Russia: Rassegna stampa, 7 luglio 2005
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Notizie e smentite sulla consegna dell’icona della Madonna di Kazan’
Il 5 luglio «Blagovest-info» riporta una dichiarazione dell’arcivescovo Anastasij (Metkin) di Kazan’, fatta nella sala del Consiglio dei ministri, in occasione di una riunione del comitato organizzativo delle celebrazioni in occasione della riapertura della cattedrale dell’Annunciazione nel Cremino cittadino, in occasione del millennio della città di Kazan’ e dei 45° anni della diocesi ortodossa.
«Interfax», però, in data 6 luglio, annuncia che il problema resta per ora aperto, rifacendosi a una comunicazione pervenuta dal patriarcato di Mosca, in cui si dice che nel corso della visita del Patriarca per il, il 20-21 luglio, nel programma non è inclusa la consegna dell’icona. Condizione posta dal patriarca per la consegna dell’icona era il restauro del monastero della Vergine e l’estromissione della fabbrica di tabacco che si trovava al suo interno, per consentire una degna collocazione dell’icona.
D’altro canto, il sindaco Kamil Ischakov ha dichiarato che i lavori per il restauro della chiesa dell’Esaltazione della croce conservatasi all’interno del suddetto monastero stanno procedendo a pieno ritmo, e che è già stato firmato un accordo scritto con la fabbrica di tabacco per il suo trasferimento in altro luogo.
La Chiesa ortodossa si offre per scrivere una «dottrina russa sulla difesa dei diritti», «blagovest-info», 6 luglio
La nuova dottrina dovrebbe controbilanciare la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Infatti, ritenendo che l’Occidente imponga alla Russia «uno sguardo che ignora il valore dello Stato o della società», i rappresentanti della Chiesa ortodossa russa hanno richiamato a seguire altri valori prioritari, legati alla «Patria, alla nazione e alla sicurezza del prossimo». Questa dichiarazione è stata rilasciata il 5 luglio da padre Chaplin, che ha proposto di «iniziare una seria discussione in questa sfera e di stabilire quali valori possano essere posti al di sopra dei valori dei diritti umani», e inoltre di riflettere su chi debba occuparsi in Russia della difesa dei diritti umani: chi è assoldato dall’Occidente e imbevuto di valori estranei, oppure la Chiesa russa che si è distinta nell’opera di ricostruzione della società civile.
I rappresentanti del Patriarcato di Mosca non hanno mai fatto mistero della loro antipatia per il movimento in difesa dei diritti umani esistente in Russia. Un esempio di conflitto è stato il caso della mostra «Attenti religione!», altri casi sono il problema dell’informazione sui media e dell’insegnamento della religione nella scuola pubblica.
L’arcivescovo Kondrusewicz in visita a Orël, «blagovest-info», 5 luglio
Alla celebrazione in parrocchia, il 3 luglio, in occasione della consacrazione della nuova cappella dell’Immacolata Concezione, erano presenti circa 200 persone (tra cui alcune giunte da Kursk e Rjazan’). In occasione della visita, mons. Kondrusiewicz ha incontrato l’arcivescovo ortodosso Paisij (Samcjuk) e il governatore Egor’ Stroev.
La parrocchia cattolica a Orël era sorta intorno al 1840, e la chiesa venne costruita nel 1861. Nel 1931 il parroco Jan Pavlovic fu arrestato e condannato alla fucilazione, poi commutata in 10 anni di lager; la chiesa fu notevolmente danneggiata, alterata nel suo aspetto e nella struttura, e trasformata in fabbrica funzionante tuttora.
La parrocchia dell’Immacolata Concezione è stata nuovamente registrata il 16 dicembre 1993, dal 1997 la liturgia veniva celebrata regolarmente in un appartamento privato, ed ora la comunità (il parroco è dal 2000 Zbignev Krul’) possiede un proprio luogo di culto.
Problemi della Chiesa ortodossa in Ucraina
Il 4 luglio l’arcivescovo Sofronij (Dmitruk) di Cerkassk ha scritto una lettera all’episcopato della sua Chiesa (Patriarcato di Mosca), esprimendo la propria preoccupazione circa lo status della Chiesa e gli interrogativi posti dal futuro. «oggi come non mai – si legge nella lettera – per la nostra Chiesa ortodossa è giunto il momento di risolvere il problema del suo status, e se perdiamo quest’occasione, a condannarci non sarà solo il popolo, ma Dio stesso, per il fatto che ci siamo dimostrati inetti, essendo stati cooptati». Dell’inettitudine mostrata fin dal 1992, sta approfittando Denisenko (patriarca della Chiesa del patriarcato ucraino). Il presule propone di rivolgersi sia a Mosca che a Costantinopoli, e anche di sentire il parere del presidente, per poi creare una Chiesa canonica e autonoma locale ucraina.
Il testo integrale è apparso in traduzione russa sul sito «Edinaja Cerkov’».
Il 5 luglio, sul sito ufficiale del patriarcato di Mosca è uscita un’intervista del metropolita Vladimir di Kiev all’agenzia «Associated press», in cui il metropolita dichiara che la Chiesa ortodossa ucraina già esiste in piena autonomia, e che attualmente conta 35 diocesi, 11.000 parrocchie; possiede uno status canonico autonomo ed è «autonoma e indipendente nel suo governo». Dal 1993 questa chiesa sta procedendo (in termini canonici) per diventare una sorella a pieno titolo nella famiglia delle Chiese ortodosse.
Contesta l’uso del termine Chiesa ortodossa russa del patriarcato di Mosca, impropriamente introdotto per distinguerla dal cosiddetto «Patriarcato di Kiev», nega che tra le altre comunità ortodosse «non canoniche» del paese sia in atto un processo di ravvicinamento, e nega infine che la sua Chiesa abbia sostenuto ufficialmente il candidato Janukovic alle elezioni.
Intervista al metropolita Kirill, «sito ufficiale del Patriarcato di Mosca», 6 luglio
Si esprime in termini altamente elogiativi di papa Benedetto XVI, un grande teologo, quale il soglio pontificio non aveva visto almeno negli ultimi 100-150 anni. Questo fa sperare in una prospettiva di soluzione dei problemi esistenti nelle relazioni fra le due Chiese, a cui il Papa stesso sembra molto interessato.
Tranquillizza sul fatto che il Patriarca non abbia ricevuto il cardinal Kasper, si è trattato di «un problema puramente tecnico». Anche il patriarca condivide la sua stima per Benedetto XVI e le speranze di collaborazione.
L’opinione pubblica contro una lettera collettiva «Sovietica», «Izvestija», 4 luglio, p. 5
Il quotidiano pubblica una lettera aperta dello storico e sociologo Sergej Filatov, che denuncia la «Lettera aperta di esponenti della cultura, scienza, opinione pubblica in relazione alla condanna inflitta a Chodorkovskij», pubblicata dal giornale in data 28 giugno. Si tratta di una tipica azione di appoggio manovrata, come una volta organizzava il PCUS. A questa posizione di denuncia si attiene anche Archangel’skij, nella sua rubrica settimanale che appare sulla medesima pagina, che richiama alla libertà e alla responsabilità.