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Pacifisti o pacificatori...

Autore:
Comunione e Liberazione
Fonte:
Comunione e Liberazione - Madrid
La pace dei puri e duri

Di fronte al terrorismo si è contrari o non lo si è, non possono esistere distinguo, perché questo oltre a fare il gioco dei terroristi , vuol dire non avere presente che la pace SI COSTRUISCE.
Non basta dire PACE PACE, bisogna arrotolare le maniche sopra ai gomiti.

Sull'editoriale di "Mondo e Missione", aprile 2004 - Il Vangelo della pace ai tempi di Madrid,
Gerolamo Fazzini fa un'analisi chiara della situazione:

"Quel che più fa male - all'indomani degli attentati di Madrid - è vedere come questioni delicate e complesse come la lotta al terrorismo, la presenza o il ritiro delle forze della coalizione in Iraq e - su tutte - la questione della pace vengano ridotte sistematicamente a mera occasione di contesa politica.

Manca la disponibilità ad ascoltare davvero l'interlocutore per coglierne le ragioni; raramente c'è la pazienza di guardare ai fatti senza schermi ideologici o letture precostituite. Soprattutto, si ha la netta sensazione che il futuro dell'Iraq (e ieri dell'Afghanistan) e della gente che vi abita sia l'ultima delle preoccupazioni dei soloni di casa nostra.

Vale anche per noi cattolici. Ci diciamo tutti per la pace, ma anziché dare testimonianza di faticosa e concorde ricerca del bene comune, anziché tentare una sintesi alta e delicatissima tra i princìpi e una realtà fluida e indecifrabile come quella sotto i nostri occhi, anche noi cattolici sembriamo partecipare al gioco della scomunica incrociata dell'"altro". Magari prendendo a prestito le frasi del magistero (e del papa in primis) che più si adattano alle nostre teorie.(…)

Che la guerra all'Iraq sia stata un tragico errore lo dicono i fatti. Pensare di sanare le ferite del mondo, foss'anche la piaga del terrorismo globale, con la sola medicina delle armi è uno sbaglio di enorme portata.

Ma contrapporre all'aggressività dei falchi un atteggiamento da colombe ingenue non porta lontano. Quel "pace senza se e senza ma" che tanto fa fortuna nei cortei è un "ombrello" nobile sotto cui rifugiarsi in momenti tempestosi come questo e, però, dimentica di fare i conti con la realtà. Che è piena di "se" e di "ma" (…)."

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