Cortei "democratici" e chiesa "nazista"
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Sabato scorso 22 ottobre, a Torino, durante una manifestazione dei centri sociali, un gruppo di "teppistelli" abilmente pilotati si è reso protagonista di un grave atto vandalico dal valore simbolico inquietante: mentre si stava celebrando la Santa Messa prefestiva, all'interno della Chiesa del Carmine è stato lanciato un petardo provocando paura e panico presso i numerosi fedeli convenuti alla funzione religiosa. Non contenti, i "contestatori" hanno pensato bene di esibirsi in un'"orinata" di gruppo sui muri della "Chiesa in segno di disprezzo e, a coronamento del tutto, - racconta don Salvatore Vitiello testimone oculare dei fatti - la splendida facciata settecentesca è stata imbrattata con scritte del tipo "CON LE BUDELLA DEI PRETI IMPICCHEREMO PISANU" (Figura 1) e "NAZI-RATZINGER" (Figura 2). La polizia assisteva inerte. Ancora una volta parte da Torino l'attacco della sinistra più radicale alle Istituzioni, senza distinzione tra istituzioni civili e religiose".
Che per questi facinorosi non vi sia distinzione tra istituzioni civili e religiose è confermato da quanto accaduto subito dopo gli incresciosi atti vandalici contro la Chiesa del Carmine: è stato tentato d'incendiare le sedi degli uffici di un parlamentare e del vicepresidente del consiglio regionale, entrambi diessini.
Così dopo le contestazioni a Ruini avvenute a Siena un mese fa (ripetutesi l'altro ieri contro il Presidente del Senato Marcello Pera), la deturpazione della Chiesa del Carmine sabato scorso Torino, le dure contestazioni a Bologna contro Cofferati e a Roma contro la riforma del ministro Moratti sembra che si sia ripiombati nei bui anni '70 quando chi non era allineato al pensiero politico dei contestatori veniva indicato come bersaglio di sassaiolate se non addirittura di pallottole sparate da pistole calibro 38.
La notizia di Torino per quanto grave non sarebbe apparsa sui giornali nazionali se Marcello Pera non avesse condannato il silenzio della città di Torino. Gli ha risposto il sindaco Sergio Chiamparino, definendo quella di Pera un'accusa strumentale, poiché - afferma - il vero obiettivo della manifestazione era il sindaco di Torino e Pera non ha espresso alcuna solidarietà all'istituzione.
Chiamparino aggiunge che l'attacco di Pera è un errore perchè i facinorosi dovrebbero essere piuttosto ignorati e isolati. Per Riccardo Barenghi, che mercoledì ha firmato l'editoriale de "La Stampa", si tratta solo di "ragazzi di sinistra, anche radicale" che promuovono "manifestazioni fatte apposta per entrare in contatto diretto con la politica e tentare di cambiarne i programmi, modificarne le scelte, il loro esito". Di diverso avviso Gerardo Bianco: «Chi non li condanna duramente è connivente». Don Salvatore Vitiello, che risiede presso la Chiesa del Carmine ed ha assistito all'aggressione, chiede: «È questa la libertà di manifestare, calpestando i diritti altrui e oltraggiando il sentimento religioso del popolo? È sempre possibile il vilipendio al cattolicesimo, senza argine alcuno?».
Uno dei due diessini oggetto dell'"attenzione dei manifestanti", l'on. Nigra, addirittura ha dichiarato "Abbiamo mandato una lettera al parroco solidarizzando con lui perché anche noi siamo stati vittime di atti vandalici.
Nessun silenzio. Abbiamo scelto una forma di solidarietà privata proprio per evitare strumentalizzazioni politiche".
"Solidarietà privata": questa è bella! Cioè la parola d'ordine è: minimizzare.
D'altra parte è abbastanza comprensibile questo atteggiamento. Quelli che accusano Pera di strumentalizzare politicamente la faccenda, la minimizzano (mentre andrebbe stigmatizzata e isolati i responsabili) proprio perché quanto accaduto ha una precisa valenza politica per lo schieramento di centrosinistra, che dimostra ancora una volta la sua conflittualità interna.
Come ammette lo stesso Barenghi nel già citato editoriale de "La Stampa".
La storia è sempre la stessa: i panni sporchi della sinistra si devono lavare in famiglia e nessuno ha il diritto di criticare le loro contraddizioni. La sinistra però può mettere il becco dappertutto, anche in chiesa.
Tanto che in un pezzo del 26.10 titolato "Cattolici tiepidi Pera non sfonda" - cronaca di Torino, naturalmente - de "La Stampa" si legge che "i toni di accusa alla Città di don Salvatore Vitiello, il prete di Cl testimone dei fatti, sono parsi ad alcuni eccessivi e non improntati al dialogo". (Ma dialogo con chi?) Mi chiedo cosa sarebbe successo in Italia e cosa avremmo letto sui "grandi"
quotidiani se petardo, scritte e pisciate avessero avuto come bersaglio una moschea, una sinagoga, o anche semplicemente uno dei seggi delle primarie dell'Unione mentre la gente votava.
Non è allarmismo, ma questi fatti avvengono in un clima di violenza e intolleranza montante, pericolosamente sottovalutata e si inseriscono in un contesto intimidatorio sempre più evidente che non può non indurci ad esprimere il nostro pacato dissenso di cittadini.
E' importante farsi sentire presso la stampa, esprimendo condanna e preoccupazione per quanto sta avvenendo.
Vi invitiamo a scrivere: a La Stampa, Telesubalpina, Il Nostro Tempo, e poi al Corriere della Sera e Avvenire, e ad esprimere il vostro appoggio a Don Salvatore Vitiello, ed a segnalare a tutti questa iniziativa.