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Russia: Rassegna stampa, 5 luglio 2005

Fonte:
CulturaCattolica.it

In autunno verrà riannodato il dialogo teologico della Chiesa cattolica con quelle ortodosse
Rivela il cardinale Walter Kasper

CITTA’ DEL VATICANO, lunedì, 4 luglio 2005 (ZENIT.org).- Nell’autunno prossimo verrà riannodato il dialogo teologico internazionale tra le Chiese ortodosse e quella cattolica, ha rivelato il cardinale Walter Kasper, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.

E’ una delle proposte lanciate da Benedetto XVI alla delegazione del patriarcato ecumenico di Costantinopoli, che ha incontrato il 29 e il 30 giugno in occasione della sua visita a Roma per la solennità dei santi Pietro e Paolo.

In una intervista rilasciata questo sabato alla sezione tedesca della “Radio Vaticana”, il Cardinale Kasper ha confermato che la delegazione ha comunicato “ufficialmente che in autunno potremo riprendere il dialogo internazionale con tutte le Chiese ortodosse”.

Il dialogo teologico ufficiale, che ha luogo attraverso una Commissione Mista Internazionale Cattolico-Ortodossa della quale fanno parte rappresentanti della Chiesa cattolica e di varie Chiese ortodosse, è fermo dalla riunione svoltasi nel 2000 a Baltimora (Stati Uniti) a causa delle divergenze relative all’argomento di quell’incontro.

Il tema, “Implicazioni teologiche e canoniche dell’uniatismo”, si riferiva al termine con il quale gli ortodossi parlano dei cristiani di Paesi di tradizione ortodossa in unione con il Papa.

Il porporato tedesco ha visitato dal 20 al 23 giugno Mosca, dove nel corso dei diversi incontri ha ricevuto la disponibilità della Chiesa ortodossa russa a partecipare al dialogo.

Il tema che verrà affrontato dal dialogo teologico tra cattolici ed ortodossi in un primo momento sarà “Chiesa – cosa significa, in realtà?”, ha rivelato il porporato.

Quindi, ha spiegato, verrà trattato il tema circa la “comunità ecclesiale e in questo contesto la questione nodale con l’ortodossia, cioè il Primato del ministero petrino”.

“In questo ambito, poi, sarà possibile anche riprendere la questione della Chiesa uniate – ha proseguito –. Credo che in questo momento, siano queste le questioni da prendere in considerazione. Non sarà una discussione facile, ma finalmente affronteremo i problemi che esistono tra di noi”.

Per quanto riguarda il suo viaggio a Mosca, il cardinale Kasper ha spiegato che “l’atmosfera è stata cordiale e cortese; non la definirei proprio ‘calorosa’, ma sicuramente fraterna”.

“Abbiamo ragionato degli ambiti nei quali possiamo collaborare, soprattutto in campo sociale e culturale, e anche di come possiamo rendere testimonianza comune contro l’attuale secolarismo. Qui ci sono possibilità d’incontro”.

“Abbiamo detto anche che sarebbe auspicabile che si verificassero incontri tra monasteri, considerando la grande importanza rivestita nella Chiesa ortodossa dal monachesimo”, ha aggiunto.

“Le prospettive – ha concluso – sono assolutamente positive”.

PRIMA VISITA UFFICIALE DEL SEGRETARIO GENERALE DEL CEC ALLA CHIESA ORTODOSSA RUSSA

[ICN-News 25/06/05, 09:15]

Da Roma a Mosca: dopo papa Benedetto XVI Samuel Kobia incontra il patriarca Alessio II

Roma (NEV) Il risveglio della chiesa ortodossa russa e le sue relazioni con il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) - ossia il più
grande organismo ecumenico del mondo (una comunione di 347 chiese anglicane, evangeliche ed ortodosse presenti in più di 120 paesi) - sono gli argomenti al centro della prima visita ufficiale a Mosca (dal 19 al 23 giugno), del segretario generale del CEC Samuel Kobia. Kobia, reduce da un viaggio in Vaticano la settimana scorsa, ha incontrato con la sua delegazione Alessio II, patriarca di Mosca e di tutta la Russia, nonché il metropolita Kirill di Smolensk e Kaliningrad. Essendo la chiesa ortodossa russa la più grande chiesa membro del CEC, il tema che di fatto sta più a cuore a questi leader religiosi è quello relativo alla Commissione speciale sulla partecipazione degli ortodossi al CEC istituita nel 1998. La chiesa ortodossa russa ha svolto un ruolo decisivo nella creazione di tale commissione, voluta a suo tempo per reagire alle frequenti critiche di alcune chiese membro ortodosse mosse al CEC, in merito alle priorità e ai metodi di lavoro.
Oggi invece la delegazione del CEC - composta dall’arcivescovo Nifon de Targoviste (chiesa ortodossa rumena), Mary Tanner (chiesa d’Inghilterra), Robert K. Welsh (chiesa cristiana discepoli di Cristo) e Georges Lemopoulos, vice segretario generale del CEC - incontra Alexander Sokolov, ministro per la Cultura e la Comunicazione, il quale presiede una commissione incaricata di esaminare le questioni legate alle comunità di fede. In agenda anche un incontro con il vice-presidente della Duma, il parlamento russo, la signora
Liubov Sliska. La chiesa ortodossa russa è membro del CEC dal 1961, e quattro dei suoi rappresentanti siedono attualmente nel Comitato Centrale del CEC, che consta di 150 membri. (nev/gc)

Terzo incontro dei patrologi cattolici e ortodossi, Lussemburgo 20-24 giugno, «portal-credo.ru», 4 luglio
La manifestazione (che vede sempre la partecipazione del card. Schonborn) è patrocinata dalla «Pro Oriente» di Vienna, allo scopo di promuovere una comune riflessione sui fondamenti patristici della dottrina di fede. Il tema quest’anno era il «Mistero di Dio Padre» (in precedenza si era meditato sulle altre due ipostasi trinitarie)

«Portal-credo.ru», riporta in data 4 luglio alcuni frammenti della Risoluzione e raccomandazioni del Parlamento europeo (NN. 455, 1710, 22 giugno 2005), riguardanti i problemi religiosi nella Federazione Russa.
«circa la legge recentemente approvata sul servizio civile alternativo, rivedere la legge al fine di modificarne il carattere sproporzionato e conformarla alla prassi europea; intensificare gli sforzi per combattere violenze e discriminazioni di carattere religioso, etnico e razziale; migliorare, in particolare, la situazione dei turchi-mescheti che vogliono restare nella regione di Krasnodar, e rivedere tutti i casi comprovati di discriminazione, per assicurare le punizioni nei loro confronti; garantire l’esclusione di qualunque restrizione giuridica, amministrativa e fiscale nei confronti delle cosiddette religioni non tradizionali e adempiere la legge federale sulla libertà di coscienza e sulle organizzazioni religiose, secondo gli standard del Consiglio Europeo».
«A questo scopo, l’Assemblea raccomanda al Comitato dei Ministri: di proporre alle autorità della Federazione Russa di sottoporre all’expertise del Consiglio Europeo, tra l’altro, qualunque progetto-legge riguardante riforme della procura, dei servizi federali di sicurezza, la creazione di un sistema di informazione pubblica, la revisione delle leggi sulle organizzazioni religiose e il servizio militare alternativo».

Nella relazione tenutasi al Parlamento, si è osservato che, secondo dati del Ministero della giustizia, al 1° maggio 2004 nella Federazione Russa erano registrate 21.674 organizzazioni religiose, appartenenti ad oltre 63 confessioni diverse. Si è rilevato inoltre che, sebbene per costituzione la Federazione Russia sia uno Stato laico, l’ortodossia viene privilegiata e le minoranze religiose hanno bisogno, di fatto, dell’assenso del Patriarcato di Mosca per esplicare la propria attività.
Si enumerano poi fatti di restrizioni o addirittura violenza nei confronti di comunità battiste, pentecostali, di Testimoni di Geova, di difficoltà nel ricevimento dei visti per i sacerdoti e missionari provenienti dall’estero.
Si sottolinea, tra l’altro, che la Chiesa ortodossa russa ha avuto maggior successo nella restituzione dei beni che possedeva prima della rivoluzione, rispetto alle altre confessioni, sebbene anche nei suoi confronti esistano delle questioni ancora sospese. La comunità dei vecchi credenti di Pietroburgo non ha ancora ricevuto la chiesa confiscata dalle autorità sovietiche nel 1922; i cattolici continuano a cercare vie legali per la restituzione della chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Mosca, attualmente sede degli uffici di una compagnia petrolifera.

La Chiesa sulla soglia di una riforma amministrativa verticistica?, «blagovest-info», 4 luglio
La notizia è riportata da «Novye Izvestija» in seguito a una dichiarazione dell’avvocato ortodosso Michail Voronin: dal prossimo autunno le parrocchie delle organizzazioni religiose russe possono perdere lo status di personalità giuridica, in favore di un «concentrarsi del governo dei beni parrocchiali nelle mani della gerarchia delle organizzazioni religiose». Questo sarebbe il contenuto dell’emendamento della legge «Sulla libertà di coscienza e le organizzazioni religiose» che si sta elaborando dietro le quinte.
Attualmente in Russia esistono 22.000 parrocchie ortodosse del Patriarcato di Mosca, e 90 diocesi, che in questo caso diverrebbero le uniche personalità giuridiche.
Della misura non sono ancora al corrente i deputati, intervistati da «blagovest-info». Secondo l’autore della pubblicazione apparsa su «Novye Izvestija», i motivi sottostanti potrebbero essere il progressivo rafforzamento delle posizioni del metropolita Kliment, che controlla i beni del Patriarcato di Mosca, i timori di una secessione di parrocchie ortodosse in Ucraina e l’unione a breve termine tra Mosca e la Chiesa ortodossa russa all’estero: in tal modo, la gerarchia moscovita riuscirebbe a controllare più facilmente i beni della Chiesa ortodossa russa.

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