Fischi a Roma per il Papa
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(…) E' accaduto all'hotel Radisson, durante un convegno organizzato dagli ulivisti della Margherita. Il Pontefice (bisogna chiarirlo subito) non era presente: di papa Ratzinger scorrevano su un maxischermo le immagini di una delle sue visite pastorali, in attesa che ai microfoni si presentassero i relatori ufficiali (Prodi, Rutelli, Nicola Mancino, Franco Marini) e gli illustri ospiti (tra i quali il segretario dei Ds, Fassino). Chi poteva mai aspettarsela, una reazione del genere, in un convegno di ex democristiani?
E' stato il brusio di una parte della platea a dare l'avvio alla clamorosa quanto dissennata protesta. Un brusio che sembrava dapprima circoscritto a gruppetti di contestatori isolati. Finché non si è levata una prima voce critica, chiara ed inequivocabile: "E' un papa troppo conservatore, tutto l'opposto di Giovanni Paolo II", ha strillato un signore di mezza età. Ed a quella voce se n'è aggiunta subito un'altra, di un giovane sui vent'anni: "E' un integralista, peggio degli islamici". Ed ancora una terza, di natura più politica che religiosa, questa volta di una donna sui quaranta: "Inaccettabili le sue interferenze nella politica e nella vita degli italiani".
Sembrava comunque che tutto finisse lì, mentre le immagini di papa Ratzinger continuavano a scorrere sullo schermo. Ed invece, quello che nessuno poteva mai ipotizzare, si è verificato. Sono arrivati anche i fischi (non da stadio, ma fischi veri) all'indirizzo del Santo Padre che in quel momento benediceva la folla acclamante durante la visita pastorale. Ed a bloccare i fischi, bisogna dire, non sono state le voci di Prodi e Rutelli (come molti in sala si aspettavano), ma il tempestivo e provvidenziale intervento di un militante addetto all'impianto di amplificazione, il quale è riuscito a coprire la vergognosa protesta con la voce di un cantante famoso ed amatissimo, Eros Ramazzotti, ed è andato avanti per almeno un quarto d'ora con quelle canzoni e musiche a volume decisamente assordante.
"Non una protesta clamorosa, certo, né una salva di fischi, ma una reazione che comunque non ci aspetterebbe in un convegno della Margherita", ha scritto Maria Teresa Meli sul "Corriere della Sera". Una reazione che è certamente il frutto di una situazione di estremo imbarazzo tra i moderati della Unione delle sinistre-Ulivo, i cui militanti, pur continuando a proclamarsi cattolici, non tollerano gli interventi del cardinale Ruini in politica, su problemi che riguardano l'aborto, il diritto alla vita, e dovrebbero riguardare, a sentir loro, esclusivamente la religiose e la morale, non la politica. "La Chiesa ci farà perdere le elezioni, con queste sue ingerenze", dicono stizziti i sostenitori di Prodi e Bertinotti, D'Alema e Diliberto, Fassino, Rutelli, Boselli, Pannella, Pecoraro Scanio.
E' guerra aperta, da tempo, tra sinistre e Chiesa cattolica, e non soltanto su aborto e difesa della vita. C'è chi vorrebbe anche rivedere il Concordato e togliere al Vaticano l'8 per mille che i contribuenti italiani decidono di assegnare con la dichiarazione dei redditi. E la domanda che gli italiani di buon senso rivolgono al leader candidato presidente Prodi è sempre la stessa: come farà a conciliare l'intransigenza delle sinistre, dei radicali e dei movimenti di piazza con le posizioni dei cattolici di Margherita e Udeur? Una situazione che ha certamente del paradossale, dell'assurdo, ed è assolutamente inconciliabile con i principi della libertà, della tolleranza, della democrazia. Con l'aggravante che i dissensi sono adesso in seno alla stessa Margherita, esplosi clamorosamente e drammaticamente con i fischi a papa Ratzinger.
Amareggiato Rutelli: "Mai vista e sentita una cosa del genere: nessuno ha mai fischiato un Papa". "Impassibile Prodi, sgomento e gelo di Fassino", ha raccontato la cronista del "Corriere della Sera". Il candidato premier delle sinistre-Ulivo non ha avuto una sola parola di condanna per la vergognosa cagnara. E gli italiani si domandano: "Può restare impassibile, davanti ai fischi rivolti per la prima volta ad un Papa, il capo di una coalizione che mira a governare la cattolicissima Italia?".
Non ha mosso ciglio, l'ex democristiano neo compagno Prodi, neppure quando il direttore del quotidiano "La Repubblica", Ezio Mauro, ha coperto di insulti il cardinale Ruini e la Congregazione episcopale, sempre sulla questione morale dell'aborto e del diritto alla vita. Per il cattolico Prodi, chiaramente, più che l'antica amicizia con i vertici della Chiesa cattolica, interessa salvaguardare quella (recente) con il Bertinotti di Rifondazione comunista che nel 1998 lo cacciò da presidente del Consiglio a metà legislatura. Nella speranza, dobbiamo ragionevolmente ipotizzare, che questa volta, se insieme riusciranno a vincere le elezioni del 2006, il leader dell'estrema sinistra (padrone assoluto della coalizione, visto che i suoi voti sono sempre più determinanti) sia meno drastico nei suoi confronti e non gli sfili per la seconda volta la poltrona da sotto il sedere.