finanziaria e la sicurezza Statale.
Secondo dati del Consiglio interreligioso della Russia («newsru.com», 22 ottobre), le religioni tradizionali russe vogliono collaborare attivamente per contrastare le sette.
Nel paese, secondo dati forniti dal segretario del Consiglio, Roman Silant'ev, agirebbero da 200 a 5000 sette. Una grossa concentrazione esiste nel Primor'e e nel Caucaso settentrionale (Krasnodar e Stavropol'). La setta più numerosa in Russia sono i testimoni di Geova, con circa 150.000 seguaci.
Le più pericolose sono le sette che si appoggiano in qualche modo all'Islam, i cui adepti sono decine di migliaia (si fanno chiamare vaakkhaviti, anche se hanno poco in comune con quelli che vivono in Arabia Saudita).
Il gruppo più grosso sono i musulmani russi - ha aggiunto Silant'ev, riferendo che sono circa 2.000, che non hanno radici islamiche e non riconoscono i leader musulmani russi: in buona sostanza, è una specie di «neopaganesimo islamico»). Invece, i seguaci dell'islam tradizionale tra i russi sono pochissimi.
Il rabbino Lakshin ha denunciato che una percentuale tra il 2 e il 5% della popolazione della Russia è soggetta all'influsso delle sette.
Esiste un Centro di riabilitazione delle vittime delle religioni non tradizionali, sette occulte e magiche, che le riporta in seno alla Chiesa. Il suo direttore, padre Oleg Stenjaev, ha detto che nel suo centro sono già passate circa 2.000 persone. Secondo lui, il 90% di quelli che aderiscono a sette in Russia, sono individui già battezzati nell'ortodossia.
Pavel Korobov, I vecchi credenti sulla riunione con il patriarcato di Mosca, «Kommersant», 25 ottobre, p. 7
Intervista al primate dei vecchi credenti, metropolita Andrian, al termine del Sinodo di questa Chiesa, conclusosi il 22 ottobre. Vi è stato discusso l'appello al riavvicinamento risuonato dell'intervento del metropolita Kirill al Concilio del patriarcato di Mosca.
Andrian è molto cauto sull'argomento, dichiarando che il Sinodo si è rimesso al volere della gerarchia, e che il riavvicinamento non può essere un compromesso, necessita ad esempio del riconoscimento di cose fondamentali per i vecchi credenti, come il battesimo per triplice immersione, la disanima dei provvedimenti e delle innovazioni introdotte a suo tempo dal patriarca Nikon ecc. Questo non toglie che le comunità possano collaborare in campo pratico, contro fenomeni di estremismo spirituale e settarismo, o nella sfera delle relazioni Stato-Chiesa.
Attiva partecipazione di Putin alla campagna elettorale in ucraina, «newsru.com», 25 ottobre
Si sottolinea l'importanza dell'appoggio fornito dalla Russia al candidato Viktor Janukovic, nel quadro di un ritorno all'alleanza Russia-Ucraina-Bielorussia, in funzione antioccidentale (anti-NATO ecc.). Janukovic ha promesso al presidente russo di aprire le frontiere, introdurre il russo come seconda lingua e istituire la doppia cittadinanza russo-ucraina.
Nonostante difficoltà e boicottaggi, però, il candidato degli autonomisti Viktor Juscenko nei sondaggi è dato come favorito.
«Sedmiza.ru», 22 ottobre, riporta intanto l'atteggiamento di benevolenza di Lukashenko, nell'incontro con la Conferenza episcopale cattolica bielorussa. Il presidente ha tra l'altro finanziato parzialmente i restauri della cattedrale cattolica, e ha manifestato il desiderio di venire alla celebrazione liturgica del Natale cattolico.
All'interno della Chiesa ortodossa georgiana è in atto una polemica sull'appoggio alla Russia piuttosto che al proprio governo. «portal-credo.ru» ha pubblicato il 20 ottobre una lettera aperta al Patriarca Il'ja II di tre vescovi ortodossi georgiani (Avraam, Grigoij e Zenon), che lo esortano a sostenere più le posizioni del governo che la politica russa.
A Kiev il 21 ottobre (riporta «blagovest.info») si è svolta una processione di circa 2000 ortodossi, che hanno manifestato davanti al parlamento contro l'ingresso dell'Ucraina nell'Unione Europea e contro la NATO, definita «legione di satana».
Inoltre, hanno chiesto la restituzione di tutte le chiese ortodosse «non usate secondo il loro scopo», in primo luogo le due concesse agli uniti. Inoltre avevano slogan contro Juscenko, perché se vincesse «crescerebbe il pericolo per la cultura slava, dal momento che Juscenko è una creatura degli Stati occidentali».
Anche la fraternità ortodossa di Aleksandr Nevskij si è appellata pubblicamente ai cittadini a non sostenere «l'affossatore dell'ortodossia Juscenko», e ad appoggiare invece i valori della fratellanza tra Ucraina, Bielorussia e Russia.
Istituito un nuovo Servizio di registrazione, che si occuperà anche delle associazioni religiose in Russia, «Novosti», 22 ottobre
Il nuovo dicastero sarà soggetto al Ministero della Giustizia, con il controllo sulla registrazione degli immobili e delle operazioni su di essi, delle associazioni pubbliche e dei partiti politici. Avrà anche il compito di deliberare sulla registrazione statale delle organizzazioni religiose e delle rappresentanze delle organizzazioni religiose straniere.
Comunicato finale del convegno sulla demografia, «servizio stampa del patriarcato», 20 ottobre
Il forum ha espresso la sua preoccupazione per la grave crisi demografica attraversata dalla Russia, e motivata da cause non solo economiche, ma anche spirituali, legata allo smarrimento degli ideali del valore sacro della vita, della famiglia, della purezza ecc. Questo fenomeno d'altro canto, ha gravi ripercussioni di ordine sociale, economico ecc.
A questo proposito, il forum si rivolge alle autorità statali chiedendo loro di cessare il finanziamento e sospendere la pubblicità dell'interruzione volontaria della gravidanza, e di promuovere l'educazione ortodossa nelle scuole, più che la cosiddetta «educazione sessuale».
L'11 ottobre il metropolita Kirill ha concesso una lunga intervista a Radio Majak (riportata da «portal-credo.ru»), in cui traccia un bilancio del Concilio, sottolineando in primo luogo l'esigenza di ritornare ai valori morali, senza i quali il mondo diviene vittima di terrificanti catastrofi e attacchi terroristici. In secondo luogo, rileva l'importanza che la Chiesa continui ad essere, com'è sempre stata, una forza patriottica, visto che lo Stato è l'unica organizzazione che ha il diritto legale di impiegare la forza nella lotta contro il male.