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Sindacati europei e "gay pride parade"!

Autore:
Salina, Giorgio
Fonte:
CulturaCattolica.it

Come è noto a Bruxelles ha sede la Confederazione europea dei Sindacati (Confédération européenne des syndicats, European Trade Union Confederation) che rappresenta 60 milioni di Lavoratori europei, a cui aderiscono 81 Organizzazioni sindacali nazionali europee sia di Paesi Membri dell’UE, sia di Paesi non aderenti all’UE (come ad esempio Norvegia, Principato di Monaco, Svizzera). Come si legge sul sito della Confederazione per l’Italia aderiscono:

  • CGIL Confederazione Generale Italiana del Lavoro
  • CISL Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori
  • UIL Unione Italiana del Lavoro
cioè i nostri tre maggiori Sindacati.

La Confederazione, in collaborazione con l’Intergruppo per la difesa dei diritti di Gay e Lesbiche del Parlamento europeo, ha indetto martedì 14 febbraio prossimo presso la sede pel Parlamento a Strasburgo, un meeting per un esame accurato del lavoro svolto e dei risultati raggiunti per il riconoscimento dell’Organizzazione di Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transessuali, quale gruppo socialmente discriminato. Nonostante le circonlocuzioni ed i giri di parole usati, si tratta della discriminazione che non consente matrimoni, separazioni e divorzi omosessuali, e che non riconosce la possibilità di adozione da parte di coppie Gay. Cioè la discriminazione che non consente quello che natura, cultura e tradizioni non possono prevedere perché contrario alla natura, all’ontologia e al medio sentire dei popoli. Questa e non altre è la questione in gioco! Camuffato con la denuncia di emarginazioni e discriminazioni, questo è il solo vero obiettivo di Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transessuali.
Obiettivo subordinato è ottenere che per le «offese» a Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transessuali, le singole legislazioni prevedano precise sanzioni. Ora, se si tratta di offese alle persone queste sono già punite dalle Leggi, quindi che cosa auspicano? Che dire omosessuale ad un Omosessuale sia considerata un’offesa? Tutto da spiegare, e non sarà facile.

L’alternativa che si impone alle Organizzazioni sindacali italiane, come a quelle di altri Paesi, è la seguente: o ufficializzano la loro contrarietà e il loro disimpegno rispetto a questa iniziativa dalla Confederazione europea dei Sindacati, oppure Raffaele Bonanni, Guglielmo Epifani e Luigi Angeletti, nonostante i tentativi dialettici di motivare altrimenti l’adesione, stanno impegnando i Lavoratori italiani loro iscritti, tutti i loro iscritti, in una campagna europea a favore di matrimoni, separazioni e divorzi omosessuali, e della possibilità di adozione da parte di coppie Gay. Ma chi li ha autorizzati? Nessuno vuole vessazioni o discriminazioni a danno di queste persone, ma è ora di smetterla con un’arrogante e violenta (sì violenta) manifestazione di superiorità, camuffata da vittimismo: l’orgoglio Gay ed altre simili sciocchezze! Anche se potrebbe venire la tentazione, di fatto nessuno pensa di organizzare manifestazioni di fierezza eterosessuale (heterosexual pride parade). Viene in mente una famosa battuta di un vecchio western: «È così in gamba, che non sente il bisogno di dimostrarlo.»
Bonanni, Epifani e Angeletti stanno mobilitando milioni di lavoratori italiani, tutti i loro iscritti, in una azione che natura, cultura e tradizioni non possono prevedere perché contraria alla natura, all’ontologia e al medio sentire dei popoli, e che così è e resta, nonostante tutte le artificiose giustificazioni di illuminati presunti progressisti.

E’ casuale la coincidenza con la discussione in corso in Italia? No, non credo. Può non essere la sola ragione, ma la coincidenza non è casuale.

Circa queste iniziative sorgono sempre due ordini di considerazioni: primo, non ci sono problemi più veri e urgenti ai quali dedicare sforzi ed energie? Secondo, quanto incide la considerazione che Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transessuali e loro illuminati alleati, a volte presunti, rappresentano un interessante pacchetto di voti? Ma allora non ci si nasconda dietro parole abusate e distorte quali “tolleranza”, che tra l’altro Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transessuali rifiutano, oppure “lotta alla discriminazione” per motivi sessuali. Non è questo il punto, che sia chiaro!

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