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Prodi, i suoi punti «non negoziabili», il futuro della nostra società

Autore:
Salina, Giorgio
Fonte:
CulturaCattolica.it
Quando le parole pesano come macigni.


Che cosa c’è in gioco realmente: una società che rispetta le “leggi naturali”, e la difesa della «propria libertà di scelta di fronte ai comportamenti di massa e alle lusinghe della propaganda» (Benedetto XVI)

Dal Corriere della Sera: “I dodici punti del documento presentati da Romano Prodi «sono prioritari e non negoziabili». Lo afferma lo stesso il premier nel documento diffuso ai segretari dell'Unione per il rilancio dell'azione di governo.” (fine della citazione)

Se le parole «non negoziabili» per i Suoi alleati hanno lo stesso valore che hanno per il Premier, i dodici punti sono del tutto irrilevanti, ed il Governo è esposto alle intemperie delle varie sinistre estreme, massimaliste, ecc., come prima, più di prima.

Il Santo Padre con instancabile azione, l’ennesimo intervento ieri in un discorso rivolto alla Pontificia Accademia per la vita, più volte ed in vari modi ha riaffermato il concetto che vita, famiglia ed educazione, per un cattolico sono principi « non negoziabili » Nel discorso di ieri, in un passaggio bellissimo, il Papa ha detto tra l’altro: «… il cristiano è chiamato a mobilitarsi per far fronte ai molteplici attacchi a cui è esposto il diritto alla vita». E facendo questo conta su «motivazioni che hanno profonde radici nella legge naturale e che quindi possono essere condivise da ogni persona di retta coscienza». Per un mondo tanto superficiale ed una società «talora chiassosa e violenta» occorrono coscienze rettamente formate, capaci di «difendere la propria libertà di scelta di fronte ai comportamenti di massa e alle lusinghe della propaganda».

Ribadiamo sempre che non coinvolgiamo in alcun modo il giudizio sulla persona, ma sull’azione politica sì! Romano Prodi si professa cattolico ed ha chiesto i voti ai cittadini italiani cattolici. La coerenza con un’affermazione così impegnativa trae ispirazione dalla sequela ai primi demagoghi di turno in abito tale o meno, oppure dalla sequela al Magistero autorevolmente espresso? Non è una domanda oziosa. Sempre solo in riferimento alla Sua azione politica, la risposta a questa domanda getta una luce non bella sull’affermazione di Prodi in occasione della bocciatura di Buttiglione come Commissario europeo: Anch’io sono cattolico ma mai nessuno mi ha detto nulla! Ma soprattutto non è una domanda oziosa perché pone alcuni problemi: perché un cattolico s’impegna in politica? A Chi ci affidiamo per cercare di conservare una società vivibile per tutti, in cui l’etica della responsabilità torni ad essere “onorata”? Per quanto non condividiamo la sua politica, non ci interessa tanto contrastare Prodi, quanto rispondere a queste domande.

Ma torniamo al nostro Premier. È famosa la Sua affermazione: “Io sono un cristiano adulto”, e non intendiamo fare dell’ironia su di un’espressione così infelice per il suo vero significato. “Cristiano adulto” può significare molte cose, ma certamente non che il mio parere prevale sull’insegnamento della Chiesa, e neppure può legittimare in alcun modo l’affermazione: poiché sono io ad essere in politica, so io insindacabilmente cosa si deve fare anche quando sono in gioco principi fondamentali, appunto non negoziabili.

Prodi chiede ai suoi alleati di considerare «non negoziabili» alcune cosette che Lui ha scritto, ma Lui che cosa ha fatto per impedire che in Europa, grazie all’iniziativa del suo Ministro Mussi, si autorizzasse l’uso di cellule staminali embrionali per la ricerca? Non è Lui che ha scritto «… al presidente del Consiglio è riconosciuta l'autorità di esprimere in maniera unitaria la posizione del governo stesso in caso di contrasto» Allora il contrasto c’era oppure no? Le sue dichiarazioni in materia fatte alla Camera acuiscono l’abisso tra il dire ed il fare.




Una piccola battuta, anche se amara, possiamo concedercela. Visto che «dico» io cosa si deve fare, dei DICO cosa si farà? È una battuta amara perché qui sono in gioco i valori ed i principi fondanti della nostra convivenza, così come l’abbiamo conosciuta fino ad oggi. È una battuta amara, perché in questa pericolosa deriva sono trascinati anche altri Cattolici, alcuni certamente in buona fede, impegnati in politica nello stesso schieramento di Prodi.

Usciamo dall’equivoco: non basta la parola solidarietà (supposto che quella attuata sia vera solidarietà) per giustificare qualsiasi cedimento ad una società «talora chiassosa e violenta», per sradicare profonde consapevolezze che nascono dalla legge naturale e che quindi possono essere condivise da ogni persona di retta coscienza». Cioè consapevolezze che garantiscono da secoli “tutto l’uomo” e “tutti” gli uomini.

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