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Russia: Rassegna stampa, 17 gennaio 2006

Fonte:
CulturaCattolica.it

L’arcivescovo Mennini a Tver’, «blagovest-info», 16 gennaio
Ha dichiarato ai giornalisti che il suo desiderio è che la Chiesa cattolica in Russia diventi un ponte fra le culture russa e dell’Europa occidentale. Gran parte dei problemi fra le due Chiese – ha quindi aggiunto – è dovuta alla scarsa conoscenza tra i loro rispettivi fedeli. Invece, sono Chiese sorelle, e dobbiamo confermare questa nostra convinzione continuamente con le opere.

Incontro fra i giovani cattolici russi, «blagovest-info», 12 gennaio
Il IV raduno dei giovani cattolici della Russia si svolgerà in provincia di Mosca nell’ultima settimana di luglio; la decisione è stata presa dalla commissione per i problemi dei laici, movimenti e giovani della Conferenza episcopale cattolica russa che si è riunita l’11 gennaio a Mosca sotto la presidenza di mons. Pickel.
Il motto del raduno saranno le parole del Sal 118,105 «La tua parola è lampada per i miei passi, luce sul mio cammino», prescelte da papa Benedetto XVI. La preparazione si svolgerà durante la Quaresima, il periodo di Pasqua e di Pentecoste.

Benedetto XVI e la Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani Dal 18 al 25 gennaio CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 18 gennaio 2006 (ZENIT.org).- Pubblichiamo la meditazione pronunciata questo mercoledì mattina in occasione dell’udienza generale da Benedetto XVI, incentrata sulla “Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani”, che si celebra ogni anno dal 18 al 25 gennaio.
Se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà» (Mt 18,19). Questa solenne assicurazione di Gesù ai suoi discepoli sostiene anche la nostra preghiera. Ha inizio oggi la ormai tradizionale «Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani», appuntamento importante per riflettere sul dramma della divisione della comunità cristiana e domandare assieme a Gesù stesso «che tutti siano una cosa sola affinché il mondo creda» (Gv 17,21). Lo facciamo oggi anche noi qui, in sintonia con una grande moltitudine nel mondo. In effetti, la preghiera «per l’unione di tutti» coinvolge in forme, tempi e modi diversi cattolici, ortodossi e protestanti, accomunati dalla fede in Gesù Cristo, unico Signore e Salvatore. La preghiera per l’unità fa parte di quel nucleo centrale che il Concilio Vaticano II chiama «l’anima di tutto il movimento ecumenico» (Unitatis redintegratio, 8), nucleo che comprende appunto le preghiere pubbliche e private, la conversione del cuore e la santità di vita. Questa visione ci riporta al centro del problema ecumenico che è l’obbedienza al Vangelo per fare la volontà di Dio con il suo aiuto necessario ed efficace. Il Concilio lo ha esplicitamente segnalato ai fedeli dichiarando: «Con quanta più stretta comunione essi saranno – saremo – uniti con il Padre, con il Verbo e con lo Spirito Santo, con tanta più intima e facile azione potranno accrescere le mutue relazioni fraterne» (ibid., 7). Gli elementi che, nonostante la divisione permanente congiungono ancora i cristiani, sostengono la possibilità di elevare una preghiera comune a Dio. Questa comunione in Cristo sorregge tutto il movimento ecumenico e indica lo scopo stesso della ricerca dell’unità di tutti i cristiani nella Chiesa di Dio. Ciò distingue il movimento ecumenico da ogni altra iniziativa di dialogo e di rapporti con altre religioni e ideologie. Anche in questo era stato preciso l’insegnamento del decreto sull’ecumenismo del Concilio Vaticano II: «A questo movimento per l’unità, chiamato ecumenico, partecipano quelli che invocano la Trinità e professano la fede in Gesù Signore e Salvatore» (ibid., 1). Le preghiere comuni che si svolgono nel mondo intero particolarmente in questo periodo, oppure attorno alla Pentecoste, esprimono inoltre la volontà di comune impegno per il ristabilimento della piena comunione di tutti i cristiani. Queste preghiere comuni «sono senza dubbio un mezzo molto efficace per impetrare la grazia dell’unità» (ibid., 8). Con tale affermazione il Concilio Vaticano II interpreta in sostanza quanto dice Gesù ai suoi discepoli ai quali assicura che se due si accorderanno sulla terra per chiedere qualcosa al Padre che è nei cieli, egli la concederà «perché» dove due o tre sono riuniti nel suo nome egli è in mezzo a loro. Dopo la resurrezione egli assicura ancora che sarà sempre con loro «tutti i giorni fino alla fine del mondo» (Mt 28,20). E’ la presenza di Gesù nella comunità dei discepoli e nella nostra preghiera, che ne garantisce l’efficacia. Tanto da promettere che «tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo» (Mt 18,18). Ma non ci limitiamo ad impetrare. Possiamo anche ringraziare il Signore per la nuova situazione faticosamente creata dalle relazioni ecumeniche tra i cristiani nella ritrovata fraternità per i forti legami di solidarietà stabiliti, per la crescita della comunione e per le convergenze realizzate – certamente in modo diseguale – tra i vari dialoghi. Ci sono tanti motivi per ringraziare. E se c’è ancora tanto da sperare e da fare, non dimentichiamo che Dio ci ha dato molto nel cammino verso l’unione. Perciò gli siamo grati per questi doni. Il futuro sta davanti a noi. Il Santo Padre Giovanni Paolo II di felice memoria – che tanto ha fatto e sofferto per la questione ecumenica – ci ha opportunamente insegnato che «riconoscere quanto Dio ha già concesso è la condizione che ci predispone a ricevere quei doni ancora indispensabili per condurre a compimento l’opera ecumenica dell’unità» (Ut unum sint, 41). Pertanto, fratelli e sorelle, continuiamo a pregare perché siamo consci che la santa causa del ristabilimento dell’unità dei cristiani supera le nostre povere forze umane e che l’unità in definitiva è dono di Dio. [Dopo l’udienza, il Papa ha salutato i pellegrini presenti in varie lingue. In italiano ha detto:] Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i fedeli del Vicariato del Piano di Pisa, che ringrazio per la presenza così numerosa, assicurando la mia preghiera, perché si rafforzi in loro il desiderio di conoscere e seguire Gesù Cristo, unico Salvatore del mondo. Saluto, poi, i rappresentanti della Parrocchia di S. Francesco d’Assisi, in Fondi, e il Gruppo Donatori di sangue delle Poste Italiane. Grazie per la vostra generosità. Un saluto particolare voglio rivolgere, inoltre, agli artisti del mondo circense, presenti a Roma in questi giorni, ringraziando per questa bella esibizione, e li incoraggio a manifestare sempre con gioia la propria fede in Cristo. Il mio pensiero va, infine, ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Cari amici, durante questi giorni di preghiera per l’unità dei cristiani invito voi, cari giovani, ad essere ovunque, specialmente nei confronti dei vostri coetanei, apostoli di fedele adesione al Vangelo; chiedo a voi, cari malati, di offrire le vostre sofferenze per la piena comunione di tutti i discepoli di Cristo; esorto voi, cari sposi novelli, a diventare sempre più un cuor solo ed un’anima sola, vivendo il “comandamento dell’amore” all’interno delle vostre famiglie.
Annuncio dell’Enciclica “Deus caritas est” CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 18 gennaio 2006 (ZENIT.org).- Al termine della catechesi dell’Udienza Generale, il Santo Padre Benedetto XVI ha annunciato la pubblicazione della Sua prima Enciclica, dal titolo: “Deus caritas est”, con le parole che riportiamo di seguito:
In questo senso e con tali sentimenti mi recherò sulle orme di Papa Giovanni Paolo II mercoledì prossimo, 25 gennaio, festa della conversione dell’Apostolo delle Genti, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura per pregare con i fratelli ortodossi e protestanti: pregare per ringraziare di quanto il Signore ci ha concesso; pregare perché il Signore ci guidi sulle orme dell’unità. Nello stesso giorno, il 25 gennaio, inoltre sarà finalmente pubblicata la mia prima Enciclica, il cui titolo è già conosciuto “Deus caritas est”, “Dio è amore”. Il tema non è immediatamente ecumenico, ma il quadro e il sottofondo sono ecumenici, perché Dio e il nostro amore sono la condizione dell’unità dei cristiani. Sono la condizione della pace nel mondo. In questa Enciclica vorrei mostrare il concetto di amore nelle sue diverse dimensioni. Oggi, nella terminologia che si conosce, “amore” appare spesso molto lontano da quanto pensa un cristiano se parla di carità. Da parte mia, vorrei mostrare che si tratta di un unico movimento con diverse dimensioni. L’ “eros”, questo dono dell’amore tra uomo e donna, viene dalla stessa fonte della bontà del Creatore, come pure la possibilità di un amore che rinuncia a sé in favore dell’altro. L’ “eros” si trasforma in “agape” nella misura in cui i due si amano realmente e uno non cerca più se stesso, la sua gioia, il suo piacere, ma cerca soprattutto il bene dell’altro. E così questo, che è “eros”, si trasforma in carità, in un cammino di purificazione, di approfondimento. Dalla famiglia propria si spalanca verso la più grande famiglia della società, verso la famiglia della Chiesa, verso la famiglia del mondo.
Cerco anche di dimostrare come l’atto personalissimo che ci viene da Dio sia un unico atto di amore. Esso deve anche esprimersi come atto ecclesiale, organizzativo. Se è realmente vero che la Chiesa è espressione dell’amore di Dio, di quell’amore che Dio ha per la sua creatura umana, deve essere anche vero che l’atto fondamentale della fede che crea e unisce la Chiesa e ci dà la speranza della vita eterna e della presenza di Dio nel mondo, genera un atto ecclesiale. In pratica la Chiesa, anche come Chiesa, come comunità, in modo istituzionale, deve amare.
E questa cosiddetta “Caritas” non è una pura organizzazione, come altre organizzazioni filantropiche, ma necessaria espressione dell’atto più profondo dell’amore personale con cui Dio ci ha creati, suscitando nel nostro cuore la spinta verso l’amore, riflesso del Dio Amore che ci rende sua immagine.
Prima che il testo fosse pronto e tradotto è passato del tempo. Adesso mi sembra un dono della Provvidenza, il fatto che proprio nel giorno nel quale pregheremo per l’unità dei cristiani il testo sia pubblicato. Spero che esso possa illuminare e aiutare la nostra vita cristiana.

Riunione della Conferenza episcopale a Pietroburgo, «blagovest-info», 18 gennaio
Dal comunicato finale, trasmesso dal segretario Kovalevskij, nel corso della riunione del 17-18 gennaio (XX seduta plenaria) è stato altamente apprezzato il lavoro della commissione mista di dialogo cattolico-ortodosso, in quanto contribuisce ad approfondire la collaborazione con la Chiesa ortodossa russa.
Punti particolarmente sottolineati, su cui è intervenuto anche il Nunzio Apostolico, sono stati i problemi del dialogo cattolico-ortodosso, e l’attività del seminario «Maria Regina degli Apostoli».
La prossimo riunione della Conferenza avrà luogo a Mosca il 3-4 luglio.

Il 41% degli ascoltatori di «Radio Echo Moskvy» sono favorevoli al calendario giuliano, «blagovest-info», 18 gennaio
Il 12 gennaio si è svolta alla radio una discussione intitolata «secondo quale calendario vuol vivere la Russia?», dedicata alla recente proposta avanzata da «Rodina» alla Duma, di una nuova legge federale che riporti la Russia al calendario giuliano. Al dibattito hanno preso parte moltissimi ascoltatori, che con la meraviglia di tutti hanno optato in buona percentuale per il ritorno al calendario giuliano, cioè alla tradizione interrotta nel 1918.

Aperta a Mosca un’importante mostra di icone, «blagovest-info», 18 gennaio
L’esposizione, che resterà aperta fino al 26 marzo, presenta presso la «Galleria delle arti Zurab Cereteli» una grande mostra delle icone del Museo di Rybinsk.

Roman Lunkin, Reportage dalla regione di Kaliningrad, «portal-credo.ru», 11 gennaio
Descrivendo la situazione interconfessionale creatasi nella regione, si rileva che la religione ha cominciato praticamente a svilupparsi dal nulla dopo la perestrojka, ma che il forte ritorno alle radici luterane (il luteranesimo era infatti la confessione dominante nella Prussia orientale) e anche la rinascita cattolica sono un fenomeno inaspettato per tutti, tanto più tenendo presente il sostegno offerto all’ortodossia dalle autorità civili.
I luterani hanno un posto importante all’interno della società, sebbene chiedano raramente la restituzione delle chiese rimaste, sovente in deplorevoli condizioni di conservazione. Inoltre, alla fine degli anni ‘80 molte loro chiese sono state concesse agli ortodossi (tra cui l’attuale cattedrale di San Nicola a Kaliningrad, concessa nel 1985 al metropolita Kirill e da lui consacrata nel 1987).
La maggioranza dei luterani è costituita da tedeschi russi, stabilitisi qui dalle regioni asiatiche dell’ex URSS. Sono molte le famiglie russe oppure miste, russo-tedesche. D’altro canto, se parecchi tedeschi emigrano in Germania, vi sono anche russi che si convertono al luteranesimo. Attualmente nella regione esistono 46 comunità luterane, che svolgono un’attività assistenziale e cultural-educativa.
Sebbene meno numerose dei luterani, le comunità cattoliche subiscono maggiori pressioni da parte degli ortodossi e dei funzionari civili, che temono la loro dinamica presenza in quasi tutti i capoluoghi di provincia. D’altro canto, dopo molti tentativi infruttosi i cattolici hanno dovuto desistere dall’impresa di ottenere la restituzione della propria cattedrale.
Dopo il 2000 il problema principale per i cattolici è stato quello dei visti per i religiosi stranieri; nel settembre 2005 durante un incontro pastorale del clero diocesano, il metropolita Kondrusiewicz ha definito «catastrofica la situazione creatasi in provincia di Kaliningrad, dove il visto a sacerdoti e religiosi stranieri viene concesso solo per 3 mesi, e gli organismi del ministero degli esteri registrano chi arriva solo per 10 giorni».
Attualmente nella regione operano 17 sacerdoti cattolici, di cui 2 cittadini lituani, 3 bielorussi, 2 russi e 9 polacchi e tedeschi, su un totale di 25 parrocchie. Sono presenti francescani, verbiti, e a Sovetsk opera un centro missionario cattolico.
Inoltre, nella regione esistono circa 40 comunità tra battisti, evangelici e pentecostali.
Le parrocchie ortodosse sono 53, oltre a 2 monasteri femminili (una ventina di monache è concentrata nel villaggio Izobil’nyj, dove c’è un’azienda agricola ortodossa). Dato questo equilibrio di forze, si osserva un atteggiamento abbastanza aperto e conciliante degli ortodossi, almeno se confrontato, ad esempio, con la situazione esistente nella vicina regione di Smolensk.

Nato il sito della rappresentanza del patriarcato di Mosca a Strasburgo, «mospat.ru», 16 gennaio
L’evento è stato salutato dal patriarca Aleksij e dal metropolita Kirill come una nuova possibilità di far conoscere il giudizio della Chiesa ortodossa su molte importanti questioni, oltre che di dialogare con paesi e popoli europei.
L’indirizzo del sito: www.strasbourg-reor.org.

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