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Siamo pacificatori, non pacifisti...

Fonte:
CulturaCattolica.it ©

Siamo pacificatori, non pacifisti per questo non saremo al corteo del 20 marzo per chiedere il ritiro delle truppe dall'Iraq.
Eravamo contrari a questa guerra, ma chiedere il ritiro delle truppe prima che la situazione in Iraq si sia stabilizzata è contrario ad ogni logica. Anche e soprattutto dopo i fatti di Madrid.
Non basta gridare "Pace, pace, pace!", bisogna costruirla, senza pregiudizi e senza particolarismi.

Vogliamo fronteggiare il nemico, che è entrato in casa nostra, chiamando innanzitutto le cose con il loro nome: non esiste la resistenza irachena.
Questi non sono atti disperati compiuti da gente povera che non ha niente da perdere, ma l'espressione di un'ideologia nichilista, che ha preso le forme del fondamentalismo islamico, che vuole distruggere l'occidente, terrorizzarlo e distruggerlo.

Un'ideologia con cui non è possibile venire a patti, di fronte alla quale non è possibile indietreggiare.
Per questo NON saremo in piazza sabato, perché dire basta al terrorismo significa, innanzitutto, rimanere in Iraq, ora.
Insieme, Europa ed America.
Aiutare la ricostruzione di quel paese aiuterà ad uscire da questa terribile situazione. Per fare questo adesso servono i soldati. Dell'America, dell'Europa, di tutti i paesi di buona volontà.



Per questo chiediamo di far conoscere a tutti con ogni mezzo, partecipando ai vari forum di discussione, scrivendo ai giornali, comunicando con amici e con chi incontriamo in ogni ambiente, la nostra posizione, per dire che i pacifisti non ci rappresentano, perché la pace si costruisce con i fatti, con la concretezza rappresentata anche dal lavoro che i nostri soldati stanno facendo in Iraq.

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