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Russia: Rassegna stampa, 7 marzo 2006

Fonte:
CulturaCattolica.it

Il vescovo Ilarion Alfeev commenta la rinuncia del Papa al titolo di Patriarca d’Occidente, «blagovest-info.ru», 3 marzo
Nell’Annuario Pontificio del 2006 manca uno dei nove titoli del Papa, «patriarca d’Occidente». Alcuni osservatori hanno visto in questo un sintomo del desiderio del Papa di migliorare le relazioni con le Chiese ortodosse. Il cardinal Silvestrini ha commentato a questo proposito: «In passato il patriarcato d’Occidente si contrapponeva a quello d’Oriente. Credo che il Papa abbia voluto eliminare questo tipo di contrapposizione, e il suo gesto è motivato dal disederio di fare dei progressi in campo ecumenico».
Tuttavia, osserva Ilarion, «le Chiese ortodosse non hanno mai conosciuto alcun “patriarcato d’Oriente”. In epoca bizantina esistevano 4 patriarcati orientali: Costantinopoli, Alessandria, Antiochia e Gerusalemme. Il patriarcato di Roma era inteso come “primus inter pares” nel dittico della Chiesa fino al 1054, quando la comunione fra Oriente e Occidente fu troncata. Il patriarcato d’Occidente insieme ai 4 d’Oriente formava la cosiddetta pentarchia».
Prosegue Ilarion: «Resta un mistero, in che modo l’omissione del titolo “Patriarca d’Occidente” possa migliorare le relazioni tra la Sede romana e le Chiese ortodosse. Al contrario, potrebbe essere piuttosto recepita come una sottolineatura della pretesa di giurisdizione universale rispecchiata negli altri titoli del Papa».
Secondo Ilarion, fra tutti i titoli del Papa il più accettabile per gli ortodossi è quello di «Vescovo di Roma», come pure accettabili sono quelli di «Arcivescovo e Metropolita della provincia romana» e di «Primate d’Italia»: tutti titoli che sarebbero accettabili nel caso venisse ripristinata la comunione eucaristica fra Oriente e Occidente.
«In tal caso – prosegue Ilarion – il Papa potrebbe essere inteso anche come “Patriarca d’Occidente”, cioè capo dei cristiani che non sono sotto la giurisdizione degli antichi patriarcati d’Oriente e delle Chiese ortodosse locali formatesi nel corso del secondo millennio».
Il modello di una possibile unità tra Oriente e Occidente verrà discusso all’interno della Commissione mista per il dialogo cattolico-ortodosso che si incontrerà dopo un intervallo di 6 anni in Serbia, nell’autunno del 2006. Ilarion sottolinea che si tratterà di un modello puramente ipotetico, perché sulla strada verso l’unità eucaristica vi sono numerosi ostacoli di carattere dogmatico ed ecclesiologico. L’ostacolo principale è tuttavia proprio la dottrina del primato universale del vescovo di Roma, una dottrina che costituirà il tema principale delle trattative tra cattolici e ortodossi nell’ambito della Commissione mista.
«In questo contesto – ha aggiunto Ilarion – i più inaccettabili e addirittura scandalosi, dal punto di vista ortodosso, sono appunto i titoli che sottolineano la pretesa del Papa alla giurisdizione universale: vicario di Gesù Cristo, successore del principe degli apostoli, sommo pontefice della chiesa universale. Secondo la dottrina della Chiesa ortodossa, Cristo non ha né può avere un “vicario”, un rappresentante sulla terra che governi la Chiesa universale a suo nome. Il titolo di “successore del principe degli apostoli” rimanda alla dottrina romana secondo cui l’autorità suprema di Pietro, passata al vescovo di Roma, gli subordina la Chiesa universale. Questa dottrina è stata più volte messa in discussione nella letteratura polemista ortodossa».
Quanto al titolo di «pontifex maximus», esso apparteneva agli imperatori romani pagani, e non vi rinunziò neppure l’imperatore Costantino dopo la conversione al cristianesimo. Il vescovo Ilarion sottolinea ancora che «rispetto al Papa, il titolo di “sommo pontefice della Chiesa universale” indica la giurisdizione universale del Papa, che le Chiese ortodosse non hanno mai riconosciuto nè reconoscono. Proprio a questo titolo sarebbe stato conveniente che il Papa rinunciasse in primo luogo, se il cambiamento nei titoli fosse stato realmente motivato dall’aspirazione a un “progresso ecumenico” e al miglioramento delle relazioni con le Chiese ortodosse».
Ilarion auspica infine che il Contificio Consiglio per l’unità dei cristiani offra un chiarimento ufficiale su questa questione.
Incontro tra il patriarca e la delegazione di HAMAS, «mospat.ru», 6 marzo
L’incontro si è svolto il 5 marzo nella residenza del patriarca, insieme al patriarca c’erano il vescovo Mark Egorovskij, vicepresidente dell’OVCS, e alcuni funzionari del Ministero degli Esteri. Il Patriarca ha osservato che la Chiesa ortodossa russa ha sempre avuto buoni rapporti con la Palestina, e ne auspica la prosecuzione, e ha aggiunto che questa terra – sacra per i cristiani e quindi anche per i cristiani russi – fu luogo di incontro fra le tre religioni abramitiche, luogo di dialogo fra cristiani e musulmani. È molto importante che questo dialogo prosegua anche ora, e che i cristiani possano occupare un posto dignitoso all’interno della vita politica e sociale del paese. Il patriarca ha inoltre sottolineato l’inammissibilità di qualunque forma di violenza e in particolare dell’omicidio di cmicidio di ità di qualunque forma di violenza e in particolare dell' terno della vita politica e sociale del paese.che ora, e che i cristiani possano occupare un posto dignitoso all'a la prosecuzivili e bambini.

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