Family day: «nessuno può impedire ai parroci di accompagnare i loro fedeli laici»
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Umberto Folena su Avvenire del 5 aprile 2007 ci racconta come stanno le cose, ma a dire il vero siamo stufi di giornalisti che non fanno il loro mestiere, che stravolgono la realtà perché la verità non aggrada loro o i loro editori.
Una volta tanto nel riportare le notizie diteci la verità.
Il fatto. Lunedì, conferenza stampa di presentazione del comunicato finale della seduta del Consiglio permanente Cei della settimana scorsa. Il segretario, monsignor Giuseppe Betori, a domanda specifica sull’incontro delle famiglie del prossimo 12 maggio, precisa che si tratta di un’iniziativa dei fedeli laici, a cui i vescovi (cosa detta e ridetta) non parteciperanno, ma «nessuno può impedire ai parroci di accompagnare i loro fedeli laici».
I titoli. Ecco come i principali quotidiani italiani riassumono il fatto. Corriere della sera (apertura di prima pagina): «Nuova offensiva sui Dico. I vescovi: family day, preti in piazza. La Cei e la manifestazione: i parroci e le parrocchie si organizzino». La Repubblica (taglio di prima): «Family-Day, parroci in piazza». La Stampa (spalla di prima): «Dico, in piazza anche i preti». Il Giornale (prima, falsa apertura): «La Cei: “Sacerdoti in piazza contro i Dico”». L’Unità (apertura di prima): «I vescovi chiamano i parroci in piazza. La Cei insiste nello scontro: le parrocchie si organizzino per fermare i Dico».
Ognuno giudichi da sé. Aggiungiamo che clamoroso sarebbe stato se Betori avesse detto il contrario: i parroci restino a casa (titolone: «La Cei si dissocia dal family day»). Invece: parroci reclutati, incitamento allo scontro… Il clericalismo imposto alla Chiesa come una maschera di ferro. Betori non ha detto né pensato nulla di quanto ieri gli veniva attribuito, perfino tra virgolette. E questa non è un’opinione, è la realtà dei fatti che chiunque può constatare avendo la correttezza di controllare le fonti. Basterebbero pochi minuti, che tutti hanno, e un po’ d’amore per la verità, che temiamo non tutti possiedano: ad abbondare sono la pulsione ideologica e il “clericalismo laico” che spinge a far coincidere la Chiesa con i vescovi e i preti, ignorando i fedeli laici.