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Rosy story 1

Fonte:
CulturaCattolica.it
“Io amo pensare alla Chiesa che si occupa delle cose di Dio”

“Io amo pensare alla Chiesa che si occupa delle cose di Dio” dichiara Rosy Bindi ai giornalisti che la intervistano, mentre è a Nuova Delhi con il presidente del consiglio Prodi.

Io penso invece che lei e tutti i politici come lei che si sentono “cristiani adulti” amino la Chiesa e i cattolici che se ne stanno chiusi nelle sacristie, che  lasciano fare a loro, perché in cuor loro, questi politici sono convinti di sapere meglio di Dio cos’è giusto per l’uomo, per tutti gli uomini.
Credono di non avere bisogno di Dio e della Chiesa, di non avere bisogno di nessuno che indichi loro la luna, perché da immemorabile tempo si accontentano di guardare il dito.

Rosy è felice per il compromesso che i Di.Co. rappresentano, crede che basti cambiare nome alla realtà perché la realtà cambi.
Ma chiamateli pacs, dico, piccolo matrimonio, non cambia la sostanza, queste scelte politiche cambiano il volto della società, indicano una strada dove tutte le unioni sono uguali, dove prendersi delle responsabilità, o non prendersele sarà la stessa cosa, e lasciatecelo dire, dal ministro per la Famiglia ci saremmo aspettati ben altro.

Leggi in difesa della famiglia naturale, di quelle coppie di “eroi” che decidono di fare un patto davanti alla società o a Dio, impegnandosi reciprocamente con diritti e doveri, quelle coppie che mettono al mondo figli e si impegnano a crescerli ed educarli, consapevoli che i figli non sono un bene loro, ma un bene per l’intera società…

Se un ministro certe cose le perde di vista ben venga una Chiesa che non si stanca di ripetere cos’è bene, e ripete queste cose a laici e credenti, sapendo che nessuno ha l’obbligo di ascoltare ma,  certamente la Chiesa ha l’obbligo di non tacere.

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