Condividi:

No al conformismo travestito da progresso

Autore:
www.samizdatonline.it
Fonte:
www.samizdatonline.it

Ieri il Canada, oggi la Spagna. La deriva zapatera dell’Occidente continua e chi non si allinea è destinato a vedersi piombare addosso le pesanti accuse di intolleranza e omofobia.
Se un uomo o una donna, maggiorenni e consenzienti, decidono di stabilire una relazione affettiva con una persona dello stesso sesso, pur sapendo che sbagliano, riteniamo sia un loro diritto farlo. Siamo anche consapevoli che tutte le forme di convivenza - non solo le coppie gay - estranee alla famiglia unita in matrimonio (civile o religioso che sia) potrebbero trarre dei legittimi vantaggi da una semplificazione di alcune norme del diritto comune che già tutelano situazioni giuridiche di reciproco interesse. Basta pensare alle coppie non sposate che per stipulare un mutuo subiscono trafile impensabili e disagi economici sorprendenti.
Insomma si pensi a come aiutare queste coppie affinché possano affrontare il proprio futuro senza preoccupazioni, ma equiparare le loro unioni a dei veri e propri matrimoni, questo no, non è accettabile. Così come non possiamo accettare che a dei bambini, già segnati dal trauma di avere perso la propria famiglia naturale, possa essere negato il diritto di avere un padre e una madre adottivi. Una società che permette simili aberrazioni giuridiche è una società votata al disastro e all’autodistruzione. Non solo, perché come ha scritto il laico Enzo Reale nel suo blog, “quel che è importante e preoccupante, secondo noi, è l’elemento di omologazione che una norma del genere introduce, la sua pretesa di riscrivere la realtà secondo uno schema ideologico arbitrario: nel momento in cui, invece di riconoscere la differenza, decido di eliminarla non solo non contribuisco all’affermazione di un diritto ma pongo le basi per l’annichilimento dello stesso”. Proprio per questi motivi condividiamo l’iniziativa degli amici spagnoli del forum della famiglia e lotteremo al loro fianco affinché il diritto naturale su cui si poggia il vivere civile delle nostre società venga al più presto ripristinato. La famiglia è e deve rimanere solo quella formata dall’unione tra un uomo e una donna.

Vogliamo che sia chiara anche un’altra cosa: così come è successo per i recenti referendum in Italia, non ci troviamo di fronte a uno scontro tra credenti e non credenti. Tra gli stessi socialisti spagnoli c’è chi si dichiara contrario alla riforma Zapatero, come ad esempio la senatrice del PSC Mercedes Aroz che spiega il suo no con 6 motivi razionali e “laici”:

le norme civili devono garantire il bene comune e questa legge non lo fa essendo squilibrata in favore di una minoranza ai danni degli interessi generali.
il riconoscimento dei diritti alle unioni di persone omosessuali cambia la natura oggettiva del matrimonio e non dà la priorità ai diritti dei figli. Questi argomenti giuridici sono stati espressi anche dal Consiglio di Stato e dal Consiglio Generale del Potere Giudiziario spagnoli, così come da gran parte della socialdemocrazia europea.
si confonde una istituzione di rilevanza sociale, come il matrimonio, che garantisce il futuro dell’umanità e genera benefici sociali, con forme di convivenza basate sull’orientamento sessuale.
questa legge propone di cambiare l’essenza dell’istituzione matrimoniale basata sulla legge naturale e civile. Questa alterazione del matrimonio implica l’indebolimento dell’istituzione fondamentale della società.
in merito all’adozione non ci sono studi conclusivi degli effetti sullo sui bambini cresciuti da coppie dello stesso sesso. Le opinioni contraddittorie degli esperti dovrebbero suggerire al legislatore un approccio basato sul principio di precauzione, anteponendo i diritti dei minori (la parte in causa più debole) a quelli degli adulti.
su una legge di tale portata non è stato propiziato un vasto consenso parlamentare, ma si è creata una situazione di forte divisione sociale, che ha portato milioni di persone a dimostrare la propria contrarietà. Ciò è discutibile soprattutto perché esistevano delle valide alternativa, come i PACS (Patti Civili di Solidarietà) approvati in Francia e recentemente in Svizzera, che non equivalgono al matrimonio e non permettono l’adozione, ma equiparano i diritti in campo fiscale, penale, di successione, ecc.

Ma anche restando in Italia, su un giornale laicissimo come La Stampa, Massimo Gramellini è categorico: “Se questo è il nuovo laicismo, oggi persino a un vecchio mangiapreti come Cavour verrebbe voglia di chiedere asilo politico alle guardie svizzere.”
Ci auguriamo che la sinistra e i radicali italiani non si avventurino in un’altra “battaglia di civiltà” lontana dal senso comune della stragrande maggioranza dei cittadini (e quindi già persa in partenza), per seguire le mode “laiciste” e fare un “dispetto” alla Chiesa Cattolica, nella illusoria speranza di ottenere una rivincita dopo la sconfitta referendaria.

Vai a "Ultime news"