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Russia: Rassegna stampa, 7 novembre 2006

Fonte:
CulturaCattolica.it

Accordo di collaborazione sui problemi sociali a Mosca, «blagovest-info.ru», 2 novembre
La diocesi ortodossa di Mosca e il Dipartimento della tutela sociale della popolazione della città di Mosca hanno stipulato un accordo di cooperazione su problematiche sociali riguardanti le fasce più indigenti della popolazione cittadina.
Attualmente presso le parrocchie moscovite operano 27 mense benefiche, 9 circoli di patronato, 10 comunità di suore della misericordia. Esiste inoltre una commissione diocesana per l’aiuto ai senzatetto, i cui membri visitano regolarmente 11 ospedali moscoviti.
Il tema sociale è risuonato ampiamente al forum «La Rus’ ortodossa, per la festa dell’unità popolare», in corso di svolgimento in questi giorni, e a cui hanno preso parte il patriarca e il metropolita Kirill, oltre a vari esponenti del mondo politico e religioso. Lo stesso patriarca ha posto l’accento sull’importanza del servizio sociale della Chiesa, e ha dichiarato la disponibilità della medesima «a continuare a collaborare attivamente con lo Stato e la società in tutte le branche del servizio sociale». Numerose le testimonianze di collaborazioni già in atto, provenienti da diocesi e regioni della Federazione Russa.

Sempre più vicina l’unione con la Chiesa ortodossa russa all’estero, «mospat.ru», 1 novembre
Dopo una panoramica sui passi compiuti dal 2004 fino ad oggi, per il raggiungimento dell’unità, si parla estesamente dell’«Atto di comunione canonica» esaminato e approvato da entrambe le Chiese, in cui si riconosce l’autonomia della Chiesa russa all’estero dal punto di vista pastorale, educativo, amministrativo, economico e civile. Il suo Sinodo dei vescovi si mantiene, mentre nel contempo il suo episcopato, clero e laici partecipano al Concilio locale della Chiesa russa e i vescovi al suo Concilio dei Vescovi e al Sinodo, secondo l’ordine stabilito.
L’«Atto» viene poi pubblicato integralmente.

Oltre l’80% dei russi si ritiene cristiano, ma ha una strana idea di Dio, «blagovest-info.ru», 1 novembre
Si tratta dei risultati di un sondaggio promosso dalla facoltà di sociologia dell’Università Statale di Mosca, tra il 29 settembre e il 13 ottobre scorso, su un campione di 6.864 persone di 248 città della Federazione Russa.
Tra la parte economicamente attiva della popolazione russa, l’83% si dichiara cristiana, e oltre il 50% ortodossa. Inoltre, quanto più anziane sono le persone, tanto più si identificano con l’ortodossia, e non semplicemente con il cristianesimo.
Circa il 90% dei moscoviti si ritiene cristiano; in Russia complessivamente gli atei raggiungono il 10%, i musulmani il 3,5% (a Mosca lo 0,8%), i buddisti lo 0,4% (a Mosca l’1,6%), e i cattolici rispettivamente lo 0,3 e lo 0,5%. Nonostante questo gran numero di cristiani in Russia, solo il 14% alla domanda su Dio, ha risposto di intenderlo come «Trinità». Il 30% dei rispondenti intende Dio come «supremo intelletto che nessuna religione del mondo conosce», il 12% come «intelletto cosmico», il 24% afferma che «Dio è amore», il 20% lo intende come «creatore e giudice del mondo», il 16% ha proposto proprie definizioni, lontane comunque dalla dottrina tradizionale della Chiesa. Il 5,7% ritiene che Dio non esista.

A Karaganda consacrata chiesa dedicate al nuovo beato Aleksey Zaritskiy, sacerdote morto in lager, UCA News, 30 ottobre
La comunità parrocchiale registrata (20 persone) aveva cominciato a riunirsi in case private fin dal 1993. Il 24 settembre scorso, al beato è stata dedicata una chiesa a Karaganda, consacrata da mons. Lenga insieme all’ausiliario Athanasius Schneider, alla presenza di circa 200 fedeli.
Il beato Aleksey Zaritskiy (Zaretsky), è stato beatificato da Giovanni Paolo II il 27 giugno 2001, insieme ad altri 24 greco-cattolici ucraini. Nato nel 1912, fu ordinato prete nel 1936 e riuscì a svolgere la propria opera pastorale fino al 1948, allorché fu arrestato. Condannato a 10 anni di lager, nel 1954 (cioè dopo 6 anni) venne mandato al confino a Karaganda, dove continuò a lavorare anche dopo la liberazione. Nominato da Vaticano Amministratore apostolico del Kazachstan e della Siberia, all’inizio degli anni ‘60 fu condannato ad altri 2 anni di lager e morì in un campo di lavori forzati a Karaganda.
Attualmente a Karaganda ci sono 3 chiese cattoliche e 4 parrocchie, e in centro è in costruzione una grande cattedrale.
Nel 1991 a Karaganda era stata creata l’Amministrazione apostolica del Kazachstan e dell’Asia centrale, nel 1997 sono state create missioni «sui iuris» negli altri Stati dell’Asia centrale, elevate nel 1999 nella diocesi di Karaganda e nelle Amministrazioni apostoliche di Almaty, Astana e Atyrau, trasformate a loro volta in diocesi nel 2003.
In Kazachstan vivono circa 250.000 cattolici, in maggioranza polacchi etnici. Altri 7.000 appartengono alla Chiesa greco-cattolica ucraina. I musulmani sono circa il 60% della popolazione (complessivamente di oltre 15 milioni di abitanti), mentre il 30% circa sono ortodossi.

Il 30 ottobre la Russia ha celebrato la giornata delle vittime delle repressioni politiche, «blagovest-info.ru», 30 ottobre
Putin ha ordinato ai membri del governo di aiutare gli organismi giuridici nel lavoro per la riabilitazione delle vittime delle repressioni politiche.
Secondo dati ufficiali (comunicati da ITA-TASS), nel periodo 1921-1953 furono sottoposte a repressioni 4.060.306 persone, 799.455 furono fucilate. Commemorazioni di carattere sia religioso che civile si sono svolte in numerose città della Russia.

3 Novembre 2006 RUSSIA - COREA DEL NORD Pyongyang offre schiavi in cambio di petrolio russo
La città di Primorsky esporta in Corea del Nord oltre 4 milioni di dollari di petrolio l’anno. In cambio, riceve “forza lavoro a costo zero”, oramai l’unica moneta di scambio rimasta al regime di Kim Jong-il. Primorsky (AsiaNews) - Il governo nordcoreano ricambia il petrolio importato dalla Russia con l’invio di forza lavoro a costo zero, dato che non ha più modo di pagare in beni o servizi. Lo confermano indagini di giornalisti indipendenti, un professore del Centro ricerche sull’Estremo oriente di Vladivostok e membri del governo russo.
Secondo i dati forniti dall’amministrazione locale della città di Primorsky, l’importazione da parte di Pyongyang del petrolio russo è aumentata dai 62mila dollari del 2001 ai 4,4 milioni del 2005.
Un esperto che vive in Corea del Nord, anonimo per motivi di sicurezza, spiega che “la città da cui provengono i barili non ha risorse energetiche proprie. Esporta per conto del governo federale di Mosca e riceve in cambio forza lavoro, dato che noi non possiamo pagare in altro modo”.
Per questo è aumentato il numero di nordcoreani che hanno ricevuto il “visto di lavoro” per la Russia, oltre 5mila solo lo scorso anno. Questa apertura è contraria alla politica operata dal governo locale fino al 2002 che tendeva a restringere l’accesso di stranieri.
Interrogato sull’argomento, un funzionario del municipio russo ha detto: “Limitiamo il numero dei permessi di lavoro agli stranieri perché significa togliere lavoro ai nostri concittadini”. Parlando della comunità norcoreana in crescita, invece, ha detto “di non saperne nulla, perché la persona incaricata della questione non è in ufficio”.
Il professor Larisha Jabroskaja, del Centro ricerche Estremo Oriente di Vladivostok, spiega che “Pyongyang soffre di un deficit cronico del commercio sin dai primi anni ‘90. Per questo invia i suoi lavoratori in cambio di materiale necessario, come il petrolio”.
La maggior parte dei nordcoreani inviati in Russia lavora come taglialegna, anche se alcuni di loro sono riusciti ad entrare nel campo edile, agricolo o nell’industria marina. Secondo alcuni abitanti di Primorsky, tuttavia, essi “sono sempre svantaggiati e subiscono diverse discriminazioni, sia quando cercano lavoro che quando cercano casa”.

M. Sitnikov, Manifestazioni per la festa dell’unità nazionale, «portal-credo.ru», 4 novembre
A Mosca è stata organizzata una «Marcia Russa» a carattere nazionalistico, partita nella tarda mattinata dalla Piazza delle Stazioni, con svastiche e slogan xenofobi. I partecipanti, che del resto non erano molto numerosi né hanno particolarmente attratto l’interesse dei passanti, erano in maggioranza giovanissimi (dai 15-16 ai 20 anni).

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