14 gennaio a Milano: manifestare perché?
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Ieri, sabato 14 gennaio, qui a Milano, in contemporanea con la manifestazione sui PACS di Roma, si è svolta la manifestazione in difesa della 194, per il diritto di scelta della donna, per la libertà della donna; con non eccessivo "buon gusto" uno slogan molto insistito diceva «Giù le mani dal nostro corpo» ed un altro «basta silenzio: le donne sono tornate».
Ma voglio dar conto di un episodio, anzi di una donna intervenuta, che in modo un poco ruspante ha detto della vera intenzione degli organizzatori, intenzione che le persone con un minimo di buon senso avevano già capito. La signora è arrivata con una rustica scopa di saggina, la scopa che le raffigurazioni classiche della Befana riproducono. A chi le chiedeva a cosa servisse rispondeva: «Per spazzare, per fare pulizia. Per spazzare via questo Governo e Ruini con tutta la sua cricca». E la signora era accolta con molta simpatia.
Instillare nella gente una simile violenta intolleranza è un grave reato, che mina le basi della pacifica convivenza civile; mina la libertà di pensiero, la libertà di espressione del pensiero, cioè la libertà d'opinione. Si ispira al pericolosissimo principio che afferma: pensala come vuoi (anche perchè questo nessuno può impedirlo. Chi può impedire di pensare?) ma non pretendere di poterlo dire! E tanto meno puoi chiedere che se ne tenga conto! A proposito come sono incominciati tutti totalitarismi, tutte le dittature? Inclusa, volta a volta, la dittatura della mentalità dominante, della cultura dominante? Queste si fondano tra l'altro sull'altrettanto pericolosa convinzione: "la verità si stabilisce a maggioranza!" Tutto ciò, piaccia o non piaccia, è la fine della civiltà; è la fine della civiltà giuridica, della civiltà tout simplement.
Tutti ricordiamo la campagna referendaria: l'aborto è il male minore; le donne povere sono costrette a farselo fare dalle "mammane" mentre quelle ricche possono andare nelle cliniche all'estero; pensate ad una poveretta che è stata violentata; e via di questo passo. Oggi si parla di diritto all'aborto, tanto che qualche facinoroso, come ad esempio Catholic for a free Choice, che i Vescovi americani definiscono tutto tranne che cattolici, chiedono che l'aborto venga riconosciuto quale diritto fondamentale dell'uomo!
A maggioranza si prendono le decisioni che coinvolgono tutti, (non esiste un metodo migliore, più "riconosciuto") ma non si stabilisce definitivamente a maggioranza ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, considerando un'ingerenza indebita il pensiero di chi quella posizione non condivide, e democraticamente lavora perchè la decisione cambi! E se per puro caso questi avesse ragione? Cosa ne pensano Capezzone, Pecoraro Scanio, Bertinotti, Fassino, ecc.?
Se la libertà d'espressione del pensiero deve valere per ogni uomo perchè non vale per Ruini? Per gli uomini che fanno i vescovi? Per il signor Ratzinger. E per favore che nessuno tiri in ballo la "laicità dello Stato" «Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio». E chi ha mai osato nemmeno pensare che il destino degli uomini sia di Cesare? E allora?
Winston Churchill diceva che la democrazia non è il miglior metodo di governo; è il migliore che si conosca. A proposito di Capezzone (e compagni) e Churchill, non so proprio perchè mi torna in mente un episodio della vita parlamentare, impregnato del tipico humor britannico, che viene concordemente dato per vero. Un giorno, non ricordo in quale ramo del Parlamento, una lady member of the parliament, disse al primo ministro: «Se io fossi sua moglie le metterei il veleno nel caffè» (o più probabilmente nel tè, non ricordo). Immediatamente Churchill rispose: «Se fossi suo marito lo berrei».