"South Park"
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Va in scena la trasgressione, purché sia a senso unico.
Ve la ricordate i cartelloni pubblicitari di una nota marca di abbigliamento con un prete e una suora che si baciano?
Chi si lamentò venne additato come un moralista bigotto pronto a scandalizzarsi per un nonnulla e incapace di cogliere la vena artistica del noto fotografo.
L’escalation continua, negli Stati Uniti si accende la polemica dopo la cancellazione di una puntata di “South Park”, censurata perché vi si vedeva Maometto con un elmetto da football.
Nulla da eccepire, pare, sulla puntata andata in onda qualche tempo fa, dove la Madonna sanguinava mestruazioni, e in quella recente dove si vedeva Gesù defecare sopra George W. Bush e sulla bandiera americana.
Libertà di espressione?
Non direi, a parte il fatto che essere “liberi di offendere la Chiesa” è facile quando si è sicuri che non vi saranno ritorsioni, tanto è vero che gli autori non se la sono sentita di essere “liberi di offendere l’Islam”, la libertà di espressione è ben altra cosa.
Credo che la libertà non stia proprio di casa a South Park, si tratta solo di un liberismo, che di libertà non ha nulla, direi che si tratta di pubblicità a costo zero, gratuita e senza rischi.
Tanto che parlarne mi dà fastidio perché contribuisce a questo scopo, ma tacere non è possibile, perché è solo di una serie di eventi che sfruttano la Chiesa, per creare clamore e per distruggere e umiliare 2000 anni di storia.
Se Cristo non fosse Risorto, questi personaggi avrebbero la libertà di cui godono?