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Rassegna stampa, 28 gennaio 2004

Autore:
Scalfi, Romano



Primo piano

Dichiarazioni del metropolita Kirill, 27 gennaio
Intervenendo martedì 27 gennaio alle "Conferenze Natalizie", il metropolita Kirill ha rilasciato alcune pesanti dichiarazioni circa la presenza cattolica in Russia. Il tono usato dal metropolita è molto pesante, provocatorio, a tratti addirittura tra il ricattatorio e l'offensivo.
Le sue dichiarazioni sono state immediatamente riprese dalle agenzie e dal quotidiano "Nezavisimaja gazeta", che fa un occhiello in prima pagina, con foto di Kirill e la frase: "Il metropolita Kirill: i cattolici non devono intromettersi in Russia", e a p. 2 pubblica l'art. di Oleg Nedumov, Cattolici, non intromettetevi in Russia! Il metropolita Kirill consiglia il Vaticano di occuparsi dei suoi affari interni. L'autore osserva che la Chiesa ortodossa russa sembra voler usare il metodo del "bastone e della carota", la carota la offre Aleksij, con le sue dichiarazioni più pacate, il bastone lo usa in questo caso Kirill.
Seguono alcune frasi riportate tra virgolette, prese dal discorso di Kirill: "Predicate ai vostri fedeli, ma non siete voi la Chiesa locale in Russia: la Chiesa locale siamo noi. Siamo noi che abbiamo la responsabilità del nostro popolo davanti a Dio, così come voi avete la responsabilità in Italia, Spagna o in altri paesi". Il metropolita ha poi ricordato che in una delle principali aree cattoliche del mondo, l'America Latina, oggi esiste un numero colossale di sette, che gradualmente emarginano i cattolici dal continente.
"Lavorate, lottate - ha invitato a questo proposito Kirill - ma non dovete intromettervi in Russia, dove la Chiesa ortodossa russa porta da mille anni il peso della responsabilità davanti a Dio, davanti alla storia e davanti al suo popolo. Non dovete darci fastidio, non dovete creare delle strutture missionarie parallele".
D'altro canto, ritenendo "un fenomeno assolutamente normale" che nei territori della Russia e di altri paesi della CSI esistano cattolici tra i tedeschi, i lituani, i polacchi, la Chiesa ortodossa ammette, sempre secondo le parole di Kirill, "che a determinate condizioni sia possibile perfino una collaborazione con la Chiesa cattolica romana".
"Non abbiamo ostilità, rancore, inimicizia. Ma rifiutiamo categoricamente qualunque strategia missionaria contro la Russia, non ammettiamo che sotto la parvenza di relazioni fraterne, sotto la parvenza di dialogo prosegua l'attività missionaria ben pianificata e finanziata nei confronti del nostro popolo".
A questo proposito il metropolita ha ribadito l'impossibilità di un incontro tra il Papa e il Patriarca: "Il Patriarca non può incontrarsi con il Papa di Roma, perché se questi gerarchi si incontrano devono baciarsi, devono darsi reciprocamente la mano, e questa sarebbe una falsità. Farebbe molto piacere a quelli che realizzano un'attività missionaria contro il nostro popolo, e che direbbero: guardate, non ci sono differenze, vedete che il Patriarca e il Papa si baciano, si abbracciano, che cosa volete ancora?".
E quindi: "Noi non possiamo indurre in errore il nostro popolo, non possiamo compiere gesti simbolici che sarebbero in contraddizione con la realtà così com'è". Kirill ha concluso ricordando che negli ultimi due anni il Vaticano ha creato diocesi e metropolie nei territori canonici della Chiesa russa senza consultarsi con il Patriarcato di Mosca.
Nedumov commenta che le dichiarazioni del metropolita Kirill appaiono una sorta di "dimostrazione di forza alla vigilia di importanti trattative tra il Patriarcato di Mosca e il Vaticano: a metà febbraio verrà a Mosca un alto prelato della Chiesa cattolica, il Capo del Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità fra i cristiani cardinale Walter Kasper. Non è difficile immaginare che dopo questo passo le trattative si svolgeranno in un'atmosfera di tensione".

Vladislav Vorob'ëv, Putin, Kuchma e la Chiesa, "Rossijskaja gazeta", 26 gennaio, p. 2
Ultima visita "all'estero" di Putin prima delle presidenziali, a Kiev, per la chiusura dell'"anno della Russia". Tra l'altro Kuchma ha fatto visitare a Putin il complesso della Lavra delle Grotte (foto con i due presidenti e il metropolita Kirill), che dal canto suo ha fatto diversi gesti di devozione e reso omaggio al metropolita Vladimir, asserendo però di non potere né volere ingerirsi nei problemi degli scismi interni alla Chiesa ortodossa. Il cronista non manca di far rilevare che la gente semplice a Kiev spera nella "riunione tra Russia e Ucraina". Il tema viene ripreso anche da "Kommersant", 26 gennaio, p. 2, dove la foto mostra sempre i due presidenti con un prelato ortodosso, ma il commento è che l'impressione della visita di Putin è apparsa a molti ambigua, come pure incerto il suo sostegno a Ku?ma nelle prossime elezioni.

Anna Kachurovskaja, "Kommersant", 26 gennaio, p. 7
Il 25 gennaio al Palazzo dei Congressi (5.000 partecipanti) si è aperta solennemente la 25° edizione delle "Conferenze culturali natalizie internazionali". Per la seconda volta la Chiesa ortodossa russa cerca di farsi alleata dello Stato sul problema dell'educazione dei minori, ma riceve un cortese rifiuto. Il patriarca ha proposto al ministro Filippov, presente alla manifestazione, "di inserire le vite dei santi nei programmi scolastici del ciclo umanistico", come "reale esempio di perfezione morale nella lotta con il peccato e le dure condizioni della vita". A sua volta Filippov ha parlato delle imminenti riforme che vanno in tutt'altra direzione, ma alla fine ha ribadito: "Nonostante gli ostacoli frapposti dai funzionari, nelle scuole si studieranno i fondamenti della cultura ortodossa".

Margarita Šic, Le vite dei santi entreranno nelle scuole?, "Rossijskaja gazeta", 28 gennaio, p. 14.
L'articolo riferisce del Convegno pratico-scientifico sullo "Studio della cultura ortodossa nella scuola laica", organizzato dal Ministero dell'istruzione insieme al Patriarcato di Mosca il 27 gennaio a Mosca. Il parere espresso all'unanimità è quello di introdurre lo studio della religione nella scuola, per arginare il degrado morale che si osserva tra i giovani. Molti temono che questo implichi delle modifiche nella Costituzione, secondo cui la Chiesa è separata dallo Stato, e quindi anche dalla scuola, e che la cosa possa arrivare fino a una revisione della legge sulle associazioni religiose e alla proclamazione dell'ortodossia come religione di Stato.
Il documento finale del convegno è integralmente pubblicato sul sito ufficiale del patriarcato di Mosca il 28 gennaio.

Daniil Scipkov, Attentato all'art. 29 della Costituzione, "Nezavisimaja gazeta", 27 gennaio, pp. 1 e 3
Sempre a proposito della manifestazione, quest'anno dedicata al tema "Il sacrificio dei martiri e confessori della Russia nel XX secolo e la rinascita spirituale della patria", e degli interventi del patriarca e del ministro Filippov. Scipkov sottolinea inoltre che il patriarca ha auspicato un maggior controllo sui mass-media per non offendere i sentimenti dei credenti; l'idea è stata sviluppata dal leader di "Rodina", Sergej Glaz'ev, che ha detto: "Abbiamo il diritto di ottenere che sui canali federali sia instaurato un controllo morale". L'idea, quindi, è di una sorta di "censura religiosa", introdotta a suo tempo in Russia nel 1721 e proseguita nel periodo sinodale. La cosa andrebbe contro la libertà di pensiero e di parola garantita dall'art. 29 della Costituzione, nella misura in cui tali espressioni non rancori e ostilità sociali, razziali, nazionali o religiose. In questo senso - prosegue Scipkov - la proposta di Glaz'ev sarebbe perfettamente nello spirito della Costituzione. Un altro problema è a chi spetta decidere i criteri della moralità.

Oleg Nedumov, Perché la Chiesa deve avere il "controllo" spirituale, "Nezavisimaja gazeta", 27 gennaio, p. 3
Nella rubrica quotidiana dedicata al commento della situazione, l'autore sottolinea il ruolo ideologico leader assunto dalla Chiesa, in sostituzione delle precedente ideologia comunista, e il suo stretto connubio con il potere. Si denuncia quindi la presenza di "un'idea patriottico-nazionale, di cui l'ortodossia è parte ineliminabile e che oggi, alla fine del primo mandato presidenziale di Putin, si è trasformata sostanzialmente in ideologia di Stato".

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