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Padre Bossi e gli altri

Fonte:
CulturaCattolica.it

Nel rapporto sulla libertà religiosa nel mondo” pubblicato nel 2006 dall’organizzazione cattolica “Aiuto alla Chiesa che soffre”, si racconta, numeri alla mano, della situazione dei cristiani nel mondo.
Scopriamo così, una situazione particolarmente grave anche per i cristiani dell’India (nel 2005 ci sono state oltre 200 aggressioni), ma pure per i cattolici della Cina e della Corea del Nord e, a causa della spinta dell’estremismo islamico, nelle Filippine e nel Medio Oriente. Situazioni altrettanto difficili per i cristiani d«Egitto, della Nigeria, dell«Uganda e dei paesi del Centro America.
Fides, l’agenzia di Propaganda Fide, dicastero vaticano per le missioni estere, pubblica l’elenco dei missionari uccisi. Nel mondo.

Nel 2006 i religiosi uccisi sono stati 24,
Altrettanti nel 2005;
Nel 2004 furono 10 di meno, nel 2003, 21.
Nel 2001 e nel 2000, i missionari uccisi furono rispettivamente 31 e 32.
Cifre più o meno costanti nel decennio «90.

Sono morti che non fanno rumore, che non guadagnano il clamore della cronaca, morti che lasciano indifferenti quelli che: “morire per Cristo è guadagno” e gli altri, messi a disagio da queste morti, perché dei sacerdoti e delle suore sono abituati a parlare con poca stima, a guardare solo alle loro debolezze.
Sono morti che non fanno nemmeno orrore e dovrebbero, perché il sacerdote caldeo, padre P. Ragheed Ganni, 34 anni, ucciso in Iraq assieme a tre suoi diaconi, che con lui sono stati straziati e martirizzati, non può lasciare indifferenti.
Secondo fonti di AsiaNews, i corpi sono stati abbandonati in strada perché nessuno osava andare a recuperarli, data la tensione palpabile della situazione.

Trucidati e torturati in modo disumano, ma non fanno notizia.

E’ sempre stato così.
Dal 1942 al 1951 furono uccisi dai partigiani 130 sacerdoti.
La metà di quelli uccisi dai bombardamenti in tutta Italia.
Altri tempi direte.
Certo ma stessa indifferenza, stesso disagio nel far circolare la notizia.
Domenica scorsa è giunta la notizia del rapimento di un sacerdote italiano, padre Giancarlo Bossi, missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME) è stato sequestrato da un gruppo di armati nel villaggio costiero di Bulawan, nella zona di Zamboanga (Mindanao) delle Filippine meridionali.
Padre Bossi 57 anni, è nato ad Abbiategrasso, in provincia di Milano, ed è missionario nelle Filippine dal 1980. Il Superiore generale del Pime - Giambattista Zanchi - ha riferito che «padre Bossi è stato portato via da dieci uomini armati che lo hanno fatto salire su un’imbarcazione. Si sospetta che possa essere stato sequestrato da un gruppo separatista islamico».
I giorni dopo qualcuno scriveva tra le notizie che forse non erano separatisti islamici ma briganti comuni.
Va beh, allora …
Quello che sconcerta è che queste morti, questi rapimenti non esistono, sono solo cronaca spicciola, non ci sono manifestazioni, fiaccolate, bandiere stese ai balconi, titoli sui giornali, veniamo a sapere da un’agenzia francese che il nostro Governo ha dichiarato che non pagherà riscatti.
Perché?
Perché un sacerdote vale meno?
Perché non ci sono interessi di partito da difendere?
Queste morti ci interrogano personalmente?
Interrogano me, ed interrogano voi.
Perché può accadere questo?
Perché?

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