Padova, un registro per dire che ci vogliamo bene?
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Pare di sì.
Dopo un anno e mezzo di discussioni la proposta del consigliere diessino Alessandro Zan sembra aver trovato addirittura un’estensione. In pratica il Registro delle coppie di fatto è superato. La mozione impegna il sindaco e la Giunta comunale “ad istruire l’Ufficio anagrafe affinché rilasci ai componenti delle famiglie anagrafiche che ne facciano richiesta l’attestazione di famiglia anagrafica basata su vincoli di matrimonio o parentela o affinità o adozioni o tutela o vincoli affettivi”.
In pratica, basta andare in comune e dichiarare che tra un gruppo di persone esiste “un vincolo affettivo”, per essere equiparati ad una famiglia.
Questo permetterà di richiedere documenti dove questo sia certificato (stato famiglia), accedere alle graduatorie per le case popolari, accedere ai servizi sociali sulla base dell’Isee (indicatore di reddito familiare).
Come motivo di confusione mi pare sufficiente.
Non si è capito se queste famiglie che possono essere unite da vincolo affettivo, un uomo e una donna, due donne o due uomini, un uomo e tre donne, uno zio, una cugina e una vicina di casa, se questi gruppi avranno oltre ai diritti anche i doveri di chi, eroe dei tempi moderni, costruisce una famiglia, quella fuori moda, con un uomo e una donna che volendosi bene scelgono di condividere la vita e il futuro, di mettere al mondo dei figli, di prendersi degli impegni nei confronti gli uni degli altri, ma anche della società.
Pare che per sciogliere questo “vincolo affettivo” basti tornare in comune e dire “ci siamo sbagliati”.
Mi piacerebbe sapere se le case eventualmente assegnate dai Comuni a questi “gruppi bizzarri”, saranno poi requisite, o se invece oramai sarà troppo tardi per ritornare sui propri passi, se le agevolazioni concesse saranno revocate oppure no.
Perché a questo punto, io che sono sposata con tre figli e non ho diritto alle agevolazioni comunali perché appartengo alla categoria dei “ricchi”, infatti lavoriamo in due e non potremmo fare altrimenti, come la manteniamo la famiglia, come paghiamo il mutuo e le rate per l’auto? Forse potrei andare in comune e dichiarare che mio suocero vedovo, i miei cognati uno disabile e uno senza lavoro, sono legati a noi da un vincolo affettivo, (in fondo c’è del vero) pensate riuscirei ad avere qualche sconto sulle tasse universitarie?
Io non credo che computo dei Comuni sia quello di scavalcare lo Stato con mozioni di questo tipo, con interpretazioni libere delle normative, perché questo vuol dire che ogni Comune può farsi la legge sulla tutela delle famiglie che più gli aggrada, creando delle situazioni paradossali e devastanti.
Se però, nessuno tutela il coraggio di chi si sposa e mette al mondo dei figli, vogliamo che venga approvata almeno una mozione, che a questi eroi del ventunesimo secolo, vengano riconosciute benemerenze sotto forma di buoni sconto per l’acquisto di latte in polvere, pannolini, generi alimentari (gli adolescenti mangiano come cavallette), scarpe (hanno sempre le scarpe da tennis consunte), abbonamenti per i mezzi di trasporto gratuiti e proporzionali al numero dei figli, sconti per le attività sportive e uno sconto sui libri universitari da concedere in base ai risultati ottenuti agli esami.
Non è molto ma è un buon inizio, pare invece che i comuni e lo Stato, anziché tutelare e incoraggiare le famiglie, vogliano metterle alla prova per vedere se riescono a farcela, nonostante tutto.