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Don Giussani - un padre mai abbracciato

Fonte:
CulturaCattolica.it

Permettetemi di dire due parole, su un padre che non ho mai abbracciato.
Ieri si è celebrato l’anniversario della morte di don Luigi Giussani, un uomo che in verità non è mai morto, la sua opera, la sua vita continua nei suoi figli, nel suo successore don Julian Carron.
Lo hanno ricordato in tutto il mondo con una santa Messa e leggere sul sito di Comunione e Liberazione i luoghi in cui si è ricordato quest’uomo lascia davvero stupiti, da Milano a Santo Domingo, a paesi del Brasile spesso sconosciuti ai più.

Sembra la testimonianza vissuta di come Cristo opera attraverso gli uomini, di come l’uomo guardato con occhi sinceri si mette in cammino e cambia la sua vita.
Alla Tv ne hanno ricordato la vita con pezzi inediti a volte commoventi, forse con qualche pecca, ma questo è un'altra analisi.

Su radioformigoni uno speciale ha raccontato don Giussani attraverso le testimonianze di chi lo ha conosciuto, di chi è stato suo alunno, amico, compagno di viaggio.
Vi consiglio di andare a riascoltarle nell’archivio interviste, perché sono davvero l’indicazione di un metodo, di uno sguardo con cui quel prete entrava in contatto con chi incontrava.
Io non l’ho conosciuto eppure lo sento padre, non ho vissuto i primi anni, i gruppi ristretti, le vacanze a Varigotti, le cene o le serate in compagnia.
L’ho sempre visto da lontano, su un palco davanti a migliaia di persone cui parlava in occasione degli esercizi spirituali, ho sentito raccontare la sua quotidianità da amici che condividevano con lui gli impegni, le decisioni, le cene, i momenti belli e anche quelli difficili.
Ho sempre avuto, come molti credo, il desiderio di potergli passare vicino, di sfiorarne l’esistenza quotidiana, eppure, pur da “lontano”, quel uomo mi è stato padre.

Le sue parole hanno saputo riempire un vuoto che per vari motivi, mio padre non poteva colmare, don Gius mi ha indicato la strada, ma soprattutto il metodo di giudizio su quanto accade intorno a te.
Questo un padre deve fare, insegnarti un metodo perché tu possa camminare, vivere, sbagliare e ricominciare con le tue gambe.
Un padre deve trasmetterti la certezza che tu fai parte di una storia, che hai un’eredità, che la fede non è questione di idee, o di “passaggio automatico” di generazione in generazione, la fede è la scoperta di essere figli.
Questo ti permette di essere donna, figlia e madre fino in fondo, fino a capire e perdonare gli errori di tuo padre.
E’ vero non l’ho mai abbracciato, ma a pensarci bene, lui ha abbracciato me.

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