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Rassegna stampa, 6 dicembre 2004

Autore:
P.Romano Scalfi
Fonte:
CulturaCattolica.it

Sui fatti d’Ucraina Sergej Byckov, Divisioni tra i cristiani in Ucraina, «Moskovskij komsomolec», 3 dicembre Il consiglio interconfessionale ucraino, che riunisce le diverse comunità protestanti del paese, in un appello al popolo ha riconosciuto presidente Juscenko. Il vescovo greco-cattolico di Drogobici Julian ha partecipato a un moleben con rappresentanti delle altre Chiese cristiane ucraine per le sorti del popolo ucraino sceso in piazza. Più contenuto il patriarca Aleksij II, che non si immischia in politica, al contrario dei suoi sottoposti, in particolare Agafangel a Odessa e Ilarion a Doneck, che hanno preso fortemente posizione nei progetti di distruggere l’unità della nazione. Che fa in queste ore il capo del Patriarcato di Mosca in Ucraina, metropolita Vladimir? E dov’è il metropolita Kirill? L’uno non dà segni di vita, l’altro, esausto per tutti gli anniversari che ha appena celebrato, riposa in Svizzera. Intanto Filaret e i suoi vescovi sono ininterrottamente in piazza, lavorano per evitare conflitti e spargimenti di sangue. Bisognerebbe ricordare invece la posizione coraggiosa assunta da Aleksij II nell’agosto 1991 e nel 1993, e anche nella recente lettera a Kucma, in cui prega per l’unità del popolo ucraino e la sua fratellanza con il popolo russo.

Nikolaj Palkin, La crepa religiosa. Il Vaticano sostiene l’opposizione ucraina, «Rossijskaja gazeta», 2 dicembre In Vaticano sventolano bandiere ucraine ornate di nastri arancioni, simbolo dell’opposizione: sono apparse sia all’udienza generale del mercoledì, sia alla messa celebrata dal Papa nella basilica di San Pietro, nelle mani degli «oppositori ucraini che vivono nella Città eterna». Vengono citate le parole di Giovanni Paolo II: «Penso ai pellegrini convenuti in questa piazza, e prego per la pace nel loro paese». Il Papa si è poi intrattenuto con un gruppo di ucraini presenti all’udienza. «Gli esperti locali sono sicuri che il Vaticano sostiene chi è sceso in piazza a Kiev. Qui non si dubita che questi stati d’animo del Vaticano abbiano esercitato un influsso sui 6 milioni di cattolici che vivono nella parte occidentale dell’Ucraina. La leadership dei cattolici ucraini non è certo intervenuta apertamente in sostegno di Juscenko senza la benedizione del Vaticano».

Questo articolo (non si dimentichi che «Rossijskaja gazeta» è il quotidiano più filogovernativo, generalmente ligio alla posizione del Cremlino) è stato ripreso e riprodotto nello stesso giorno dal sito ortodosso «Sedmitza.ru», vicino agli ambienti del patriarcato e all’Enciclopedia ortodossa.

Commenti sulla restituzione a Costantinopoli delle reliquie di san Giovanni Damasceno e di Gregorio di Nazianzo Le solenni celebrazioni svoltesi parzialmente a Roma e parzialmente a Istanbul, presiedute dal cardinal Kasper, hanno suscitato in Russia commenti legati alla delicata situazione creatasi in Ucraina. Valerij Emel’janov, su «portal-credo.ru», il 3 dicembre lega il fatto, «apparentemente di valore esclusivamente religioso», alla «raffinatissima diplomazia vaticana» e agli eventi ucraini, nel senso di un «richiamo alla necessità di superare le contrapposizioni per recuperare l’originaria unità spirituale». Emel’janov cita poi l’articolo di Sandro Magister, apparso su «Espresso» (tradotto e pubblicato sempre su portal-credo.ru»), che porta avanti la tesi della tradizionale contrapposizione tra Russia e Polonia che si gioca oggi in ucraina. La Polonia appoggia Juscenko, e le forze che lo sostengono (la Chiesa greco-cattolica), come veicoli della propria influenza. Emel’janov fa però rilevare che il nazionalismo ucraino, che si fonda sulla Chiesa greco-cattolica, è ostile sia ai «moscoviti» quanto ai polacchi occidentali e latini. Proprio per questo entrerebbe in gioco la diplomazia vaticana che richiama all’unità.

In concomitanza con questo fatto, fa rilevare «blagovest-info», il 1° dicembre a Istanbul si è svolto il XXIII Congresso internazionale ecumenico dei vescovi di diverse Chiese cristiane, promosso dal movimento di Focolari. Vi hanno partecipato oltre 50 vescovi di 18 paesi diversi, oltre alla fondatrice del Movimento, Chiara Lubich.

In Georgia l’ex capo dei servizi di sicurezza denuncia una politica antiortodossa, «blagovest-info», 3 dicembre Lo dichiara Iraklij Batiashvili in un’intervista, sottolineando che contro il sistema di istruzione e la Chiesa ortodossa georgiana sono in atto processi negativi che non possono non suscitare forti proteste dell’opinione pubblica. In particolare, rileva le ripetute accuse di corruzione mosse alla Chiesa, aggiungendo che secondo lui è una manovra ideologica di George Soros.

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