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Contro il bullismo, una bella dieta vegetariana?

Fonte:
CulturaCattolica.it

In questi giorni la cronaca si sta dedicando ad un tema che pare diventato di estrema attualità, lo hanno definito “bullismo”, anche se il termine sembra più adatto a qualche malefatta giovanile, qui invece stiamo parlando di adolescenti che stuprano delle coetanee, di giovani che riprendono una telecamera le immagini degli insulti e delle violenze ad un ragazzo disabile e poi le mettono su internet alla voce “filmati divertenti”, senza che nessuno dei compagni che hanno assistito alle scene alzi una mano per fermarli, parliamo di adolescenti sorpresi in un’aula con la supplente di matematica in atteggiamenti inequivocabili.

E gli adulti che fanno?

Sembrano disorientati, reagiscono istintivamente a seconda dei casi, cercando di difendere l’onorabilità dell’Istituto che dirigono, il preside di una di queste scuole pare abbia dichiarato ai giornali, a dimostrazione che la scuola che dirige è un istituto rispettabile, che si tratta di una scuola moderna, all’avanguardia, che nella sua scuola si fanno anche corsi di educazione sessuale, sarebbe troppo facile fare delle battute sarcastiche.
Si ha l’impressione che gli adulti, coloro i quali dovrebbero educare si stiano rifugiando dietro ai soliti “esperti”, ai corsi proposti agli alunni, riuscendo solo a dimostrare che la situazione è sfuggita loro di mano e che questi episodi, non sono altro che la punta di un iceberg, di una società che ha abdicato al suo ruolo educativo.

Naturalmente la televisione si è gettata sull’argomento, cercando di analizzare il fenomeno e di approfondirlo.
Siamo così venuti a sapere che si tratta di un fenomeno diffuso e i vari esperti hanno tentato di individuarne la causa di volta in volta, nella diminuzione delle nascite, che fa si, che per ogni bambino ci sia un alto numero di adulti disposti a prendersi cura del pargolo, venerandolo come un feticcio, evitandogli fatiche, sconfitte e scontri generazionali, rendendolo in questo modo, incapace di affrontare la vita.

Qualcuno ha individuato la soluzione del problema, in un avvio precoce dei bambini all’asilo nido, luogo per eccellenza di socializzazione, come se la soluzione potesse ancora una volta essere delegata ad un’istituzione.
L’opinione più bizzarra, ma ascoltata dai presenti in studio con attenzione è stata quella di un medico ricercatore, che ha sostenuto la tesi che le nuove generazioni sono più agressive a causa dell’alimentazione, avete capito bene, mangiano troppa carne e la carne attiva alcuni enzimi che favoriscono l’aggressività, se mangiassero più pasta, frutta e verdura sarebbero meno aggressivi. Viene da pensare che la soluzione stia più nel menù della mensa scolastica, che nell’autorevolezza degli adulti.

Nessuno che abbia saputo individuare in questo sfacelo, i frutti di anni di abdicazione educativa.

Quasi si dovesse erigere un muro in difesa della categoria degli insegnanti, dei genitori, dei pediatri e degli psicologi, dei preti, degli adulti in genere.

Certamente ci sono bravi insegnanti, ottimi genitori, preti attenti, professionisti capaci di aiutare chi educa, ma non possiamo fingere di non sapere che i fatti che ora ci indignano, sono il risultato di una “smemoratezza educativa”.
Si è finito per pensare che ai ragazzi bastino le nozioni, che a scuola sia importante avere la griglia valutativa che eviti errori di giudizio, che eviti agli insegnanti di doversi difendere da genitori pronti a prendere le difese del loro pargolo, reduce da un quattro in matematica, si è demonizzato il tempo libero, riempendolo di svariate attività, immaginando che meno tempo si ha per pensare meglio si cresca.
In alcuni casi si è creduto di trovare una soluzione persino ai pessimi programmi tv, fornendo ai bambini sin dalla tenera età videocassette alternative e si è scordato che in fondo, non è solo ciò che guardano, ma con chi guardano, che li aiuta ad ascoltare il giudizio dell’adulto, che li abitua a guardare a ciò che sta loro intorno imparando sin da piccoli a non essere passivi di fronte al reale, a giudicare ciò che accade e non a subire ciò che accade, con indifferenza e passività.

Perchè a questi figli che sembrano “perduti” quello che è venuta a mancare non sono le cose, il telefonino, i corsi d’inglese, le lezioni di pianoforte o le partite di pallone, quello che è venuto a mancare loro sono gli adulti.
Adulti appassionati della vita, capaci di trasmettere loro una passione per le cose che si fanno, la tenacia nei confronti degli obiettivi che ci si pone, il rispetto per le debolezze altrui.
Abbiamo riempito la loro testa di parole come “tolleranza”, lasciando loro intendere che la tolleranza equivalga all’indifferenza per ciò che ci circonda, ora cio stupiamo se fanno “branco” se cercano un leader, se applicano la legge del più forte.

Riprendiamoci l’educazione, ricominciamo ad educare, impariamo a giudicare la vita e la realtà, perchè è di adulti capaci di questo che c’è estremo bisogno.

Adulti veri, capaci di un’educazione in grado di far percepire a chi ci sta di fronte che c’è un interesse sincero verso quelli che sono i loro sogni, che c’è un mondo adulto frutto di una tradizione, che ha radici in un passato, un mondo di adulti che hanno un metodo di giudizio, un metodo che potrà anche essere contestato dalle nuove generazioni ma che c’è e sul quale è possibile confrontarsi.
Pensate al dramma di chi è costretto a crescere senza avere mai nulla con cui misurarsi, senza nulla da amare al punto da doversi impegnare per difenderlo.

Stiamo crescendo generazioni di futuri uomini e donne, che credono di avere solo diritti, che cercano scorciatoie che possano far raggiungere loro la meta senza fatica, che credono che le pene per gli errori commessi saranno sempre condonate, che gli esami siano un’ingiustizia e non un modo come tanti altri, di mettersi alla prova, cresciamo generazioni.

Per una volta proviamo a non dare la colpa solo alla televisione, alla scuola, alla società, proviamo a riprenderci il ruolo che ci spetta non come diritto, ma come dovere, il ruolo di adulti.
Perchè non “si fa” l’educatore, si “è” educatore, persone capaci di dire che esiste il bene e il male, che c’è un rispetto inviolabile per la vita umana, che ci sono ideali e passioni per cui vale la pena di vivere e di lottare, smettiamola di avere paura di sbagliare, perchè non saremo giudicati dai nostri figli per gli errori commessi in buonafede, ma per l’abdicazione al ruolo di adulti.

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