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Rassegna stampa, 7 aprile 2005

Fonte:
CulturaCattolica.it

Continuano i commenti sulla figura del Papa, in occasione della scomparsa

Continuano gli articoli sulla stampa quotidiana. «Rossijskaja gazeta» il 7 aprile pubblica a p. III un articolo sull'afflusso dei pellegrini, sui riti delle esequie, con alcune note di memorie personali dell'autore (A. Shapovalov), che aveva incontrato il Papa in Polonia e in Cecoslovacchia, che ribadiscono la statura spirituale del Papa («... ho cercato di servire fedelmente il Signore, senza preoccuparmi delle mansioni», aveva risposto Giovanni Paolo II alla sua domanda, sul fatto che la sua formazione sembrava andare a pennello per la «carriera di papa». Riportato anche un commento fatto a suo tempo da Jaruzelski, secondo cui Wojtyla rifuggiva ugualmente il comunismo e il capitalismo. Resta la lacuna della Russia, tra gli oltre 100 paesi visitati dal Papa. Ed è anche – conclude l'autore – un importante elemento mancante nella pacificazione dei diversi rami cristiani.

A p. 1-2 «Izvestija» riprende la notizia della protesta fatta alla Duma da Aleksej Mitrofanov, un deputato di Zhirinovskij, contro l'eccessivo risalto dato dalla stampa alla figura del Papa, che sarebbe un'«azione propagandistica in favore del Vaticano», e a cui pertanto va posta fine. La sua proposta di incaricare il comitato della Duma per le relazioni con la stampa di provvedere, è stata respinta (98 voti per la sua proposta, 217 contro, nessun astenuto), al termine di un'accesa discussione. Mitrofanov ha dichiarato che «la morte del papa non può e non deve essere data come prima informazione, né occupare tanto spazio. Inoltre, è troppo alto il livello di rappresentanza ai funerali [il primo ministro Fradkov]. Siamo un paese ortodosso e bisognerebbe essere più cauti». Oltre a un articolo a p. 5 sull'atteso testamento del Papa e sul conclave, il giornale pubblica a p. 6 il parere della redazione, in cui si dice che «gli echi di questa posizione si sentono anche nella decisione del capo di Stato di non andare a congedarsi dal pontefice. In questo è difficile non scorgere un messaggio. È scomparso un uomo che entrerà nella storia per il suo desiderio di riconciliare la Chiesa cattolica con le altre religioni. Si reca a porgergli il tributo della memoria (non solo come capo della Chiesa cattolica, ma anche come capo di Stato), un numero senza precedenti di leader governativi indipendentemente dalla confessione religiosa predominante nei loro paesi. Perché la Russia, che tanto parla del suo desiderio di integrazione europea, e si lamenta che la sua immagine è malcompresa o travisata, si mette di nuovo in una situazione particolare? Se vi sono dei motivi per cui il Presidente non è può effettivamente recarsi in Vaticano, perché non spiegarli pubblicamente? Lasciando da parte ogni altra considerazione, anche dal punto di vista propagandistico gesti simbolici come la telefonata di Putin a Bush l'11 settembre, fanno per l'integrazione della Russia nel mondo europeo molto di più che decine e centinaia di articoli e spot televisivi». A p. 7, infine, la discussione, in cui emerge un parere favorevole a dar spazio alla notizia.

«Kommersant» dedica a p. 11 un lungo articolo in cui, oltre a quadretti di genere (le code ecc.), partendo dalle folle che stringono piazza San Pietro, si commenta che tutto questo non potrà non influire sugli esiti del conclave.

Le personalità russe che hanno inviato condoglianze per la scomparsa di Giovanni Paolo II
- A. Torshin, vice portavoce del Consiglio della Federazione Russa (in rappresentanza dei Consiglio dell'Assemblea Federale della Federazione Russa)
- Ju. Luzhkov, sindaco di Mosca: «... si è meritato la stima universale per i giudizi e la riaffermazione dei valori cristiani eterni nelle più diverse problematiche della vita della società contemporanea... Resteranno per sempre nella memoria della gente i suoi richiami alla pace e al bene, i suoi instancabili sforzi per avvicinare le parti e promuovere un dialogo reale e aperto. Essi hanno posto le basi di una possibile collaborazione non solo tra fedeli di tutte le religioni, ma anche tra forze politiche, paesi e popoli»
- S.A. Popov, presidente del Comitato della Duma per le associazioni pubbliche e religiose, membro del Consiglio generale di «Edinaja Rossija»: «In questi giorni dolorosi, speriamo che la sua eredità politica e spirituale venga degnamente apprezzata dall'umanità».
- Ministro V.A. Jakovlev: «L'incessante operato di Giovanni Paolo II, volto a consolidare le basi spirituali e morali della società contemporanea, gli ha guadagnato l'affetto dei cattolici di tutto il mondo e la stima delle persone delle altre confessioni».
- V.P. Lukin, delegato per i diritti dell'uomo nella Federazione Russa: «Sono convinto che i grandi valori umani attestati con tanta immensa forza interiore, perseveranza e coerenza da Giovanni Paolo II, contribuiranno al rafforzamento dei principi della tolleranza, al dialogo interconfessionale e alla collaborazione nel nostro paese e in tutto il mondo».
- A. Tuleev, Governatore della regione di Kemerovo
- V.G. Egorov, Governatore della regione di Kaliningrad
- A. Chazin, membro del Consiglio dell'Assemblea Federale della Federazione Russa: «Ci ha lasciati un uomo e un pastore che è diventato familiare non solo a tutti i cattolici, ma anche a tutti gli uomini del mondo. Gli immensi meriti del Pontefice davanti a Dio, alla Chiesa e agli uomini saranno sempre di esempio per le future generazioni».
- Aleksandr Vershbow, Ambasciatore degli USA in Russia
- Stefan Meller, Ambasciatore della Polonia a Mosca
- N.V. Merkulov, Presidente del comitato per i contatti con le organizzazioni religiose della citta di Mosca: «Papa Giovanni Paolo II resterà nei cuori e nelle menti di milioni di persone di tutti i continenti come un predicatore di pace e di bene, che ha aperto nuove prospettive di collaborazione interconfessionale a proposito dei più svariati problemi della vita della società contemporanea».
- Vescovo Georgij di Nizhinij Novgorod e Arzamas: «Esprimo profonde condoglianze per la scomparsa di Sua Santità Papa Giovanni Paolo II. La Chiesa cattolica ha subito una grave perdita. Per decenni Sua Santità Papa Giovanni Paolo II è stato – lo dico senza tema di esagerazioni – il centro della vita ecclesiale dell'Occidente cristiano. Il primo Papa slavo della storia ha fatto molto per la Chiesa cattolica in tutto il mondo...».
- Metropolita Andrian (vecchi credenti): «A nome mio e della Chiesa ortodossa dei vecchi credenti esprimo le condoglianze per la scomparsa del primate della Chiesa cattolica Papa Giovanni Paolo II. La sua personalità ha lasciato una profonda orma nel mondo contemporaneo. Il pontificato di Giovanni Paolo II è stato contrassegnato dalla caduta di alcuni regimi totalitari e dal profondo rinnovamento della Chiesa cattolica.
Con l'audacia spirituale che gli era caratteristica Papa Giovanni Paolo II ha riconosciuto errori e delitti commessi dall'inquisizione, e altri peccati commessi in passato dai pastori della Chiesa cattolica, tra cui anche quelli commessi contro l'Ortodossia, e ha fatto atto di pentimento. Questo gesto è diventato un esempio vivente di umiltà cristiana e ha prodotto una grande impressione sulla società contemporanea. Speriamo che la lezione di misericordia evangelica offertaci da Papa Giovanni Paolo II, prima o poi serva di esempio all'instaurarsi di relazioni anche fra le altre confessioni. Che il Signore gli usi l'ineffabile misericordia che il defunto Giovanni Paolo II nella sua vita terrena si è sforzato di imitare».
- Arcivescovo Georg Krechmar (Chiesa luterana).
- Vescovo Harry Kugappi (chiesa luterana).
- Vescovo S.V. Rjachovskij (Chiesa battista).
- A.S. Shaevic, Rabbino capo della Russia: «Riconoscendo gli errori del passato (segno di saggezza, e anche di coraggio), Papa Giovanni Paolo II ha contribuito al cardinale miglioramento delle relazioni tra le diverse confessioni religiose. Nelle menti e nei cuori degli uomini delle diverse confessioni, la memoria e la stima per la grandiosa personalità di Papa Giovanni Paolo II resteranno nei secoli».
- Muftì Ravil' Gajnutdon, presidente del Consiglio dei Mufti della Russia, Presidente della Direzione spirituale dei musulmani nella Russia europea: «... Papa Giovanni Paolo II è stato il primo pontefice... a visitare una moschea musulmana e una sinagoga ebraica, e inoltre a trovare in sé forze spirituali e morali per far atto di pentimento a nome della Chiesa cristiana davanti ai musulmani di tutto il mondo per le Crociate. Tutta la sua annosa e instancabile attività per il bene e il progresso del mondo, in nome dell'amore fraterno tra i popoli – tutto questo e molti altri aspetti hanno risvegliato nei cuori degli uomini di tutto il mondo, anche di noi musulmani russi, sentimenti di entusiasmo e ammirazione».
- Accademico A.O. Chubarjan, Direttore dell'Istituto di Storia universale dell'Accademia delle Scienze russa: «Durante il suo pontificato gli storici russi hanno cominciato un attivo dialogo con gli studiosi del vaticano e del mondo cattolico. Siamo intenzionati a proseguire la nostra proficua collaborazione. Scriveremo opere scientifiche sull'attività del Papa e il suo contributo alla storia universale».

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