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Russia: Rassegna stampa, 2 marzo 2007

Fonte:
CulturaCattolica.it

L’XI Concilio popolare russo sarà dedicato al tema «Ricchezza e povertà: una sfida storia alla Russia», «blagovest-info.ru», 1 marzo
L’assemblea avrà luogo a Mosca il 5-7 marzo, sotto l’egida del metropolita Kirill, che in una conferenza-stampa ne ha illustrato le tematiche fondamentali.
All’apertura interverrà il Patriarca; sono attesi anche esponenti governativi, della Chiesa ortodossa russa all’estero e dei Vecchi credenti.

Kirill sull’appello di Diomid, «blagovest-info.ru», 1 marzo
Dietro il messaggio in realtà non ci sarebbe tanto il vescovo Diomid, quanto un «gruppetto protestatorio di esponenti della Chiesa ortodossa russa all’estero», che cerca di far saltare la riunificazione. Questa l’interpretazione del messaggio fornita dal metropolita Kirill, nella conferenza-stampa del 1° marzo.
Un comunicato abbastanza duro in proposito è stato rilasciato anche da padre Vladimir Vigiljanskij, capo del servizio-stampa del Patriarcato, a «Interfax».

Sempre a proposito del messaggio, il commentatore Roman Lunkin («portal-credo.ru», 1 marzo), sostiene che esso «rispecchi adeguatamente la concezione della maggior parte degli ortodossi in Russia». È diventato una sorta di «manifesto politico», che ha catalizzato sia gli accesi oppositori (le forze leali al Patriarcato di Mosca), sia i conservatori radicali di indirizzo monarchico-antisemita. Il messaggio di Diomid esprime sia le richieste dei gruppi conservatori, sia quelle dei liberali, toccando di fatto tutti i problemi più acuti del Patriarcato di Mosca.
Oggi - prosegue Lunkin - l’incarnazione dello spirito conservatore nella Chiesa ortodossa russa è il metropolita Kliment, che si batte contro le tendenze ecumeniche all’interno della stessa. D’altro canto, le aperture ecumeniche non sono portate avanti in collegamento con il problema della Salvezza e della fedeltà alla Tradizione, bensì in relazione alle priorità della diplomazia statale ed ecclesiastica. Il presidente dell’OVCS metropolita Kirill cerca di attenuare la propria attività ecumenica con dichiarazioni sull’inaccettabilità dei valori occidentali, sul proselitismo e la difesa dei valori della nostra «civiltà russa», ma ogni genere di ecumenismo resta un peccato grave agli occhi dei conservatori.

Documento finale dell’incontro fra rappresentanti delle Chiese e comunità cristiane della CSI e Paesi baltici, «blagovest-info.ru», 1 marzo
L’iniziativa era nell’ambito della preparazione alla III Assemblea ecumenica europea (4-9 settembre in Romania), e si è svolta il 27-28 febbraio a Mosca con il tema «Europa contemporanea: Dio, l’uomo e la società».

I servizi segreti polacchi hanno partecipato all’attentato a Giovanni Paolo II?, «blagovest-info.ru», 26 febbraio
Le autorità polacche stanno verificando nuove notizie secondo cui agenti della polizia segreta polacca avevano contribuito a preparare l’attentato del maggio 1981. È troppo presto per giungere a conclusioni, ma per ora dagli interrogatori non emergono smentite della notizia, pubblicata recentemente sul settimanale «Wprost», che le autorità politiche polacche sapevano anticipatamente del programmato attentato.

«La Stampa», 28 febbraio
Parla Solzhenitsyn: “I ricchi di Mosca affamano la Russia”
Lo scrittore fustiga i lussi della capitale ma sostiene Putin: “Lo zar non sia debole”
ANNA ZAFESOVA
Denigrato, osannato, deriso, sparito, dato per morto, Alexandr Solzenicyn a 88 anni vuole ancora far sentire la sua voce tonante nella politica russa. E lo fa con la grandiosità degna dello Scrittore con la maiuscola, di un premio Nobel che ha vissuto la sua battaglia col comunismo come una lotta personale, dell’unico russo vivente che può pretendere di farsi chiamare padre della patria. Il giornale governativo Rossijskaja Gazeta ha pubblicato oggi il saggio di Solzenicyn «Riflessioni sulla rivoluzione di Febbraio»: 500 mila copie alle quali si aggiungerà tra pochi giorni una brochure stampata in 4,5 milioni di esemplari.
Tirature che non si erano viste dai tempi delle edizioni tascabili di Lenin, durante il comunismo. O da quando, nel 1990, lo stesso Solzenicyn pubblicò il suo famoso «Come ricostruire la Russia», che servì poi da linee guida nella dissoluzione pilotata dell’Urss. La moglie dello scrittore Natalia ha presentato ieri a Mosca il progetto - il vate è malato, è stato di recente operato al cuore, e da qualche anno ormai non appare in pubblico - spiegando che le riflessioni sugli ultimi giorni dell’impero dei Romanov dovrebbero spingere la classe politica russa a trarre analogie, e a non ripetere gli stessi errori. «Alexandr Isaevic» - ha detto Natalia, che chiama il marito con nome e patronimico, all’antica - «segue e prende molto a cuore la situazione della Russia», e il suo dolore principale è il distacco tra i ricchi e i poveri, tra i lussi di Mosca e le miserie dell’immensa provincia. È di fatto un provinciale, e sente i dolori della provincia, che il nostro potere non avverte o percepisce in modo molto smorzato». «Se il governo non vi presterà attenzione, le conseguenze saranno molto gravi», è stato il monito dello scrittore trasmesso da sua moglie.
Una critica, quella di trascurare la Russia profonda e autentica, che Solzenicyn ripete da anni, seguendo la tradizione russa di scrittore portavoce del «popolo». Non erano molto diverse le prediche in tv al suo trionfale ritorno in Russia dopo 25 anni di esilio, nel 1994. Ma il Cremlino dell’epoca si stufò rapidamente, e un anno dopo la trasmissione settimanale del vate venne chiusa per «audience scarsa». Lo scrittore si isolò nella sua dacia, le nuove pubblicazioni non suscitavano clamore, e sembra quasi ironico che fosse stato premiato come miglior sceneggiatore tv nel 2006, per la fiction «Nel primo cerchio» dal suo romanzo.
Solzenicyn non è cambiato, semmai è cambiato qualcosa al Cremlino, visto che lo scrittore ha affidato ieri alla moglie i suoi complimenti per la politica estera di Putin, grazie al quale «la Russia ha riconquistato un certo peso nel mondo». E il direttore della Rossijskaja Gazeta Vjaceslav Fronin ha annunciato che il saggio di Solzenicyn («estremamente attuale») verrà inviato a tutti i governatori e ai deputati come «in vista delle elezioni parlamentari e presidenziali». Un segnale chiaro: le «Riflessioni sulla rivoluzione di Febbraio» - nonostante il testo sia stato scritto negli anni ‘80, già pubblicato e riguardi eventi di 90 anni fa - sono una guida per la politica del 2007. Lo dice lo stesso scrittore nella breve prefazione: «È amaro che parte di queste conclusioni sia ancora applicabile alla nostra inquieta e instabile attualità».
A leggere il testo, le ansie di Solzenicyn rimangono le solite: racconta come una tragedia il crollo della monarchia, rimproverando allo zar di non aver represso l’opposizione, e di essersi allontanato troppo dal popolo. Se la prende con il parlamentarismo, i liberali, i russi che «hanno dimenticato Dio», e perfino con gli assassini di Rasputin, colpevoli di aver fatto «il primo passo della rivoluzione». Con la conclusione finale: la colpa di un disastro «planetario, cosmico» che ha inaugurato un secolo di sangue, è di uno zar debole, che abdicando ha «tradito» il suo Paese. A un anno dalle presidenziali, mentre si attende con il fiato sospeso la scelta dell’«erede» di Putin, e si fanno sempre più forti voci che insistono che l’attuale leader debba rimanere al Cremlino a oltranza, nonostante la Costituzione, è un messaggio a zar Vladimir.
Intervista all’arcivescovo Ioann di Belgorod sulla necessità della missione, «Cerkovnyj vestnik», n. 4, febbraio 2007
L’arcivescovo Ioann di Belgorod, capo del dipartimento patriarcale per la missione, sostiene la necessità che «ogni parrocchia diventi missionaria». «Il nostro programma presuppone un dialogo attivo con le persone nuove che arrivano alla Chiesa. Alla missione devono partecipare i laici, deve esistere una loro responsabilità missionaria, ma per questo bisogna dar loro una degna preparazione». Proprio questo coinvolgimento dei laici dovrebbe consentire un lavoro con i giovani e gli adulti [da recenti dati, «blagovest-info.ru», 28 febbraio 2007, solo il 2% della popolazione russa osserva pienamente il digiuno quaresimale, mentre un 15% si astiene dalla carne e dall’alcool. Questa percentuale è composta da persone sopra i 55 anni, prevalentemente donne], superando i problemi posti da sette totalitarie e proselitismo.
L’idea è quella di creare, secondo un programma chiamato «Cammino», piccoli gruppi catechetici (composti da una decina di persone), che facilitino il dialogo, e che progressivamente comincino a svolgere anche funzioni di diaconia sociale.
Ioann denunzia gli scarsi risultati ottenuti negli ultimi tempi nell’insegnamento presso le scuole domenicali di catechismo, contrariamente all’inizio degli anni ‘90, quando i bambini portavano alla Chiesa i propri genitori. Sarebbe necessaria una catechesi dell’intera famiglia.

Nuovo manuale ministeriale per lo studio della religione a scuola, «Itogi», 26 febbraio
Il manuale, curato dall’Istituto di storia dell’Accademia delle scienze (direttore A. Cjubarjan), servirà per il corso «Religioni del mondo: storia, cultura, dottrina», che entrerà in funzione l’anno prossimo come materia facoltativa nelle classi superiori della scuola dell’obbligo in alcune scuole di Mosca e di altre tre regioni russe.
La tiratura è di 3.000 copie, per 400 pp. L’ha scritto un gruppo di 15 autori, che ha seguito sia il principio cronologico nella storia delle religioni, sia quello dell’importanza numerica di ogni religione. Anche all’ateismo è dedicato un capitolo, per «mostrare che perfino nelle questioni di fede l’uomo ha possibilità di scegliere», ha dichiarato Cjubarjan.
Secondo dati del Ministero dell’istruzione del 1° gennaio 2007, sono stati fatti sondaggi sull’insegnamento religioso in 79 regioni del paese. 11 regioni hanno ignorato la circolare, altre 8 regioni hanno dichiarato che la religione è sufficientemente rappresentata nelle altre materie e non c’è motivo di insegnarla separatamente. Solo 3 regioni (Belgorod, Kursk e Smolensk) hanno sostenuto calorosamente l’iniziativa.

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