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Cristiani nella società, una presenza scomoda o inopportuna?

Fonte:
CulturaCattolica.it ©

Mi scrive il signor Marco Badi, l'occasione è una riflessione sul programma di Socci ormai sparito dal palinsesto, ma non solo, il signor Badi fa una pacata e seria riflessione sui cattolici e la loro presenza nella società.
Condivido con voi questa lettera, perché vorrei fosse occasione di confronto e di discussione.

E' vero che i cristiani sono ben accetti quando sono omologati, quando fanno della fede un fatto privato?

Quale dovrebbe essere il ruolo dei cristiani nella società?

(…) Ormai in TV si può parlare di tutto e si può dare voce a tutti, dai membri di sette sataniche, ai pedofili, ai terroristi, dai nazisti ai comunisti, ai fascisti, si possono esprimere le più incredibili, squallide e orrende teorie, si può mostrare la più bieca superficialità, si può fare assurgere a invidiabile status sociale le devianze più evidenti, si può ingannare lo spettatore menandolo impunemente per il naso con programmi falsi e demenziali, ma parlare di Cristo e della Madonna, per carità, no! Alzare la voce a difesa di valori fondamentali, no, questo no!

Il cristiano è accettabile soltanto quando della sua fede ne fa un fatto privato, quando non dà noia a nessuno, quando viene rintuzzato nel proprio angolino, chiuso in una falsa e sterile umiltà. E il bello è che, di questo, sono riusciti a convincere anche molti veri cristiani! Per cui diventa scandaloso chi difende, anche con forza, le proprie profonde convinzioni, chi non ha paura di mostrarle davanti a tutti, chi crede che queste rappresentino il vero bene per ognuno di noi. Chi, dietro ad un comportamento forse imperfetto (ma ricordiamoci del Gesù nel tempio e delle sue pungenti diatribe con scribi e farisei), nasconde quell'Amore appassionato (altra parola che suscita ilarità e gomitini di derisione) che solo può cambiare il mondo.
Subito ci si affretta a prendere le distanze da quello "strano cristiano"; per carità, lasciate perdere, quello non è uno dei nostri, è un fanatico, un fondamentalista... noi non diamo noia a nessuno, noi siamo integrati, noi, in fondo, la pensiamo come voi...

Comunque, per sbarazzarsi di questo strano e scandaloso tipo di cristiano sembra bastare poco: basta ridicolizzarlo o farlo sembrare un pericolo. E allora via con assurdi, maligni e insensati epiteti che seppelliscono il malcapitato in angusti e claustrofobici loculi da cui, ovviamente, diventa arduo uscire. Oppure è sufficiente gridare all'oscurantista per evocare secoli bui (ma sono mai stati veramente tali? Basterebbe leggere i libri del più grande medievalista vivente, Le Goff, un agnostico, per farsi venire molti dubbi in merito...) e streghe bruciate sul rogo, spauracchi di cupi e inflessibili inquisitori dagli occhi e dal cuore di ghiaccio...

Insomma non si riesce mai a confrontarsi sui contenuti veri, ma soltanto su sciocchezze quali il colore e l'umidità degli occhi di Socci, i suoi maglioni, l'inflessione del parlato, il tipo di taglio dei capelli, il tipo di depilazione, quante volte sbatte le ciglia, l'altezza, il peso e le caramelle preferite.

Ormai non c'è più dubbio: la vera grande persecuzione, silenziosa e strisciante, è quella contro la religiosità, e contro i cristiani (i cattolici) in particolare. Basti guardare al mancato riconoscimento delle radici cristiane dell'Europa (fatto che doveva essere scontato, vista la Storia...), alle leggi antireligiose francesi, al trattamento riservato ai cattolici negli USA, all'ossessivo ricorso al termine "laico" dei politici nostrani (come se un cristiano, quando si parla di politica, dovesse dimenticarsi di chi è, dei propri valori e delle proprie convinzioni - cosa che per altro, in realtà, sembra avvenire sempre più frequentemente... - ) etc...

Ma perché?

I motivi, mi pare, sono diversi: innanzitutto i cristiani credono, o dovrebbero credere, nella Verità. Questo fatto li fa sembrare intolleranti delle verità altrui. In realtà non si tratta di tolleranza o non tolleranza: si tratta di molto di più. Si tratta di Amore, di Caritas. È l'esperienza di questa Salvezza (che significa felicità, pace, armonia, concordia, fratellanza vera, significato etc) che accende lo zelo appassionato, il desiderio intenso di voler comunicare questa esperienza!
L'assurdo è che, chi questa esperienza non l'ha fatta, vuole convincere chi invece l'ha fatta che la sua stessa esperienza è falsa!
Certo, la Salvezza non si può imporre a nessuno, però possiamo e dobbiamo lottare perché questa sia conosciuta e riconosciuta. Guai se non ci fossero più voci a levarsi in sua difesa, in maniera assolutamente non violenta, ma sempre ferma e salda. Pensiamo ai S. Paolo, agli apostoli, ai padri della chiesa, ai santi, ai predicatori.

In secondo luogo i cristiani (cattolici) seguono una morale certa e chiaramente espressa, che (udite udite!) non c'entra niente con il moralismo. La morale ha una base solidissima, visto che è espressione dell'Amore e rappresenta la volontà (rivelata) di Dio (risatine di sottofondo...) e costituisce la struttura, l'impalcatura stessa della realtà! Per questo costruire la propria vita su queste fondamenta significa edificare sulla solida roccia.

In terzo luogo sono miti (ancora risatine....): il che, ovviamente, non significa che non si arrabbiano mai, ma che si può dire loro in faccia ciò che si pensa veramente senza subire ritorsioni in stile Polpot.

Insomma in nome della tanto sbandierata tolleranza e del pluralismo delle idee, l'unica conclusione possibile è che c'è bisogno di Socci. C'è bisogno di chi come lui sappia dare voce a tutti quei cristiani (cattolici) che non facciano della propria fede un fatto solo privato, ma che siano convinti che la Fede in Cristo abbia un valore di Salvezza per tutti e che, per questo, debba essere condivisa apertamente ("nessuno accende una lampada per metterla sotto il letto...").

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