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Russia: Rassegna stampa, 9 febbraio 2006

Fonte:
CulturaCattolica.it

Nel Consiglio Federale è stata creata una commissione sulla politica nazionale e confessionale, «Interfax», 8 febbraio
L’ha annunciato il portavoce della Camera alta, Sergej Mironov, nominato anche presidente della commissione stessa, composta di membri della Camera alta e di rappresentanti del Consiglio dei legislatori.
Tra i compiti della commissione vi saranno quelli di sviluppare le relazioni a livello federale e salvaguardare diritti e libertà costituzionali della persona e delle popolazioni del paese, di garantire uno sviluppo socio-economico e culturale delle minoranze e salvaguardarne gli ambienti di insediamento. Si batterà contro ogni tipo di discriminazione, e collaborerà con la Camera del pubblico, con autorità locali e organizzazioni sociali e religiose.

Polemiche e consensi tra il Consiglio interreligioso della Russia e i musulmani russi

Intervista al curatore dei programmi islamici di «Radio Rossii»
, dzannath-chadzhi Sergej Markus, «portal-credo.ru», 8 febbraio
Il pubblicista, ex ortodosso, auspica la creazione di un organismo statale di coordinamento dei rapporti con le varie confessioni, sul tipo del Soviet per gli affari religiosi. Infatti, l’attuale Consiglio interreligioso non opera nell’interesse dello Stato: in primo luogo, vi sono invitate solo le confessioni «tradizionali», il che è antistorico; è una creatura del Dipartimento delle Relazioni esterne del metropolita Kirill, in cui non sono rappresentate molte comunità religiose esistenti e attive nel paese. Per questo ad esempio, cattolici e musulmani sono stati costretti il 24 novembre a organizzarsi un convegno a parte per elaborare un progetto comune d’azione sociale.
Inoltre, i progetti presentati nell’ultimo anno da tale Consiglio rivelano la sua inconsistenza: ad esempio, la festa del 4 novembre offende (oltre che i polacchi), anche i musulmani, perché ricorda di striscio la Madonna di Kazan’ e la sconfitta dei tatari; inoltre, il metropolita Kirill sostiene i nazionalisti con tutti i loro «Concili popolari». L’ultimo fatto che scredita i musulmani è la pubblicazione del libro di Silant’ev, che non è stato un errore personale dell’autore, ma un gesto pilotato dall’alto. D’altro canto, nella riunione del 7 febbraio il Consiglio ha deplorato il libro di Polosin (NB. ex sacerdote ortodosso), Il Vangelo agli occhi di un musulmano.

Il problema delle relazioni ortodosso-musulmane e della discussione sul libro di Polosin è ripreso da «islam-info», 8 febbraio, che titola: «Il metropolita Kirill vuol trasformare il Consiglio Interreligioso in una specie di Inquisizione».

A sua volta, una parte dei musulmani russi si è schierata a favore del testo di Roman Silant’ev, denunciato invece aspramente dall’ala musulmana presente nel Consiglio Interreligioso. Si rendono quindi evidenti sia i problemi esistenti nel dialogo ortodosso-musulmano, sia anche le divisioni insite nel mondo musulmano stesso, in Russia.




I leader religiosi della Russia si interrogano se i genitori debbano o no mandare al servizio militare i figli, «Mir religij», 8 febbraio
Si diffondono sempre più gli allarmi per la grave situazione interna in cui versa l’esercito e i rischi di menomazioni e traumi cui vengono sottoposti i giovani soldati. In base a un sondaggio condotto da radio «Echo Moskvy», oltre il 90% dei russi sono molto perplessi se mandare al servizio militare i figli.
Sono stati intervistati 5 leader religiosi, a cui è stata rivolta la domanda se i genitori debbano mandare i figli sotto le armi, e se le confessioni religiose abbiano una responsabilità nella situazione esistente nell’esercito (infatti, esistono dei cappellani militari, e secondo statistiche del patriarcato di Mosca la maggioranza dei militari è ortodossa).
La risposta del segretario del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato, padre Michail Dudko, è stata la seguente: il servizio militare non è più inteso come un sacro dovere, e la vita dei nostri soldati oggi è messa a repentaglio non da nemici, bensì dai commilitoni. Pur non affermando che l’esercito non sia necessario, personalmente capisco molto bene le madri...
Per risolvere il problema bisogna tornare in primo luogo a una sanità etico-morale, educare persone mature e dedite al servizio. Proprio per questo insistiamo sull’educazione religiosa nella scuola.
Il segretario generale della Conferenza episcopale Igor’ Kovalevskij ha sottolineato che l’esercito dev’essere sotto l’attento controllo dello Stato e della siocietà. La Chiesa cattolica esorta i cittadini a compiere il proprio dovere nei confronti della patria.
Il presidente dei Pentecostali Sergej Rjachovskij propone che la Chiesa ortodossa condivida la reponsabilità che ha all’interno dell’esercito con altre comunità religiose, non esclusivamente cristiane.
Secondo il rabbino capo Zinovij Kogan, l’esercito dev’essere fatto di volontari, professionisti, questo eviterebbe molti degli odierni problemi.
Secondo il dirigente dell’apparato dei Mufti russi Harris Sabujanov, l’esercito rispecchia la condizione della società, e oggi raccogliamo i frutti di generazioni atee.
I buddisti si dichiarano pronti ad aiutare nell’educazione morale dell’esercito, ma non sono mai stati interpellati; così pure i krishnaiti.

Elena Stepanova, Il Patriarca ha accettato che vengano preparati cappellani militari, «Rossijskaja gazeta», 8 febbraio
Il Ministero della Difesa è grato per questo consenso al patriarca, ma progetto per la formazione di cappellani militari richiede tuttavia un’accurata elaborazione, anche per tener conto del rispetto della libertà di coscienza dei militari – ha dichiarato il responsabile del lavoro educativo nell’esercito, generale Reznik. Si comincerà da alcuni esperimenti.
Il primo documento ufficiale che ha regolamentato le relazioni fra Chiesa ed esercito è la dichiarazione congiunta di Aleksij II e del ministero della difesa Gracev, firmato il 2 marzo 2994.cappellani militari

Nikolaj Ivanov, La setta vaticana arbitra della politica mondiale, «Mir novostej», 8 febbraio
Prendendo spunto da documenti recentemente rinvenuti negli archivi vaticani sull’attività dell’Inquisizione, «che per 600 anni è stata il più potente servizio segreto atto a sradicare ogni dissenso», si afferma che essa esiste ancor oggi, ed era guidata fino a un anno fa dal cardinal Ratzinger, che aveva ai suoi ordini l’Opus Dei (di cui oggi fanno parte almeno 80.000 persone).
Segue una descrizione dell’«astuta e pluriforme» setta, che osserva una «rigida cospirazione» e si occupa delle missioni più rischiose, oltre che sottoporsi a pratiche come l’autoflagellazione (secondo le rivelazioni di un «ex settario»). Suoi membri «vengono mahdati nella maggior parte dei paesi del mondo, tra cui Ucraina e Russia». Lo stesso Ratzinger è stato eletto solo dopo che l’Opus Dei aveva dato il suo consenso.

Il Consiglio Interreligioso della Russia sul summit di luglio, «Interfax», 8 febbraio
Nel corso della riunione del 7 febbraio, il Consiglio Interreligioso della Russia ha esaminato l’organizzazione del Summit di leader religiosi che si svolgerà il 4-5 luglio a Mosca. Come ha rilevato il metropolita Kirill, il summit precederà l’incontro dei leader delle otto superpotenze che si svolgerà nei giorni successivi a Pietroburgo: «Vale la pena di far conoscere a tutto il mondo la straordinaria esperienza di collaborazione interreligiosa esistente in Russia», nella speranza che essa contribuirà a fugare ogni estremismo su base nazionale e religiosa.
Al Summit dovrebbero partecipare esponenti delle Chiese ortodosse, precalcedoniane, della Chiesa cattolica, di leader religiosi cinesi, delle Chiese evangeliche della Germania, del Consiglio nazionale delle Chiese degli USA, di leader ebrei e musulmani di tutto il mondo ecc..

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