Rassegna stampa, 31 maggio 2004
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Giovanni Paolo II ha ricevuto una delegazione di San Pietroburgo, "portal-credo.ru", 27 maggio
La delegazione, comunica l'agenzia Novosti, era guidata dal rappresentante dell'Assemblea legislativa cittadina per le relazioni con le confessioni religiose Igor' Rimmer. Al Papa è stato donato il distintivo dei 300 anni della città. Dal canto suo, il Pontefice ha espresso l'auspicio che l'apertura che ha sempre caratterizzato Pietroburgo possa continuare a esercitare il suo influsso sul dialogo tra le diverse identità religiose e spirituali.
Reazioni sul Convegno "Bisanzio ortodossa e Occidente latino"
Il Rappresentante della Santa Sede in Russia invita gli ortodossi alla testimonianza comune insieme ai cattolici, "blagovest-info", 27 maggio
Questo il tema di fondo dell'intervento di mons. Mennini "La comune missione dell'oriente e dell'occidente", svolto il 26 maggio nell'ambito del Convegno internazionale "Bisanzio ortodossa e Occidente latino".
Il Nunzio ha elencato i segni di speranza già presenti all'interno delle nostre società, sottolineando la cura della Chiesa ortodossa russa per la memoria dei martiri. Ha poi fatto presente la necessità, oggi più che mai impellente, di testimoniare il mistero della Resurrezione, ripetendo le parole di pentimento pronunciate del Papa in Grecia 3 anni fa e invitando a rispettare la libera identità di ciascuno, nella ricerca di un'unità sinfonica.
Al Convegno "Bisanzio ortodossa e Occidente latino" non è stato invitato il capo dei cattolici russi Tadeusz Kondrusiewicz, "blagovest-info", 27 maggio
Lo comunica con rammarico lo stesso metropolita in un'intervista a "blagovest-info": "Ho saputo del Convegno dai media, solo qualche giorno fa, e non ho avuto il tempo di prepararmi". Ha aggiunto che il convegno avrebbe potuto essere una buona occasione per proseguire il dialogo tra le Chiese. Da parte sua, padre Chaplin ha commentato la reazione sottolineando che l'ingresso al convegno era libero, e che tutti potevano accedervi. Inoltre, l'OVCS aveva invitato il cardinal Kasper, che ha delegato a partecipare al convegno il cardinale Marchisano e mons. Mennini.
"La Chiesa ortodossa russa è per noi una testimonianza di amore e fedeltà", asserisce l'arcivescovo Mennini, rappresentante della Santa Sede in Russia, "Novosti", 26 maggio
L'agenzia riprende ampiamente l'intervento sottolineando la missione comune d'oriente e occidente, la necessità di riprendere l'annuncio evangelico conservando ciascuno la propria individualità e pentendosi dei passati errori. Si fa cenno pure alla valorizzazione del culto dei martiri tributato dalla Chiesa ortodossa.
I. Neljubov, Reportage sul convegno, "portal-credo.ru", 27 maggio
Si sottolinea la necessità del dialogo, dal momento che lo stadio attuale è caratterizzato da un "inverno ecumenico" motivato dalle questioni del proselitismo e dell'uniatismo.
L'autore critica il titolo scelto, "Oriente ortodosso e Occidente latino", perché identifica un componente per appartenenza ecclesiale, e l'altro per principio linguistico e culturale. Da parte sua conclude che finché ci si limiterà ad analisi storiche, senza entrare nel vivo del comune patrimonio teologico, non si potranno fare passi in avanti.
Pesante l'idea principale di Aleksij II: "Con lo scisma si è persa la percezione comune della fede, dell'esperienza religiosa unitaria". Da parte sua il metropolita Kirill ha sottolineato che la divisione, iniziata assai prima dello scisma, fu dovuta al fatto che "cominciarono a imperare tendenze a comandare, a primeggiare...". Ha inoltre individuato una possibilità di ripresa del dialogo nella riproposizione dei diritti dell'uomo alla luce del Vangelo, e nella concretizzazione delle dichiarazioni finora fatte sul proselitismo e l'uniatismo. È stata così ribadita l'inammissibilità dell'espansione di influssi culturali e spirituali diversi nell'Europa orientale.
La maggior parte delle relazioni è toccata a storici dell'Accademia delle Scienze, i cattolici hanno avuto solo 3 interventi, rispetto alle decine di interventi ortodossi che ribadivano invariabilmente la violazione delle regole dell'unità spirituale da parte dei cattolici. Vengono citate le relazioni del metropolita Irinej di Dnepropetrovsk, che ha fatto una relazione appassionata sulla confisca di chiese e tesori sacri ortodossi da parte dei greco-cattolici ucraini; e del nunzio arc. Mennini, che non ha parlato né di storia né di teologia: il fil rouge che ha attraversato il suo intervento è stata l'idea della speranza, speranza in Cristo, cioè in quello che realmente unisce la Chiesa.
Il dialogo non è riuscito appieno, perché da una parte c'era il desiderio, riconoscendo le passate difficoltà, di ritornare alle basi profonde dell'unità su cui si edifica la Chiesa, dall'altra il desiderio di gonfiare fatti storici avvenuti in un passato remoto, e che difficilmente oggi possono fungere da fondamento per il dialogo religioso.
Bilancio della commissione mista da parte cattolica
Intervista a padre Igor' Kovalevskij, "religare.ru", 27 maggio
L'intervistatore, Filipp Scipkov, gli chiede una valutazione del lavoro della commissione mista: "Le relazioni tra le nostre Chiese non possono definirsi facili, anche se ci sono svolte positive, come testimoniano le dichiarazioni rilasciate dal metropolita Kirill in Polonia, dove ha sottolineato che il Vaticano e la Chiesa cattolica in Russia non hanno direttive per convertire i russi al cattolicesimo né strategie di proselitismo.
Esistono tuttavia singoli casi che per incomprensioni o mancanza di informazione suscitano preoccupazione nella Chiesa ortodossa e vengono interpretati come casi di proselitismo. Durante la commissione sono stati esaminati appunto questi casi, in modo da giungere, sulla base di tale analisi, a trovare le cause degli equivoci e ad elaborare un codice di comportamento per entrambe le Chiese. Il lavoro del gruppo non può diventare una sorta di tribunale contro la Chiesa cattolica in Russia. Una delle difficoltà del dialogo è data dal fatto che i problemi tra le due Chiese non interessano solo il territorio della Federazione Russia, ma, ad esempio, anche l'Ucraina. Il cardinal Kasper ha detto che lì dovrebbe crearsi un'analoga commissione; la nostra è competente solo per le questioni riguardanti la Russia".
Una seconda domanda riguarda il "comportamento", e Kovalevskij risponde: "La Chiesa cattolica in Russia è e resterà sempre una minoranza, pronta però a un dialogo costruttivo con la Chiesa ortodossa russa.
Siamo giunti alla conclusione che il primo passo nell'elaborazione di un codice comune dev'essere la creazione di un sistema di mutua informazione. Spesso a livello locale le relazioni cattolico-ortodosse sono cattive o assenti, e si riducono ai contatti tra la Conferenza episcopale e l'OVCS.
Vediamo un secondo passo in una stretta e costruttiva collaborazione in progetti che esulano dall'attività parrocchiale, in primo luogo di carattere benefico ed educativo. Va osservato che la parte ortodossa ha presentato esempi di collaborazione positiva tra le nostre Chiese".
Alla domanda sul cattivo servizio reso in Russia dai mass media alla Chiesa cattolica, risponde adducendo il gusto scandalistico della stampa e la mancanza di una politica dell'informazione da parte della Chiesa cattolica in Russia, ancora così giovane, e aggiungendo poi (secondo me a sproposito), che anche "molte pubblicazioni occidentali si permettono di pubblicare materiali scorretti e attacchi al patriarca Aleksij II". Nel complesso, aggiunge padre Kovalevskij, "la stampa russa centrale presenta la Chiesa cattolica con sufficiente obiettività, pubblicando i messaggi augurali del nostro vescovo Tadeusz Kondrusiewicz, materiali e articoli sulla Chiesa cattolica".
Cita invece il caso di Interfax, che ha interpretato il lavoro della commissione come un riconoscimento di colpa da parte del Vaticano, fraintendendo le sue parole alla conferenza-stampa conclusiva.
Seguono poi alcune dichiarazioni sulla necessità di una collaborazione fra le due Chiese, il chiarimento del significato del termine di "territorio canonico" che riguarda le diverse giurisdizioni della medesima confessione, e della questione della possibilità di ricevere la comunione eucaristica vicendevolmente per i fedeli della Chiesa cattolica e ortodossa.
Le udienze parlamentari alla Duma, dedicate alla legislazione sulle organizzazioni religiose
Relazione, "blagovest-info", 27 maggio
La riunione, che aveva come titolo "Perfezionamento della legislazione sulla libertà di coscienza e sulle associazioni religiose: pratica di impiego, problemi e vie di soluzione", si è svolta sotto la presidenza del capo del Comitato della Duma per le associazioni sociali e religiose, Sergej Popov.
Oltre ai deputati, erano presenti esponenti dell'Amministrazione del Presidente, vari esperti e studiosi, e rappresentanti della Chiesa ortodossa, cattolica, dei musulmani, ebrei, protestanti, krishnaiti ecc.
Il primo vicepresidente della Duma Ljubov' Spiska ha sottolineato che "noi non predichiamo alcuna ideologia perché lo vieta la Costituzione, ma la nostra ideologia è la rinascita della fede in Russia".
Il viceministro della Giustizia Evgenij Sidorenko ha fatto presente che oggi in Russia sono registrate oltre 21.000 organizzazioni religiose, appartenenti a 59 confessioni e denominazioni. Oltre alla Legge federale del 1997 esistono 80 atti legislativi, alcuni dei quali, a livello locale, non sufficientemente in accordo con la legislazione federale.
Il vicepresidente della Commissione governativa per i problemi della libertà di coscienza, Andrej Sebencov, ha relazionato circa il lavoro ormai triennale che si sta svolgendo per l'emendamento della legge del 1997: tra le proposte della commissione c'è la necessità di elaborare norme che incitino lo Stato a restituire gli immobili alle organizzazioni, l'abolizione del periodo di 15 anni per la registrazione delle comunità; l'ampliamento delle funzioni dei consigli di esperti e la regolamentazione delle relazioni tra organizzazioni locali e centrali.
Il metropolita Kirill ha aspramente criticato il lavoro della commissione, definendo la legge come non soddisfacente e rimproverando alla commissione di esorbitare dalle proprie funzioni (è stato particolarmente duro contro l'abolizione dei 15 anni, che darebbe per esempio diritto alle comunità greco-cattoliche, dicendo che questo aprirebbe le porte a qualunque setta). Secondo Kirill, vanno innanzitutto regolate le relazioni Chiesa-Stato, e accelerato il processo di restituzione dei beni ecclesiastici.
I rappresentanti musulmani hanno sottolineato l'importanza di avere strutture formative musulmane all'interno del paese, per sottrarre i propri fedeli a pericolose influenze quando si recano all'estero.
Monsignor Kondrusiewicz ha rilevato alcune contraddizioni della Legge del 1997 con altre leggi federali, ad esempio il problema delle norme di visti per i sacerdoti stranieri, le restrizioni doganali e fiscali per gli aiuti benefici e umanitari dall'estero, la privatizzazione di edifici ecclesiastici, la vicinanza alle chiese di cartelloni pubblicitari, rivendite di tabacco e alcolici ecc. Ha inoltre chiesto che venga precisato il termine di religione "tradizionale" e "non tradizionale".
NB. Va detto che quasi tutti i commentatori si allineano alla visione proposta da "blagovest-info", sottolineando in particolare l'opposizione del patriarcato di Mosca all'abolizione del periodo di 15 anni di esistenza in Russia necessario alle associazioni religiose per ottenere la registrazione.