Una fede ecologica
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Verrebbe da dire, “povero Cristo”, poveri santi e beati, spesso fatti diventare icone buone per tutte le stagioni, ma in fondo siamo noi ad essere “poveri noi”.
Quante volte abbiamo sentito raccontare di San Francesco che parlava agli uccellini, che ammansiva il lupo, come se si trattasse di un esponente del partito dei VERDI, (italiani s’intende, perché i VERDI di altri paesi hanno più attenzione dei nostri alla difesa della vita).
Quante volte di don Bosco s’è parlato come di quello che “accoglieva tutti”, che voleva bene ai ragazzi, dimenticando che è stato un EDUCATORE innovativo nel panorama repressivo del 19° secolo, un uomo di grande spiritualità, che ha messo il ragazzo al centro dell’attenzione, educandolo ad una spiritualità del quotidiano, indicandogli la vita ordinaria come luogo d’incontro con Dio.
E che dire di Gesù Cristo e i suoi miracoli divenuti un “modo di dire”? Questo figlio di Dio fatto diventare un dispensatore di buoni consigli, dove la sua resurrezione diventa una rappresentazione folkloristica della settimana santa e non il centro della fede?
I nostri ragazzi non conoscono, non dico il catechismo, o i dieci comandamenti, ma nemmeno quelle nozioni di “cultura generale” che la scuola dovrebbe dare loro senza temere di “contaminarsi” perché si tratta di nozioni indispensabili a capire l’arte, la musica e la storia, se non sai chi era Pietro, come fai a capire perché il Caravaggio lo dipinge mentre lo crocifiggono a testa in giù?
Sono partiti gli oratori estivi, molte sono le persone che sono impegnate come volontari, molti i ragazzi che le famiglie affidano all’oratorio perché non passino sulla strada o davanti alla televisione la loro estate e noi che facciamo?
Facciamo in modo che incontrino persone felici di vivere la fede? Che incontrino educatori capaci di testimoniare con la vita che la felicità è in Cristo? In alcuni casi è così, grazie a Dio, ma in altri casi, si spendono energie e intelligenze in operazioni che vedono Cristo solo “di striscio”, scrive un sacerdote che nel suo oratorio ha speso davvero tanto impegno ed energie per un progetto che educhi i ragazzi all’ecologia, all’uso consapevole delle risorse: «Educare i ragazzi a essere veri cristiani non vuol dire solo farli pregare, ma anche formarli all’impegno sociale e alla partecipazione, ad avere a cuore il territorio in cui vivono. Tra l’altro il tema proposto dalla Fom per il grest di quest’anno, “Si fa per dire”, calza a pennello con la proposta ecologica: nella nostra società si tende a parlare tanto per parlare. Noi con questa iniziativa vogliamo invece realizzare qualcosa di concreto».
Speriamo che questi ragazzi dopo avere imparato ad andare all’oratorio in bicicletta, a bere acqua del rubinetto, ad usare vettovaglie biodegradabili e a fare il compost con i rifiuti, imparino anche che il rispetto per l’ambiente è la conseguenza dell’amore di Cristo per l’uomo e per il creato, che la vita è un dono che va difeso senza se e senza ma, che non si è ecologisti, perché si ama la natura, ma si ama la natura e quindi si rispetta perché la natura è un dono di Dio, e rispettare la natura e uccidere gli embrioni è una contraddizione, amare gli uccelli del cielo e gli scoiattoli del bosco può essere più facile che amare il compagno d’oratorio.