Rassegna stampa, 6 aprile 2005
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Commenti dalla stampa russa sulla scomparsa di Giovanni Paolo II
Interfax, 5 aprile
Il Patriarcato di Mosca esprime la speranza che il nuovo capo del Vaticano sviluppi buone relazioni con la Chiesa ortodossa russa. «Abbiamo ottime possibilità di collaborare nel campo dell'azione sociale, del dialogo con il mondo laico, della beneficenza, della cultura delle scienze religiose ecc», ha dichiarato padre Chaplin. Ma perché sia possibile tale collaborazione, ha aggiunto, «dobbiamo rinunciare per sempre alla concorrenza missionaria. Apprezziamo il fatto che il Vaticano abbia dichiarato più volte di volersi astenere per principio dal convertire gli ortodossi al cattolicesimo. Speriamo che queste dichiarazioni siano tradotte in pratica, che cessino i tentativi di educare in istituti i bambini ortodossi secondo lo spirito cattolico, che non sia più diffusa artificiosamente l'unione, che cessino le campagne missionarie in paesi e regioni ortodossi, che venga dimenticata per sempre l'idea fissa di convertire la Russia in un paese cattolico, in un elemento subordinato e secondario dell'Occidente cristiano».
Interfax riporta anche dichiarazioni dell'arcivescovo Kondrusiewicz, che, oltre a respingere le accuse di proselitismo, si dice sicuro che il nuovo Papa svilupperà il dialogo con la Chiesa ortodossa russa.
«Nezavisimaja gazeta» titolava in prima pagina lunedì 4: «Urbis et orbis senza il Papa», sottolineando che ai funerali avrebbero preso parte circa 200 capi di Stato, e che il papa è pianto in tutto il mondo; perfino in Indonesia, sconvolta pochi giorni prima dal terribile terremoto, i cattolici hanno voluto celebrare la prima messa dopo la catastrofe alla memoria del Papa. Si sottolinea inoltre la fine anticipata della campagna elettorale in Italia e le folle di pellegrini che accorrono a Roma. A p. 7 (interamente dedicata all'evento), il quotidiano riportava inoltre foto, una biografia del Pontefice, una nota sulle procedure che si seguono per l'elezione del successore, e i messaggi di condoglianze di Putin e del metropolita Aleksij.
Martedì 5, a p. 6, un articolo intitolato «La politica davanti al feretro del Papa», riassume manifestazioni di cordoglio e iniziative svoltesi nei paesi di tutto il mondo, a cura dei diversi corrispondenti del giornale: Polonia, Medio Oriente, USA, Inghilterra, Belgio, Francia, Cina, America Latina.
Mercoledì 6 aprile, il quotidiano ha dedicato al Papa e alla sua scomparsa un numero speciale dell'inserto «NG religii». In prima pagina, l'articolo di Bensi, Petrov e Urushev, Il Papa è morto, viva il Papa!», riporta la cronaca dei fatti, specifica che a rappresentare la Russia ai funerali ci saranno il metropolita Kirill e il primo ministro Fradkov, e naturalmente offre la rosa dei papabili, in vista del prossimo conclave.
Un'intervista a mons. Kondrusiewicz (pp. 1-2), questi commenta la grandezza e universalità della sua figura, che ha sempre posto al centro Cristo, ed esprime la speranza che le relazioni ortodosso-cattoliche migliorino sempre più.
Inoltre, l'inserto pubblica commenti sulla morte di una serie di personalità (Krasikov, Sedakova, il Rabbino capo e il capo del Consiglio dei Mufti), e una pagina di memorie dell'ambasciatore russo in Vaticano (1990-1995), Jurij Karlov.
«Izvestija», il 4 aprile pubblica in prima pagina una grande foto titolando semplicemente «È morto il Papa». Vari articoli, a pp. 1, 5-6, fanno la cronaca dell'accaduto sottolineando il carattere «controcorrente» del Papa, che è stato tra l'altro il primo a chiedere perdono dei peccati della Chiesa. All'evento è dedicato anche il commento settimanale di Archangelskij. Il 5 aprile, a p. 5 appare l'annuncio dei funerali e dello svolgersi previsto dei riti funebri, con rilievo alla decisione dei principe Carlo d'Inghilterra di rimandare le nozze
«Rossijskaja gazeta», il 4 aprile titola in prima pagina «Vi ho cercato, e voi siete venuti da me». Nella cronaca delle ultime ore, in cui si mette l'accento sulla piena coscienza del Papa, si sottolinea il suo affetto e la devozione dei giovani per lui. Anche la p. 3 è interamente dedicata all'evento. Sono riportati i messaggi di condoglianze del Patriarca e di esponenti di altre religioni (buddisti, musulmani, ebrei). Un articolo di Evgenij Shestakov fa scorrere i possibili candidati: «candidato riformatore» è definito Dionigi Tettamanzi, che però ha poca esperienza di lavoro internazionale e non sa le lingue; il «candidato dotto» è Scola, che ha aiutato Giovanni Paolo II a redarre una serie di documenti dottrinali, ma ha il punto debole di conoscere poco il lavoro amministrativo; il «candidato conservatore» è Ratzinger, che ha la reputazione di «inquisitore»; il «candidato populista» è Bergoglio, il «pacifista» è Diaz, il candidato «interlocutore» è Grinze. Da ultimo, un commento di Andrei Zubov, uno dei pochi a soffermarsi in questi giorni sui rapporti tra la Russia e il Vaticano: «Per la Chiesa ortodossa e cattolica, è stata un'occasione mancata».
Su questo tema «Rossijskaja gazeta» si era già soffermata il 2 aprile, mentre il Papa era in agonia. Il 5 aprile vi dedica uno degli interventi pubblicati alle pp. 1 e 5, firmato da Elena Jakovleva. Vi si ripercorre l'iter delle trattative, dal mancato incontro tra i due primati cattolici e ortodosso russo, a causa del rifiuto (come ha dichiarato padre Igor' Vyzhanov) del Papa di sottoscrivere una rinunzia all'uniatismo e al proselitismo, fino al dono dell'icona di Kazan' e al recente incontro fra il metropolita Kirill e il vescovo Werth, che «hanno espresso fermamente – riferisce sempre Vyzhanov – la propria disponibilità a cercare insieme vie di soluzione dei problemi esistenti nelle relazioni fra le due Chiese».
«Kommersant» ha seguito dal 2 aprile con molta attenzione l'agonia e la morte del Papa, dedicando ampio spazio alla sua biografia e alle sue ultime ore, e facendo anche presente la preghiera dei cattolici di Mosca per lui. Il 4 aprile, a p. 11, viene pubblicata la lettera pastorale di mons. Kondrusiewicz, per la morte del Papa.
Giovanni Paolo II ha dato voce ai cattolici dell'ex Unione Sovietica Dichiarazioni a ZENIT del metropolita Tadeusz Kondrusiewicz MOSCA, martedì, 5 aprile 2005 (ZENIT.org).- Giovanni Paolo II è diventato la voce dei cattolici dell'ex Unione Sovietica, ha constatato l'Arcivescovo cattolico di Mosca in una intervista concessa a ZENIT in cui analizza il lascito del Papa in Russia, un Paese che non è mai arrivato a visitare. "Lo ricorderemo come il Papa che ci ha parlato, ma allo stesso tempo come il Pontefice che si è espresso da parte nostra, nel nostro nome quando noi non avevamo la possibilità di farlo", ha affermato il prelato. Monsignor Tadeusz Kondrusiewicz, Arcivescovo dell'Arcidiocesi della Madre di Dio a Mosca, si recherà a Roma per i funerali del Papa questo venerdì, ma subito dopo tornerà in Russia per continuare la celebrazione di Sante Messe in suffragio del defunto Pontefice. Come ha affermato nell'omelia di domenica scorsa, "i cattolici di Russia hanno una riconoscenza particolare nei suoi confronti. Non possiamo dimenticare l'amore del primo Papa slavo per la Russia". "Il mondo intero è stato testimone del suo desiderio incessante di sviluppare il dialogo e la collaborazione con la Chiesa ortodossa russa. Giovanni Paolo II si è rivolto in più di un'occasione al popolo russo e ai fratelli ortodossi", ha detto. "Giovanni Paolo II ci ha dato fiducia: con il suo primo appello di aprire le porte e le frontiere a Cristo ha dato a noi cattolici dell'ex Unione Sovietica una nuova speranza", ha quindi aggiunto l'Arcivescovo. "Giovanni Paolo II – ha proseguito – ha ricostruito e rinnovato le chiese cattoliche esistenti prima del 1917 ed ha amato molto la Russia. Lui era slavo e amava anche gli ortodossi". "Il clima di speranza e di dialogo con gli ortodossi rimane. Siamo condannati al dialogo, e questa direzione presa del Papa deve andare avanti. Certo, è lo Spirito Santo che guida la Chiesa, ma noi siamo strumenti e dipende anche da noi che questo clima rimanga e si sviluppi". "Ci sono stati tanti segni e parole anche in lingua russa come nel suo viaggio in Lituania che l'hanno avvicinato, e soprattutto questa icona della Vergine di Kazan riconsegnata dal cardinale Kasper", ha constatato. "La gente lo amava: domenica scorsa tutte le Messe a Mosca erano piene come per Pasqua", ha aggiunto il prelato. "Il Papa era vicino, aperto, ascoltava, suggeriva e voleva bene alla gente", ha concluso l'Arcivescovo, che aveva fatto visita al Papa al policlinico Gemelli pochi giorni prima della sua morte. ZI05040506 TOP
Vescovo ortodosso Hilarion: forse uno dei più grandi Papi della storia della Chiesa Il Rappresentante della Chiesa ortodossa russa presso le Istituzioni europee
VIENNA, martedì, 5 aprile 2005 (ZENIT.org).- "È stato un grande Papa, forse uno dei più grandi dell'intera storia della Chiesa cattolica romana. Non vi è dubbio che sarà presto beatificato e canonizzato dalla Chiesa, alla quale egli ha dedicato tutta la sua vita", ha scritto il vescovo Hilarion (Alfeyev) di Vienna e Austria, Rappresentante della Chiesa ortodossa russa presso le Istituzioni europee nell'inviare a ZENIT un commento su Giovanni Paolo II.
"Egli è stato uno dei leader religiosi più influenti dei nostri tempi ed ha lasciato un'impronta sull'intera civiltà umana. La sua influenza è andata certamente oltre i confini della Chiesa cattolica romana, che egli ha guidato per più di un quarto di secolo". "Il suo messaggio – continua il vescovo Hilarion – è stato ascoltato e apprezzato da milioni di persone in tutto il mondo, non solo dai cattolici, ma anche da ortodossi, protestanti, anglicani, ebrei, musulmani, persone di altre fedi e persino da persone non credenti".
"In un periodo in cui i politici laici di gran parte dei Paesi occidentali si danno da fare per eliminare la religione dalla sfera pubblica, relegandola alla sola devozione privata, e per bandirla dalle scuole, dalle università e dai mezzi di comunicazione, Giovanni Paolo II ha rappresentato una personalità pubblica di tale calibro che di ogni suo viaggio è stata data ampia copertura informativa, e ogni sua dichiarazione è stata ripresa e commentata dai mezzi di comunicazione in tutto il mondo", ha continuato.
"Egli è stato un Papa 'ortodosso', nel senso che ha voluto preservare l'impostazione tradizionale della sua Chiesa in materia di dogma e di morale". A tal punto che "la sua posizione su questioni morali come il matrimonio e la famiglia, l'aborto, la contraccezione, l'eutanasia ed altre, ha spesso suscitato critiche da parte di coloro che vogliono sostituire i valori tradizionali con quelli secolari e che vogliono opporre l'umanesimo alla religione".
"Tuttavia, pur essendo tradizionale il Papa non è stato in alcun modo meno umano, avendo egli sviluppato un umanesimo universale fondato sui valori spirituali, che si oppone ad una visione umanistica atea", ha commentato il Vescovo ortodosso. "Per molti anni egli ha contrastato l'ateismo nel proprio Paese, la Polonia, ed ha svolto un ruolo nel crollo dei regimi totalitari atei dell'Europa orientale, contribuendo anche enormemente alla riscoperta della fede da parte di molti di coloro che l'avevano persa a causa del liberalismo e del relativismo imperversante nelle società democratiche dell'Occidente".
"La sua vita ha coinciso con enormi cambiamenti geopolitici che hanno alterato per sempre il volto dell'Europa", ha commentato il presule.
Il Vescovo ortodosso di Vienna e Austria ha quindi accennato brevemente alle due occasioni, in cui si è trovato ad incontrarlo, per la consegna di un messaggio del Patriarca di Mosca Alessio II. In particolare ha parlato dell'ultimo incontro, quello del 21 gennaio 2002, quando gli "fu affidato il compito alquanto delicato di spiegare al Papa le condizioni in base alle quali sarebbe stato possibile un suo incontro con il Primate della Chiesa ortodossa russa".
"Egli era certamente ben consapevole di queste condizioni che non sono mai state un segreto – ha aggiunto –. Tra queste vi era l'esplicito rifiuto di ogni forma di proselitismo sul territorio del Patriarcato di Mosca e il riconoscimento che l'uniatismo non rappresentasse più una via percorribile verso l'unità dei cristiani".
"Mi auguro che questi principi possano essere ripresi in una dichiarazione congiunta dei Primati delle Chiese cattolica romana e russa ortodossa, qualora dovesse avvenire un incontro tra di loro. Un tale incontro potrebbe aprire la strada ad una nuova pagina nelle relazioni tra queste due Chiese tradizionali, la cui testimonianza comune e congiunta al mondo sarebbe assai importante e opportuna".
Nel parlare dell'ultimo periodo di vita di Giovanni Paolo II il vescovo Hilarion ha affermato che: "La malattia e la morte del Papa sono state straordinarie quanto la sua vita e il suo servizio. Anche giacendo sul suo letto di morte Giovanni Paolo II era ancora capace di diffondere il messaggio cristiano della speranza e della resurrezione".
"Possa la sua anima riposare in pace e la sua memoria rimanere in eterno".
Intervista a E. Neizvestnyj in occasione dei suoi 90 anni, «Itogi», 5 aprile
La sua scultura «Albero della vita» è stata collocata nel vestibolo del ponte pedonale Bagration a Mosca.