“DICO” in Italia e seminario sulla famiglia in Europa
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Quando si crede di poter criticare un discorso o uno scritto senza averlo ascoltato o letto, si rischiano figuracce, se si è in buona fede, o si distorce ad arte La verità se non lo si è.
L’Arcivescovo di Genova. S. E. Mons. Bagnasco ha detto: «Perché quindi dire no a varie forme di convivenza stabile giuridicamente, di diritto pubblico, riconosciute e quindi creare figure alternative alla famiglia?», si domanda il prelato riferendosi ai Dico. «Perché dire di no all’incesto, come in Inghilterra dove un fratello e sorella hanno figli, vivono insieme e si vogliono bene? Perché dire di no al partito dei pedofili in Olanda se ci sono due libertà che si incontrano? Bisogna avere in mente queste aberrazioni secondo il senso comune e che sono già presenti almeno come germogli iniziali». «Oggi ci scandalizziamo - il Presidente della Cei ha quindi così precisato il Suo pensiero - … ma se viene a cadere il criterio dell’etica che riguarda la natura umana, che è anzitutto un dato di natura e non di cultura, è difficile dire no. Se il criterio sommo del bene e del male è la libertà di ciascuno, come autodeterminazione, come scelta, allora se uno, due o più sono consenzienti, fanno quello che vogliono perché non esiste più un criterio oggettivo sul piano morale e questo criterio riguarda non più l’uomo nella sua libertà di scelta, ma nel suo dato di natura».
Il ministro dei Diritti e delle Pari opportunità, Barbara Pollastrini ha commentato: «Sono stupefatta dall’utilizzo di espressioni che trascendono il dissenso legittimo e finiscono col ferire la dignità delle persone e della loro vita. Faccio appello alla responsabilità di tutti nell’uso di parole offensive. È incredibile quanto sta avvenendo, cioè che un disegno di legge approvato dal Consiglio dei ministri e ora all’attenzione del Parlamento, possa scatenare una visione così poco amorevole e poco rispettosa dei principi essenziali di civiltà». Ma Signora Ministro, ma cosa dice? Quali sono i principi essenziali della civiltà? Quelli affacciati alla cronaca inglese o olandese? Lei li chiama “principi essenziali della civiltà”? Mi auguro, e Le auguro, di essersi espressa male; questa volta si aspettiamo la rettifica!
Il ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, ha prontamente dichiarato: «Ci auguriamo che le parole di mons. Bagnasco siano state male interpretate e che siano prontamente rettificate perché il paragone tra le convivenze e la pedofilia o l’incesto è gravissimo e, oltre a essere insensato, offende milioni di persone». Come può costatare Mons. Bagnasco ha detto che se si cancellano i criteri, i principi oggettivi che aiutano ad individuare il bene e il male, non si sa dove si finisce, come sta accadendo purtroppo in alcuni Paesi. Ci spieghi Ministro cosa c’è che non va nelle ‘parole di Mons. Bagansco! Oppure rileggendole non lo sa più nemmeno Lei?
L’on. Franco Grillini, invece ha sentenziato: «Chi pensava che il nuovo presidente della Cei fosse un moderato, si deve ricredere. Le posizioni di Bagnasco sono in primo luogo illiberali prima ancora che premoderne». Certo non so se Lei può avvertire che un uomo affascinato da Dio, e quindi appassionato al destino buono degli uomini, non è né moderato né progressista, è un uomo, un uomo ragionevole pienamente del proprio tempo. Ci spieghi, onorevole Grillini, le posizioni liberali, prima ancora che moderne, sono quelle baste sul criterio che ritiene giusto “ciò che pare e piace”? Anzi, se è così non ci spieghi nulla, perché nonostante il Suo atteggiamento saccente non ha proprio nulla di liberale e moderno da dire, nulla che si rifaccia al buon senso comune. Ad iniziare non dalle Sue scelte, quelle sono problemi Suoi, bensì dal Suo “orgoglio omosessuale”, sempre che non sia una brillante auto - ironia.
UNO SPIRAGLIO DI SPERANZA DA BRUXELLES
Dall’Europa invece un segnale positivo; presso il Parlamento europeo, mercoledì 28 marzo scorso, si svolto un seminario dal titolo «Quale avvenire per la famiglia in Europa», indetto dalla Presidente dell’intergruppo per la difesa della Famiglia e l’infanzia, una bravissima deputata greca ortodossa dal nome non facile (Panayotopoulos - Cassiotou) e dalla Associazione per la Fondazione Europa. Al seminario sono intervenuti i vice Presidenti del Parlamento Mario Mauro ed Ingo Friedich, la Signora Zaborska, Presidente della Commissione per le pari opportunità, ed altri deputati tra i quali Roberta Angelilli, Carlo Casini, Jas Gawronski, Jaime Mayor Oreja, Maria Martens.
È intervenuta anche la signora Katarzyna Mazela, presidente del Comitato organizzatore del Congresso mondiale sulla Famiglia che si svolgerà a Varsavia nel prossimo mese di maggio.
Al termine dei lavori, presenti molte organizzazioni della Società civile ed ONG, è stata approvata una risoluzione sulle famiglie in Europa, che è stata consegnata alla signora Katarzyna Mazela, e sarà trasmessa al Presidente del Parlamento on. Poettering, ed alla Presidente di turno dell’Unione, il Cancelliere tedesco la signora Angela Merkel. La risoluzione afferma che la Famiglia, il cui fondamento è il matrimonio, come suggello dell’amore oblativo e fecondo (Card. Angelo Scola), è il luogo dove i figli acquistano consapevolezza di se, è il pilastro del modello sociale europeo, senza di essa la società europea entrerebbe in crisi, mancherebbe il primo ambito dell’educazione, della responsabilità e della solidarietà tra le generazioni, mancherebbe il luogo privilegiato per investire sulla risorsa umana. Sono particolarmente lieto di poter dire che intervenendo al Seminario come Presidente dell’Associazione per la fondazione Europa, su mia proposta, ultimo punto la risoluzione approvata recita:
«Le specificità antropologiche, storiche, etniche e culturali di ciascun Stato membro, devono essere rispettate e promosse soprattutto in campo etico, nel quale nessuna maggioranza ha il potere di stabilire la verità. Tenendo conto in modo corretto della sussidiarietà, l’UE deve sospendere immediatamente le ingerenze verso gli Stati membri su questioni etiche, in nome di un “acquisito” comunitario che legalmente non esiste, e neppure in nome di diritti umani sovente erroneamente invocati.»
Per essere espliciti, la risoluzione chiede che cessino immediatamente le pressioni su Malta e soprattutto Polonia, ma non solo, perché modifichino le rispettive leggi sull’aborto.