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Rassegna stampa, 28 aprile 2004

Autore:
Scalfi, Romano



Oleg Nedumov, La Chiesa è separata dallo Stato, non dalla diplomazia, "Nezavisimaja gazeta", 27 aprile
In piena crisi del Medio Oriente, la Chiesa ortodossa russa conduce attive trattative con i paesi del mondo islamico, com'è avvenuto negli Emirati Arabi, dove per la prima volta è stato in visita un personaggio ortodosso del calibro di Kirill.
Questi ha fatto capire di non essere stato semplicemente in missione religiosa, ma di essere andato come emissario di Mosca, in quanto "i responsabili degli Emirati - come ha dichiarato - ritengono che il dialogo con la Chiesa ortodossa russa sia un'importante componente delle relazioni tra Federazione Russa e gli Emirati stessi".
Uno dei punti fondamentali in queste trattative è stato probabilmente il compito di persuadere i leader religiosi musulmani dall'astenersi da affermazioni politiche radicali, soprattutto sulla questione cecena (tanto più che è in corso il processo contro 3 russi accusati dell'uccisione del leader ceceno Jandarbiev). Le dichiarazioni del metropolita Kirill di condanna del terrorismo e dei tentativi di mischiare "attività politiche radicali e religione" non sono formali, ma suonano come un'indiretta polemica con il noto teologo islamico Jusuf Kardavi che in un recente documento sostiene i separatisti ceceni.
Non è escluso che il patriarcato di Mosca riesca ad ottenere una condanna di documenti del genere da parte dei leader musulmani dell'Iran, arrivati in questi giorni a Mosca per partecipare alla quarta sessione della commissione mista russo-iranica per il dialogo su islam e ortodossia.
Gli sforzi della Chiesa russa sono tanto più importanti vista l'evidente debolezza in questo campo della diplomazia russa.
Saluto del patriarca Aleksij ai partecipanti alla quarta sessione della Commissione mista russo-iranica per il dialogo su "Islam e Ortodossia" (Mosca, 26-28 aprile), "servizio-stampa del patriarcato", 26 aprile
Si auspica il proseguimento del dialogo iniziato 7 anni fa, facendo riferimento ai successi del Forum interreligioso svoltosi in marzo a Mosca, e sottolineando che "si può affermare con certezza che le relazioni della Chiesa ortodossa russa con la maggior parte delle organizzazioni religiose dei paesi del Csi non sono di semplice collaborazione, ma sinceramente fraterne".
Si fa poi riferimento al fatto che il dialogo interreligioso è un aspetto sempre più rilevante nelle relazioni fra Stati, come ha fatto Putin tendendo una mano alla "Conferenza islamica"; d'altro canto, vi sono tentativi di approfondire artificiosamente il solco dell'antagonismo tra la civiltà cristiana e quella musulmana, in nome del secolarismo. Di fronte alle sfide e ai pericoli comuni, bisogna invece trovare una possibilità di dialogo e di collaborazione. La commissione avrebbe appunto questo scopo.
Saluto del metropolita Kirill ai partecipanti alla quarta sessione della Commissione mista russo-iranica per il dialogo su "Islam e Ortodossia", "servizio-stampa del patriarcato", 27 aprile
Il metropolita auspica che il dialogo interreligioso possa contribuire a rispondere alle sfide poste dalla globalizzazione, aiutare a superare i conflitti e a sviluppare un autentico pluralismo.

Commento alla riunione della Commissione, "portal-credo.ru", 27 aprile
Sembra che il nemico comune qui sia la globalizzazione, o meglio il suo modello americano. Del resto la Commissione è nata nel 1997, quando gli USA accusavano l'Iran di star preparando un proprio programma nucleare, e la Russia di tenerle bordone.
In questo senso alla Commissione si sta vedendo ben poco dialogo teologico (l'unico a intervenire su questo tema è stato il diacono Kuraev, che ha messo in rilievo le differenze esistenti tra cristiani e musulmani), sostituito da un silenzio politically correct, a favore della battaglia comune contro l'America, da parte dei rappresentanti ufficiali dell'OVCS, il vescovo Mark Golovkov e padre Vsevolod Chaplin.
Stupisce un po' che l'unico esponente del mondo islamico sia l'Iran, che non è certo il fulcro del mondo musulmano: si tratta in realtà di un processo di trattative locali tra i vertici della Chiesa russa e quelli dell'Iran, partner strategico della Russia nell'area del Golfo Persico. Forse per questo il patriarca nel suo saluto (vedi sopra), ha detto che "il dialogo interreligioso diventa un aspetto sempre più rilevante nelle relazioni fra Stati"?

Intervista del metropolita Kirill, agenzia tedesca "RUFO", 26 aprile
Sul periodo postsovietico: "Io ritengo che il tramonto dell'URSS sia stata una necessità storica, e il suo drammatico crollo una catastrofe storica, nel corso della quale molti popoli vissuti insieme per secoli sono stati artificiosamente divisi. La grande potenza, edificatasi generazione dopo generazione, con le sue conquiste straordinarie e riconosciute in tutto il mondo, è stata condannata alla rovina insieme all'ideologia comunista. Una catastrofe che non ha interessato solo i legami concreti e culturali, e l'infrastruttura economica, ma ha coinvolto migliaia di vite umane". La disgregazione dell'URSS ha posto alla Chiesa nuovi compiti, in particolare quello di dissipare la vecchia ideologia atea e anche l'"apatia postsovietica", aggiunge Kirill, sottolineando il rispetto e l'attenzione di cui gode a questo proposito la Chiesa russa nei paesi della CSI.
Sui rapporti con la Chiesa cattolica ribadisce i passi "non amichevoli del Vaticano" compiuti negli ultimi anni; si sofferma però sulla visita del cardinal Kasper, nel corso della quale si è deciso "di istituire una commissione di lavoro mista, che avrà il compito di studiare la situazione e di prevenire conflitti. Tra l'altro, il documento che regolamenta le azioni dei cattolici in tutti i territori postsovietici esiste da un pezzo, è stato approvato dalla Pontificia commissione "Pro Russia" fin dal 1992. Sono profondamente convinto che se i vertici della Chiesa cattolica avranno buona volontà e desiderio di rispettare gli obblighi assuntisi potremo far uscire il dialogo dalla crisi che si è venuta a creare. Se i cattolici cominceranno a guardare alla Russia non come a un "campo da arare" da parte dei propri missionari, ma come a un paese dotato di una millenaria cultura ortodossa, in cui la Chiesa ha testimoniato la fedeltà al Vangelo con il sangue di decine di migliaia di martiri e confessori del XX secolo, si potrà parlare di reali svolte nelle nostre relazioni. Le nostre Chiese, prendendo coscienza della propria responsabilità davanti a Dio, devono mostrare al mondo relazioni autenticamente fraterne, rispetto per le reciproche tradizioni e disponibilità a correggere i propri errori". Sulla visita del Papa, ricorda l'esperienza del mancato incontro in Austria e sottolinea che necessita prima la soluzione dei problemi dell'uniatismo e del proselitismo.
Sulle relazioni tra Chiesa ortodossa russa e Stato, dichiara che le definirebbe oggi "equilibrate e prevedibili", determinate da un "libero dialogo" che consente un'attiva collaborazione nel campo dei problemi morali e sociali.
L'arciprete Vladislav Sveshnikov e il diacono Kuraev entrano nella direzione del movimento di Glaz'ev
, "portal-credo.ru", 26 aprile
Il 24 aprile si è svolto un convegno dei sostenitori di Glaz'ev, uno dei leader di "Rodina" attualmente in conflitto con il partito. Oltre ai due ecclesiastici menzionati nel titolo ha partecipato anche l'Unione dei cittadini ortodossi, di impronta fondamentalista, di cui Glaz'ev fa parte. Uno dei temi, oltre alle polemiche con "Rodina", è stata la sottolineatura dell'importanza dei valori spirituali e l'aspirazione a una stretta collaborazione con il patriarcato di Mosca, ribadendo la necessità di un partenariato tra Stato e Chiesa in campo sociale già affermata tempo fa da Glaz'ev (cfr. Rassegna 10 marzo 204)
Valerij Nikol'skij, Sulla visita del Dalai Lama in Russia. Non danneggerà le relazioni con la Cina, "portal-credo.ru", 26 aprile
Il 26 aprile l'ambasciatore russo in Cina Igor' Rogacev ha dichiarato a "Interfax" che le autorità russe non hanno ancora deliberato circa la possibilità di una visita del Dalai Lama oggi. Ha poi sottolineato che si stanno costruendo chiese ortodosse in Cina, nonostante il rischio di proteste da parte della Repubblica Popolare Cinese, come notifica padre Dionisij Psdnjaev, esponente dell'OVCS.
È passato parecchio tempo dal rifiuto opposto alla visita del Dalai Lama in Russia, con il pretesto dell'amicizia russo-cinese, citando l'art. 8 dell'Accordo di buon vicinato, in cui si dice che "Nessuna delle parti ammette nei propri territori attività lesive della sovranità, sicurezza e integrità territoriale dell'altra".
L'autore esclude che questo possa essere un motivo valido al veto, perché costituisce una violazione dei diritti civili, in quanto compie una discriminazione rispetto a posizioni religiose, nazionali o politiche (del resto la Cina non riconosce i diritti umani, mantiene la pena di morte e la persecuzione antireligiosa ecc.).
Tra l'altro, al veto posto al Dalai Lama la Cina non aveva affatto risposto con gesti positivi, ma al contrario su alcuni singoli fronti economici ha ribadito peggiorando le condizioni dei partner russi, mentre proseguono le trattative con Bush che aveva ricevuto personalmente il Dalai Lama.
Il patriarca di Costantinopoli ha creato una propria struttura canonica nel territorio della Corea del Nord, "portal-credo.ru", 26 aprile
Il 20 aprile l'arcivescovo Sotirios è stato nominato alla nuova sede diocesana della Corea del Nord e del Sud, e si è recato in visita a Pyongyang. È la seconda visita nella città di un prelato ortodosso, dopo che, 10 mesi fa era venuto il metropolita Kliment di Kaluga e Borovsk per porre la prima pietra di una chiesa ortodossa russa in centro.
La costruzione della chiesa non ha portato alla creazione di nessuna struttura canonica del patriarcato di Mosca. Adesso, dopo la creazione di una diocesi di Costantinopoli si può dire che è sorto un nuovo "territorio di contesa" tra le due principali Chiese dell'ortodossia.

Dichiarazione di organizzazioni patriottico-ortodosse, "portal-credo.ru", 26 aprile
Viene riportato un documento contro la firma, avvenuta l'8 aprile, di un accordo tra la Federazione Russa e la NATO sulla "reciproca presenza di truppe", che offre il fianco alla possibilità di prolungate presenze di truppe NATO nel paese e viceversa.
Gli autori del documento paventano che, con il pretesto di centrali nucleari pericolanti, delinquenza o terrorismo, la Nato potrebbe mettere piede in Russia, completando così la catastrofe geopolitica a cui hanno dato il via i "tradimenti" di Gorbacev e El'cin.
Si chiede pertanto l'immediata abrogazione dell'accordo ai deputati della Duma e ai membri del Consiglio Federale, per stornare il pericolo dell'occupazione del suolo russo, "Casa della Santissima Madre di Dio", altrimenti essi dovranno risponderne "non solo davanti alla storia e alla Russia, ma anche al Giudizio universale".
I firmatari sono "L'unione Rinascita cristiana", "L'unione delle fraternità ortodosse", "L'unione dei vessilliferi ortodossi" e altre organizzazioni ortodosse fondamentaliste.

Aleksandr Archangel'skij, Chi ha fatto saltare la casa ad Archangel'sk, "Izvestija", 27 aprile
L'osservatore fa rilevare che è stata passata pressoché completamente sotto silenzio la conclusione dello scoppio di Archangel'sk: si è appurato che il colpevole non è un terrorista ceceno, e neppure un barbone che aveva sabotato le tubature per rivendere un po' di metallo e comperarsi così la bottiglietta di vodka. La soluzione è più semplice e più terribile: chi ha causato la sciagura che è costata la vita a molti innocenti è un operaio del gas, che ha così voluto vendicare il proprio licenziamento.
In questo episodio l'osservatore ravvisa una sorta di emblema nazionale del tipo umano litigioso, vendicativo e arrabbiato con il mondo, totalmente irresponsabile e privo di ogni gusto del vivere, che oggi si diffonde sempre più, e che torna in mente ad esempio quando lo Stato parla della necessità di migliorare e incrementare le risorse umane per ottenere dei risultati economici, che oggi si raggiungono solo vendendo le materie prime. I nostri peggiori nemici - prosegue - non sono i barboni, i ceceni e neppure i cinesi che minacciano di invaderci: i nostri peggiori nemici sono gli idioti di casa nostra, che in fondo sono terroristi al rallentatore, perché pian piano erodono e fanno saltare il nostro futuro, sacrificando alla propria idiozia le vite del loro prossimo (come ad Archangel'sk) i i progetti di riforma su vasta scala.
Questo episodio profondamente simbolico non ha praticamente avuto spazio sulla stampa - conclude il giornalista - pensate se invece l'autore dello scoppio fosse stato un ceceno… Anche questo testimonia contro di noi.

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